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Dall’energia alle materie prime, tra Italia e Uzbekistan firmate intese per 3 miliardi


Otto memorandum, tre accordi di cooperazione e diversi accordi dalle materie prime all’energia. Italia e Uzbekistan stringono i bulloni della partnership con nuove intese per circa 3 miliardi di euro. Dalla visita a Samarcanda la premier, Giorgia Meloni, porta a casa un buon risultato che coinvolge alcuni dei campioni dell’industria italiana, ma anche la galassia di piccole e medie imprese che rappresentano il cuore economico del nostro Paese.

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Per capire l’intensità dei rapporti tra i due Paesi c’è anche la scelta, della presidenza uzbeca, di intitolare a Roma una delle strade di Samarcanda, una delle città più suggestive della cosiddetta Via della Seta. Un “segno di amicizia e rispetto reciproco tra i popoli”, spiega il presidente della Repubblica di Uzbekistan, Shavkat Mirziyoyev. Meloni ringrazia e sorride per il buon esito della missione internazionale. “Per l’Italia è un partner molto importante”, dice la presidente del Consiglio, sottolineando che “le materie sulle quali cooperare in modo rafforzato sono moltissime”, dalla gestione dei flussi migratori alla formazione, alla cultura, attraverso “i progetti già in essere con il Politecnico di Torino, l’università di Pisa e altre università che si possono aggiungere”, fino “ad agricoltura, energia e materie critiche, per una cooperazione a 360 gradi”. Meloni, infatti, ricorda che ci sono “investimenti già attivi delle aziende italiane in Uzbekistan per circa 3 miliardi”, oltre a “quelli su cui si sta discutendo per ulteriori 2,4 miliardi”.

Entrando nel dettaglio, tra i vari accordi firmati ci sono quelli per rafforzare la collaborazione scientifica tra Roma e Tashkent: il ministero dell’Università e della Ricerca ha ricevuto 166 proposte progettuali in risposta all’avviso internazionale dello scorso gennaio. Il bando, frutto dell’accordo del 10 novembre 2023, dispone di risorse per 1 milione di euro.

Sull’ambiente, poi, è stato sottoscritto un accordo da 100 milioni per finanziare azioni per il contrasto ai cambiamenti climatici e supportare il governo di Tashkent nella transizione ecologica, tra programmi di decarbonizzazione delle imprese e sviluppo delle rinnovabili. Sull’industria si concentra anche la proposta di Mirziyoyev di dare vita a un programma di partnership tecnologica con le principali aziende italiane in settori strategici come la lavorazione dei minerali critici e materie prime agricole, ma anche la produzione di basi per componenti dell’automotive, oltre a ingegneria elettrica, energia, agroalimentare, farmaceutica, edilizia, tessile e arredamento. In questo ambito sarà valutata la creazione di un fondo comune di investimento, che coinvolga le agenzie italiane Sace e Simest.

In agricoltura, inoltre, la cooperazione tra Italia e Uzbekistan dovrà portare allo sviluppo di progetti per la coltivazione dell’uva, l’olio, lo zafferano e gli asparagi, addirittura creando laboratori per lo sviluppo di biotecnologie.

Positivo è anche il bilancio delle aziende che hanno partecipato alla missione. Ansaldo Energia, ad esempio, firma un memorandum d’intesa con l’Agenzia per l’energia atomica presso il Gabinetto dei ministri della Repubblica dell’Uzbekistan (Uzatom), per esplorare una collaborazione nel campo delle tecnologie nucleari avanzate e dello sviluppo dei reattori modulari di piccola taglia, gli Small modular reactors, su cui anche l’Italia ha deciso di puntare per il proprio mix energetico futuro.

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Altra firma di peso è quella apposta dalla Danieli sull’accordo strategico per l’ammodernamento dell’impianto siderurgico Uzmetkombinat, a Bekobod, nei pressi di Tashkent. L’obiettivo è migliorare la qualità e la gamma del prodotto finito, aumentare l’efficienza produttiva, riducendo allo stesso tempo le emissioni di Co2.

Tutte queste intese saranno, poi, monitorate dalla commissione economica mista che Italia e Uzbekistan hanno deciso di mettere in piedi, oltre al dialogo strategico tra i nostri ministeri degli Esteri. “Strumenti che intendiamo utilizzare immediatamente”, assicura Meloni. Che vuole partire subito: “Riteniamo questa visita storica ma per esserlo dobbiamo iniziare qualcosa di nuovo, per avere da oggi la capacità di concretezza estrema per valutare ogni 6 mesi il livello del lavoro fatto”.



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