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Orsini a Meloni: «I costi dell’energia sono insostenibili»


Il costo dell’energia è il nemico invisibile dell’economia italiana. Una zavorra che colpisce famiglie e imprese, minando la competitività dell’intero sistema industriale.

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A denunciarne l’impatto sempre più devastante è stato ieri Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, durante l’assemblea annuale dell’associazione tenutasi a Bologna di fronte alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.

Il numero uno degli imprenditori ha lanciato un vero e proprio grido d’allarme: «È una situazione insostenibile. Occorre agire con urgenza». Un appello forte, che ha chiamato in causa il governo (ieri presente al gran completo) e l’intero sistema Paese a trovare soluzioni immediate e strutturali.

Il piano straordinario

«La componente più urgente è quella dei sovraccosti energetici», ha spiegato Orsini, «è un vero dramma che si compie ogni giorno: per le famiglie, per le imprese e per l’Italia intera». L’invito è diretto: servono interventi coraggiosi e un vero «piano industriale straordinario per l’Italia».

Un progetto che, secondo il leader degli industriali, dovrebbe prevedere almeno 8 miliardi di euro l’anno per i prossimi tre anni a sostegno degli investimenti, con un orizzonte temporale auspicabilmente estendibile a cinque anni. Per finanziarlo Orsini ha proposto di utilizzare «tutto il margine possibile per spostare risorse del Pnrr, non utilizzabili entro metà 2026, indirizzandole verso strumenti più efficaci a favore degli investimenti produttivi».

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Un tema che la premier Meloni ha immediatamente raccolto riconoscendo la gravità della situazione. «Il governo è perfettamente consapevole dell’impatto che i costi energetici hanno sulle famiglie e sulle imprese, soprattutto su quelle di piccole e medie dimensioni», ha detto la presidente del Consiglio dal palco, «l’esecutivo ha già stanziato circa 60 miliardi di euro per fronteggiare l’emergenza, ma continuare a cercare di tamponare spendendo soldi pubblici non può essere la soluzione».

Meloni ha quindi chiarito i contorni dell’approccio del governo che punta a un intervento strutturale. «Stiamo lavorando a un’analisi del funzionamento del mercato italiano», ha aggiunto la premier, «per comprendere se eventuali anomalie nella formazione del prezzo unico nazionale possano essere la causa di aumenti ingiustificati, perché sarebbe inaccettabile se ci fossero speculazioni sulla pelle di chi produce e crea occupazione».

E il tema dell’energia è stato al centro anche dell’intervento di Metsola: «L’Europa deve colmare il divario tecnologico con Stati Uniti, Cina e Emirati Arabi. Per farlo è necessario ridurre il costo dell’energia e completare il mercato unico».

Green deal sotto accusa

Uno dei punti centrali del confronto ha riguardato quindi la revisione delle regole europee sulla transizione energetica. «Le scelte degli ultimi anni stanno presentando un conto pesantissimo», ha detto Orsini, «hanno indebolito la nostra competitività industriale, mettendo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e l’intero sistema di welfare e di coesione sociale: cuore del modello europeo dal secondo dopoguerra».

«È fondamentale per la competitività dell’intero sistema produttivo europeo contestare e correggere un approccio ideologico alla transizione energetica che ha provocato danni enormi senza produrre i vantaggi ambientali», ha risposto Meloni, «solo chi non aveva mai messo piede in un capannone poteva pensare di farlo, ma è quello che ha fatto l’Europa scegliendo la strada forzata della transizione all’elettrico, le cui filiere sono controllate dalla Cina». In questo contesto, il tema della neutralità tecnologica torna quindi cruciale. «Bisogna affermare pienamente il principio della neutralità tecnologica», ha detto la premier.

L’appello

Quello del disaccoppiamento del prezzo dell’energia dal prezzo del gas è un’altra delle richieste avanzate da Confindustria e raccolto dalla premier. «Bisogna abbattere il sovraccosto energetico che pesa come un macigno sulla competitività delle imprese italiane. Lancio un appello alle opposizioni, lavoriamo insieme per il disaccoppiamento», ha detto Meloni, ricevendo l’approvazione di Orsini: «È esattamente quello che chiediamo». La richiesta finale del presidente di Confindustria è rivolta all’intero sistema istituzionale: «Lavoriamo tutti insieme – imprese, istituzioni e partiti, maggioranza e opposizione, forze sociali e sindacati – ad un vero piano industriale straordinario per l’Italia». Solo così, conclude, si potranno affrontare con efficacia le sfide di oggi e costruire un futuro energetico ed economico sostenibile.

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