Da Grosseto un appello alla Regione per sostenere l’avvio, la trasmissione e la formazione d’impresa, garantendo maggiori tutele nei periodi di fragilità. Nella tappa grossetana di “Staffetta. Roadshow sulla trasmissione di impresa”, i rappresentanti degli imprenditori under 40 hanno presentato una serie di proposte all’assessore regionale Marras
Grosseto: Una proposta politica per agevolare l’avvio e la trasmissione di impresa e dare nuova spinta all’imprenditoria giovanile, in un paese in cui l’inverno demografico rischia di ridurre drasticamente lo sviluppo economico: è quello che i Giovani di Cna hanno presentato ieri, giovedì 29 maggio, all’assessore regionale allo Sviluppo economico e al Turismo Leonardo Marras.
Ha fatto tappa a Grosseto, infatti, “Staffetta. Roadshow dalla trasmissione di impresa”, la campagna nazionale di ascolto, confronto e presentazione di proposte, promossa in tutta Italia dai Giovani imprenditori dell’associazione, per discutere di idee concrete con chi fa impresa, con le istituzioni, con gli esperti. Un piano di azione che muove da un’analisi di dati raccolti ed elaborati dal Centro studi di Cna nazionale. Presenti, oltre all’assessore regionale e ai presidenti dei Giovani imprenditori toscani, Simone Gualandi, e grossetani, Michele Agostini, anche Luca Tonini, presidente di Cna Toscana, Riccardo Breda, presidente di Cna Grosseto, e Claudio Carpentieri, responsabile politiche fiscali Cna nazionale.
“Lavoriamo per sostenere il ricambio generazionale – ha commentato Leonardo Marras, assessore all’economia e al turismo della Regione Toscana -, con fondi di investimento dedicati ad accompagnare la trasformazione e lo sviluppo delle imprese. Il primo esempio sarà con i bandi destinati alle filiere della moda che usciranno nelle prossime settimane: innovazione, investimenti produttivi, ma anche sostegno all’aggressione e alla crescita delle imprese del settore. E poi accesso facilitato al credito e prosecuzione delle politiche per le start up: la Regione è al fianco dei giovani che vogliono fare impresa, ringrazio dunque i protagonisti del progetto Staffetta per il confronto e gli spunti che mi hanno dato, ne farò tesoro”.
L’importanza dell’incontro è stata sottolineata anche dal presidente di Cna Toscana, Luca Tonini: “L’imprenditoria giovanile ed il ricambio generazionale sono fondamentali per il futuro economico della nostra regione e del nostro paese, per questo sono necessarie politiche mirate di sostegno. È necessaria un’alleanza, una vera e propria rete tra istituzioni, politica e mondo del credito per far sì che i nostri giovani riescano a fare impresa, consolidarla e portarla avanti”.
“L’indagine condotta – ha spiegato Michele Agostini, presidente dei Giovani imprenditori di Cna Grosseto – ha messo in luce una serie di difficoltà che i giovani incontrano nell’avvio di impresa o nel passaggio di testimone. Con le proposte elaborate dalla nostra associazione e presentate, in questi giorni, in tutta Italia, vogliamo facilitare i giovani aspiranti imprenditori per non disperdere il patrimonio di idee, di competenze e di sapere che rappresenta l’ossatura della nostra economia”.
I risultati dell’indagine
In Italia, negli ultimi 13 anni la popolazione under 30 è scesa di 3,4 milioni di unità, mentre quella over 65 è aumentata, passando dal 22,8% del 2000 a rappresentare, nel 2023, il 29,6% della popolazione, determinando la senilizzazione della popolazione che incide sui consumi nazionali e metter a rischio il futuro del sistema imprenditoriale.
Dall’analisi effettuata dal Centro studi Cna, a fare impresa in Italia sono per il 60,8% persone over 50, mentre solo il 16,1% è costituito da imprenditori under 40. Molti di coloro che “fanno impresa” vengono da una famiglia di imprenditori (il 51,2%) e il 57,2% di questi ha fondato la propria attività, una percentuale che cresce al 61,3% se si analizza il dato tra gli under 40.
Tra i giovani imprenditori la formazione ha un ruolo fondamentale: il 35% degli under 40, infatti, ha una laurea triennale o magistrale (mentre negli under 50 solo il 10,4%), anche se il “learning by doing” riveste un ruolo non trascurabile, a dimostrazione che le imprese contribuiscono in modo sensibile alla formazione del capitale umano del Paese. Dal punto di vista delle risorse necessarie per l’inizio attività, il 75% dei giovani ha utilizzato fondi propri (46,9%) o di famiglia (26,9%) e solo il 17,3% ha fatto ricorso a capitale bancario.
Il 42% dei giovani imprenditori vede l’attività di impresa come il coronamento delle proprie aspirazioni, sebbene il 70% degli imprenditori intervistati “soffra” dell’assenza di sicurezza economica (40%) o delle scarse tutele in caso di malattia, maternità, ecc (il 30,2%).
Ad ogni modo il 73% degli imprenditori sotto i 40 anni si dice positivo rispetto al futuro e con questo spirito, quindi, è pronto a contribuire alla crescita e al rinnovamento economico del paese. Esistono però degli ostacoli che gli imprenditori incontrano sul loro cammino: la difficoltà di accesso al credito, la carenza di percorsi formativi mirati, la mancanza di tutele efficaci nei momenti di vulnerabilità imprenditoriale.
Le proposte dei Giovani imprenditori di Cna
Occorre riconoscere e valorizzare il ruolo formativo delle imprese, che non sono solo luoghi di produzione, ma anche contesti di apprendimento, e trasferire la cultura del lavoro e dell’impresa alle nuove generazioni, anche attraverso la formazione scolastica tradizionale. Un sistema di formazione attuale dovrebbe avere come mission la salvaguardia, la promozione e la valorizzazione della cultura della piccola impresa: tra l’altro la “competenza imprenditoriale”, viene riconosciuta anche tra le competenze chiave dall’Unione europea.
Dal punto di vista dell’accesso al credito, va applicato un nuovo approccio di valutazione dei progetti imprenditoriali, che tenga conto anche dell’impatto positivo che l’autoimpiego e l’avvio di nuove giovani imprese può avere nel sistema economico e sociale. Ad esempio, si può prevedere che sulla quota di investimento destinata a tali progetti si possano allentare i vincoli e i criteri di vigilanza in modo da consentire alle banche di avere, rispetto ai giovani imprenditori un atteggiamento più “complice” e, in tal modo, dare tempo ai progetti di decollare. Una seconda opzione potrebbe essere quella di introdurre delle modalità di compartecipazione pubblica al capitale con il coinvolgimento di investitori privati e pubblici.
Appare importante sia per i giovani imprenditori che per i titolari di partita iva ampliare il campo delle tutele, con particolare attenzione al welfare e agli strumenti di sostegno e di tutela nei periodi di inattività, come in caso di malattia, ad esempio, o per la tutela della genitorialità.
Infine, per sostenere il trasferimento di impresa, va adottata un’adeguata policy fiscale che preveda un regime di vantaggio a favore della cessione d’impresa. Oltre a questo, è fondamentale agevolare e incentivare i giovani a subentrare nella guida di queste imprese che potranno sopravvivere e crescere solo se saranno in grado di adeguarsi velocemente ai cambiamenti in atto.
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