Presentata la nuova suite di Fastweb + Vodafone, che si basa su un modello addestrato in italiano. Walter Renna, ad del gruppo: «Puntiamo a modelli piccoli ma specializzati su task specifici, che servono al mondo dell’impresa. Possiamo andare anche oltre ChatGpt»
La partita dell’intelligenza artificiale è tutt’altro che persa, per l’Europa e per l’Italia. Anzi, bisogna ancora giocarla. «E non bisogna credere a chi sostiene il contrario», ammonisce Luciano Floridi, il filosofo di Oxford, campione italiano dello storytelling sul digitale. La palla al centro l’ha messa Fastweb + Vodafone, e pure il calcio d’inizio è stato battuto a Roma, con la presentazione della suite FastwebAi per aziende e pubblica amministrazione, basata sul modello dell’azienda Miia. Di fatto si tratta del primo ecosistema di servizi Ai proprietario lanciato da una telco in Italia. Il marchio nato dall’acquisizione dello scorso gennaio ha un fatturato da 7 miliardi e «in Italia», nelle parole di Walter Renna, amministratore delegato del gruppo, «investiamo ogni anno un miliardo di euro». Una posizione strategica e di innovazione che dall’idea — messa in piedi a cominciare dal 2020 — passa alla presentazione di un pacchetto completo di Ai generativa per l’impresa, basato appunto su un modello allenato in italiano e del tutto aderente alle norme sia nazionali, sia europee affidate all’Ai Act. Un punto di forza che, appunto, rimette la palla al centro.
L’introduzione alla giornata è nelle mani di Renna, che mostra — a partire dal monito recente di Draghi sui ritardi del Continente — come la situazione attuale vede il totale della potenza computazionale a livello mondiale suddivisa nei due blocchi ben conosciuti: il 50-60% risiede negli Stati Uniti, il 30-40 in Cina. All’Europa restano le briciole, ma pur nella percentuale — al momento — scarsa, l’Italia con il Cineca gioca un ruolo centrale, come confermato dal presidente Francesco Ubertini. «Serve riequilibrare la situazione», avverte Renna. «E il primo passo per farlo sono infrastrutture solide». A partire da un cloud Ai cosiddetto «sovrano», dove le aziende possono far risiedere i propri dati con la certezza di dove si trovano e di come vengono trattati. Le soluzioni che compongono FastwebAI Suite sono end-to-end e si basano appunto su infrastrutture residenti in Italia e una piattaforma di intelligenza artificiale che integra GenAI e Ai agentica — software con un certo grado di autonomia — che appunto garantiscono la protezione dei dati. Il tutto, racconta Fastweb + Vodafone, grazie a data center presenti sul territorio nazionale, alla macchina SuperPod operativa dal luglio scorso, al modello linguistico FastwebMIIA — addestrato nativamente in lingua italiana, sulla base di dati certificati, provenienti da Mondadori e dall’Istat per esempio — e alle piattaforme cloud, di edge computing e di cybersecurity progettate per garantire la massima sicurezza e una conformità totale al regolamento europeo, alle normative sulla privacy e sul diritto d’autore. L’approccio della Suite è quello della «segregazione dei dati», che dunque rimangono confinati agli specifici ambiti applicativi per cui le soluzioni sono sviluppate, senza alcun riutilizzo o esposizione a contesti esterni.
La strategia è dunque quella di un modello costruito nel rispetto delle leggi e della cultura dove nasce, nonché — e questo è un punto non banale — allenato nella lingua locale. Per capirsi, qualche numero di confronto: ChatGpt di OpenAi è allenato su 700 miliardi di parametri, il cinese DeepSeek 670. L’italiano Miia? Sette miliardi. «Possiamo essere competitivi? No, ora no. Ma se man mano stratifichiamo il nostro modello, possiamo arrivare ad avere molti modelli piccoli ma specializzati. E su task specifici, quelli che servono al mondo dell’impresa, possiamo non solo essere al livello di ChatGpt ma anche andare oltre». La FastwebAI Suite — disponibile da oggi — include FastwebAI Work, una piattaforma progettata per ottimizzare il lavoro dei dipendenti di un’organizzazione che integra un’interfaccia chatbot per la generazione di risposte immediate, un assistente Ai per ottimizzare le interazioni via chat, facilitando la collaborazione, e uno strumento per l’analisi di documenti, la traduzione di testi e la generazione delle immagini. FastwebAi Agents è invece la piattaforma che consente ai team tecnici di creare e automatizzare processi specifici, grazie ad «agenti» progettati per risolvere progetti/problemi in modo autonomo.
La conclusione sfrutta il carico emotivo portato dallo storico testimonial di Fastweb, Jannick Sinner. Mentre sullo schermo scorrono le immagini del punto della vittoria agli Australian Open dello scorso anno, Renna si chiede: «Chi avrebbe mai detto che un tennista italiano potesse diventare il numero uno al mondo?». La partita è ancora tutta da giocare.
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