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Sequestro da 660mila euro a imprese e persone coinvolte in falso credito d’imposta a udine


Un’operazione della Guardia di Finanza di Udine ha portato al sequestro preventivo di 660mila euro tra società e persone fisiche coinvolte in una truffa legata a crediti di imposta inesistenti. L’azione segue un’indagine approfondita sulle false attestazioni di formazione professionale, uno scandalo che ha interessato imprese anche fuori regione. Le indagini si concentrano sul cosiddetto “Credito d’imposta formazione 4.0”, previsto dal Piano nazionale impresa 4.0 e collegato al Pnrr.

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L’indagine e il contesto della frode fiscale

L’indagine è partita alla fine del 2023 dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Udine. I militari hanno individuato alcune società iscritte come beneficiarie del credito d’imposta per la formazione del personale, prevista appunto nel contesto del piano nazionale per la digitalizzazione e innovazione delle imprese. Si trattava di crediti compensati in dichiarazioni fiscali ma rivelatisi falsi, perché non supportati da corsi realmente svolti.

Questi corsi di formazione, in apparenza tenuti tra il 2019 e il 2021, non erano mai stati organizzati. Il meccanismo illecito si basa su documenti falsificati, creati per simulare l’effettiva formazione. Slide, calendari, report dei docenti e registri di presenza erano prodotti ad arte per apparire credibili alle verifiche fiscali. Non a caso, un professionista romano ha certificato la regolarità delle spese, agevolando la frode.

Le società coinvolte avevano così compensato tributi dovuti usando crediti inesistenti, sottraendo fondi all’Erario attraverso questo sistema fraudolento.

Il meccanismo artificioso di creazione dei documenti falsi

Al centro della vicenda ci sono due imprese con sede a Roma che hanno predisposto tutta la documentazione falsa a supporto dei corsi mai erogati. Questi documenti comprendevano diversi elementi: slide illustrative dei corsi, calendari dettagliati delle lezioni, relazioni firmate dai docenti, registri presenze dei partecipanti e attestati di frequenza.

Di solito, un corso di formazione lascia tracce precise per via degli obblighi di tracciamento dei finanziamenti pubblici. Qui invece questi dati sono stati costruiti ex novo, non corrispondenti a reali attività formative. La presenza di un professionista compiacente ha ulteriormente rafforzato la credibilità di questa finzione.

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Il responsabile ha fornito certificazioni false attestando la spesa effettiva per parte delle imprese coinvolte, avvalorando le domande di credito d’imposta presentate con tale documentazione.

Questo metodo ha consentito ad alcune aziende di usufruire illecitamente delle agevolazioni previste. Non solo hanno evaso le tasse, ma hanno anche distorto le statistiche sulle attività formative collegate al Piano nazionale impresa 4.0 e Pnrr.

Le implicazioni e i provvedimenti giudiziari dalla procura di udine

Dopo la raccolta di prove, la Procura della Repubblica di Udine ha chiesto e ottenuto dal gip il sequestro preventivo, per un valore di circa 660mila euro, nei confronti di 8 persone fisiche e 5 società coinvolte nella truffa. In totale sono 16 i soggetti denunciati, tra persone fisiche e giuridiche, coinvolti con responsabilità diverse.

All’interno degli indagati, tre società hanno regolarizzato spontaneamente la posizione, versando all’erario quanto dovuto comprensivo di interessi e sanzioni in riferimento ai crediti indebitamente utilizzati.

Il sequestro riguarda invece le società e gli individui che non hanno ottemperato alla restituzione. L’azione mira a recuperare somme sottratte indebitamente al bilancio pubblico attraverso l’uso illecito di incentivi fiscali.

A Udine la vicenda rappresenta un caso simbolico di come la truffa fiscale possa affondare radici fuori regione ma impattare nel territorio locale attraverso benefici illeciti di fondi pubblici destinati alla crescita e alla formazione delle imprese.

Ruolo della guardia di finanza nel contrasto agli abusi dei crediti d’imposta

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Udine sta svolgendo un ruolo centrale nel monitoraggio e repressione delle frodi in materia fiscale, soprattutto riguardo a crediti d’imposta legati a finalità formative e digitali, finanziate dal Pnrr.

L’attività del Nucleo Polizia Economico Finanziaria è stata decisiva per incrociare dati, acquisire documenti e ricostruire le falsificazioni. I controlli hanno riguardato più società, con l’obiettivo di individuare anomalie nelle richieste di agevolazioni pubbliche.

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Questo tipo di attività permette anche di tutelare le vere imprese che investono nella formazione e nell’innovazione rispettando le regole. Al tempo stesso previene la sottrazione indebita di risorse pubbliche, spesso oggetto di frodi sofisticate.

La recente operazione denominata “Fake school” dimostra come la Guardia di Finanza riesca a smascherare comportamenti fraudolenti che sfruttano strumenti creati per favorire la crescita economica e tecnologica delle aziende.

L’indagine prosegue per approfondire ulteriori profili, valutare responsabilità e portare alla luce le reti di complici coinvolte in questo schema criminale.



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