All’Innovation Village 2025, ospitato nella sede storica dell’Università Parthenope a Villa Doria D’Angri a Napoli, si è tenuto un importante incontro dedicato al futuro della mobilità aerea. L’evento, intitolato ‘Advanced Air Mobility’, è stato organizzato dal Distretto Tecnologico Aerospaziale della Campania (Dac), presieduto dal professor Luigi Carrino. L’iniziativa ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, ricercatori e aziende del settore aerospaziale, con un focus sul ruolo centrale che il Sud Italia sta assumendo nello sviluppo della Urban Air Mobility (Uam), grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo, alla presenza di infrastrutture specializzate e a un ecosistema di ricerca e innovazione in forte espansione.
Tra i protagonisti dell’evento, il presidente dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac), Pierluigi Di Palma, ha illustrato la strategia italiana per l’integrazione dei nuovi sistemi di volo nel contesto urbano. Secondo Di Palma, l’Italia ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento a livello europeo, grazie alla collaborazione tra enti regolatori, imprese, università e distretti tecnologici. Il Dac è uno degli attori chiave di questo ecosistema: promuove progetti innovativi ad alto impatto e mette in rete centri di ricerca, startup e aziende consolidate per accelerare la transizione verso una mobilità aerea sostenibile e sicura.
Carrino ha evidenziato come l’Italia – e in particolare la Campania – non sia soltanto un territorio di applicazione delle nuove tecnologie, ma anche un laboratorio in cui queste vengono ideate, sviluppate e sperimentate. Nel settore dell’Advanced Air Mobility il DAC è attualmente impegnato in alcuni progetti pilota finalizzati allo sviluppo e alla sperimentazione di un ecosistema integrato per i voli urbani a corto raggio, droni-cargo e velivoli a decollo verticale elettrico (eVTOL).
Tra i progetti più significativi nel Mezzogiorno Di Palma ha citato il programma di test in corso presso lo Spazioporto di Grottaglie, dove si lavora sull’integrazione di operazioni suborbitali e sulla valutazione di nuove tecnologie aerospaziali. Il Cira, dal canto suo, contribuisce con strumenti avanzati di simulazione e validazione dei sistemi a pilotaggio remoto. Il Dac, invece, promuove attivamente la collaborazione con università e startup per lo sviluppo di tecnologie dual use, applicabili sia nel settore civile che in quello della difesa. Questo approccio integrato consente di creare valore non solo tecnologico, ma anche economico e occupazionale, “un ruolo proattivo – aggiunge Di Palma – per favorire un dialogo efficace tra ricerca, industria e istituzioni. L’Italia può essere tra i primi Paesi in Europa ad attivare corridoi aerei urbani, introdurre servizi cargo gestiti da droni e creare piattaforme logistiche aeree intermodali in linea con gli obiettivi europei di sostenibilità”.
E in questa direzione, il modello messo in campo dal Dac rappresenta un esempio concreto di come la collaborazione tra pubblico e privato, ricerca e industria, possa dar vita a una filiera dell’Advanced Air Mobility, capace di attrarre investimenti e creare occupazione qualificata, pronta a competere a livello internazionale.
La mobilità del futuro, fondata sull’innovazione tecnologica e sull’interconnessione tra sistemi intelligenti, non è più un’ipotesi teorica, ma una realtà in via di attuazione. Il Sud Italia, grazie al lavoro del Distretto Aerospaziale della Campania e del Dta Pugliese, si conferma un attore strategico nel panorama aerospaziale europeo, capace di anticipare le sfide e guidare il cambiamento. Una prospettiva concreta e stimolante anche per i giovani che si stanno formando oggi nei corsi di laurea in ingegneria aerospaziale e mobilità sostenibile, ad esempio attraverso percorsi specializzati in sistemi a pilotaggio remoto, gestione del traffico Uas o progettazione di veicoli eVTOL, pronti a diventare protagonisti della nuova economia dell’aria.
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