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“crescita lenta, ma i conti migliorano”


WASHINGTON, 31 MAGGIO – Si è conclusa il 28 maggio la missione annuale del Fondo Monetario Internazionale (FMI) in Italia, guidata da Lone Christiansen, nell’ambito delle consultazioni previste dall’Articolo IV dello Statuto dell’istituzione di Washington. La visita, durata due settimane, ha offerto un’analisi approfondita dello stato di salute dell’economia italiana e ha tracciato le raccomandazioni principali per rafforzare la crescita, garantire la stabilità finanziaria e contenere il debito pubblico.

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Una crescita resiliente, ma fragile

Nel 2024 l’economia italiana è cresciuta dello 0,7%, sostenuta dagli investimenti infrastrutturali finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e da un avanzo commerciale positivo. Anche l’inizio del 2025 ha mostrato segnali incoraggianti, con una crescita dello 0,3% nel primo trimestre e un tasso di occupazione record. Tuttavia, le prospettive restano incerte, a causa delle tensioni commerciali globali, della debole crescita della produttività e del rapido invecchiamento della popolazione.

Il FMI prevede una crescita dello 0,4% nel 2025, in calo rispetto all’anno precedente, con un modesto rimbalzo allo 0,8% nel 2026, quando gli investimenti legati al PNRR raggiungeranno il picco. L’inflazione dovrebbe attestarsi in media all’1,7% quest’anno, per poi allinearsi al target del 2% della BCE nel 2026.

Conti pubblici: verso il consolidamento

La gestione fiscale italiana ha registrato progressi significativi nel 2024, con un disavanzo dimezzato e un ritorno all’avanzo primario. Il FMI accoglie positivamente questi risultati e invita il governo a perseguire con decisione l’obiettivo di un avanzo primario del 3% del PIL entro il 2027, per ridurre in modo credibile il debito pubblico, oggi tra i più elevati dell’Eurozona.

Per raggiungere tale obiettivo, il Fondo suggerisce misure concrete: proseguire nella lotta all’evasione fiscale, razionalizzare le spese fiscali, riformare le agevolazioni forfettarie per i lavoratori autonomi e aggiornare i valori catastali. Il FMI sottolinea anche la necessità di evitare nuove misure di spesa non coperte, incluso nel settore della difesa, e invita a utilizzare con prudenza strumenti come le garanzie pubbliche.

Sistema finanziario solido, ma da monitorare

Il settore bancario italiano si conferma ben capitalizzato e liquido, con una redditività in crescita. Tuttavia, restano alcune fragilità, in particolare tra gli istituti meno significativi (LSI). Il FMI raccomanda di rafforzare la vigilanza, migliorare la gestione del rischio di credito e proseguire nel monitoraggio della qualità degli attivi, anche alla luce delle incertezze geopolitiche e commerciali. Apprezzata, in tal senso, l’iniziativa della Banca d’Italia per garantire la sicurezza informatica delle banche minori.

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Le riforme strutturali come motore di rilancio

Secondo il FMI, l’Italia deve accelerare l’attuazione del PNRR e affiancare al piano un nuovo programma di riforme capace di rilanciare la produttività, stimolare l’innovazione e favorire l’inclusione nel mercato del lavoro. In particolare, si raccomanda di:

  • Aumentare la partecipazione femminile al lavoro, migliorando l’accesso ai servizi per l’infanzia e riformando le detrazioni per i coniugi a carico;

  • Favorire la crescita delle imprese innovative e la diffusione delle tecnologie digitali;

  • Rimuovere gli incentivi fiscali che penalizzano le imprese di medie e grandi dimensioni;

  • Rafforzare l’efficienza del mercato del capitale di rischio;

  • Attuare pienamente il nuovo codice della crisi d’impresa.

Clima, energia e resilienza: sfide strategiche

Il FMI evidenzia come i rischi climatici e la sicurezza energetica siano diventati temi macroeconomici centrali per l’Italia, particolarmente esposta per via della sua dipendenza da importazioni energetiche e del peso di settori vulnerabili come l’agricoltura e il turismo. Il Piano Nazionale Energia e Clima 2024 fornisce un buon punto di partenza, ma richiede maggiore ambizione. Servono investimenti infrastrutturali, potenziamento della rete elettrica e una più decisa integrazione nei mercati europei dell’energia per raggiungere gli obiettivi climatici al 2030. In conclusione, secondo il Fondo, l’Italia mostra segni di resilienza, ma la crescita resta modesta e vulnerabile. Per il FMI, la chiave per un futuro economico più solido passa per una gestione fiscale rigorosa, un settore finanziario robusto e soprattutto per riforme strutturali coraggiose. Il tempo stringe: la finestra del PNRR si sta chiudendo, e la sfida è ora trasformare le risorse europee in crescita sostenibile e inclusiva. (@OnuItalia)



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