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«Dimezzati i giovani Under 34»


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La fotografia demografica dell’artigianato veneto è chiara: il settore sta attraversando una metamorfosi profonda e silenziosa, ma dagli effetti dirompenti. Il numero complessivo dei lavoratori autonomi artigiani è sceso a 146.189 unità, con un calo del -4,5% rispetto all’anno precedente. Ma ciò che preoccupa di più non è solo il numero, quanto l’età.

Quasi la metà degli artigiani (70.398) ha oggi tra i 49 e i 64 anni. La fascia tra i 35 e i 49 anni, che nel 2014 rappresentava il cuore pulsante del settore (il 45,5% del totale), si è drasticamente assottigliata: oggi conta 46.191 lavoratori, pari a circa un terzo del totale. E i giovani? Gli under 34 sono solo 12.209, l’8,3% del totale. In dieci anni sono diminuiti del -46,7%. Al contrario, gli over 65 sono sempre di più: 17.391 artigiani veneti continuano a lavorare anche dopo la pensione. Rispetto al 2014 sono aumentati del +35,2%. Solo nell’ultimo anno la crescita è stata del +3,7%. Un’inversione di tendenza che si sta ormai cronicizzando: tra il 2022 e il 2023, mentre i giovani imprenditori (under 34) sono calati del -16,7% e quelli tra i 35 e i 49 anni del -9,4%, la fascia over 65 ha continuato a crescere. Segno evidente che molti artigiani restano attivi ben oltre l’età pensionabile, spesso per mancanza di alternative o perché non trovano chi possa rilevare la propria attività. A riprova dell’exploit di alcune professioni ci sono i dati dell’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Veneto che ha calcolato tra il 2023 e il 2024 un saldo positivo di imprese artigiane per i settori di comunicazione (+22) imprese),  benessere (+86), autoriparazione (+8) ed edilizia (+686), tengono le categorie degli impiantisti e dell’artistico con un saldo tutto sommato al pari. Secondo i dati più recenti, nel giugno 2024, Confartigianato ha segnalato che il 47,6% delle posizioni richieste nel settore artigiano risultavano vacanti, pari a circa 270mila lavoratori mancanti. In Veneto il 51,4% delle imprese artigiane segnala difficoltà nel reperire personale qualificato. Inoltre, secondo le previsioni del Sistema Informativo Excelsior per il periodo 2024-2028, le opportunità di lavoro saranno tantissime, con una crescente domanda nei settori della green economy, della digitalizzazione e dei servizi alla persona. ll 39% dei nuovi lavoratori richiesti sarà composto da dirigenti, tecnici e specialisti. Saranno particolarmente richiesti profili con competenze STEM. Saranno necessari 920mila nuovi professionisti per gestire e implementare tecnologie come cybersecurity, cloud computing, big data e intelligenza artificiale. La transizione ecologica richiederà 2,4 milioni di lavoratori con competenze green, specialmente nei settori delle costruzioni sostenibili, dell’efficienza energetica e dell’innovazione industriale.

Il commento

«Quello in atto – spiega Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto – è un lento ma costante invecchiamento del tessuto imprenditoriale artigiano. Una trasformazione che rischia di compromettere il futuro del settore, se non si interviene per rendere attrattiva la professione e facilitare il passaggio generazionale. La transizione ecologica e l’adozione di nuove tecnologie intanto stanno generando una forte richiesta di figure professionali specializzate. Sono tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni, esperti in cybersecurity e data analyst, sviluppatori di applicazioni per realtà virtuale e aumentata, esperti in bioedilizia, riparazione e rigenerazione, artigiani del benessere: è a questi settori – spiega Boschetto – che dobbiamo guardare con interesse,  accompagnando i giovani in un percorso imprenditoriale. Non basta raccontare l’artigianato, bisogna metterlo al centro dell’agenda politica. Oggi molti giovani possiedono competenze trasversali e una naturale inclinazione alla creatività. Energie preziose, che spesso cercano un contesto in cui esprimersi e fare impresa in modo sostenibile, etico e innovativo. Proprio per intercettare questo potenziale, a Padova è stato avviato il percorso per istituire la prima laurea in Scienze dell’Artigianato – o “intelligenza artigiana”, promossa dal Ministero dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con l’ateneo patavino e  Confartigianato Un progetto pionieristico che punta a formare imprenditori artigiani del futuro, dotati di strumenti economici, gestionali e tecnologici, ma anche consapevoli del valore culturale e sociale del fare bene con le mani e con la testa».



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