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L’appello di Dalmasso (Satispay): «Urgente agevolare chi investe in tecnologia»


di
Alessia Cruciani

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Il ceo e fondatore dell’unicorno italiano concorda con le parole del governatore di Bankitalia Panetta e rilancia: «Sconti fiscali del 30 per cento a chi accelera sulla ricerca»

«Non si può che essere d’accordo con il governatore Panetta, purtroppo è un po’ difficile guardare all’Europa e non essere un pochino frustrati». A sostenerlo è Alberto Dalmasso, ceo e fondatore di Satispay, unicorno italiano dal 2022 (valutazione oltre 1 miliardo di dollari), con 5,5 milioni di utenti e oltre 400 mila esercenti. «Il mercato unico è una promessa mai mantenuta — continua l’imprenditore —. L’orgoglio dei singoli Stati membri è troppo forte: non hanno mai delegato davvero all’Europa le leve necessarie per far circolare beni e servizi su scala continentale. Quando parlo con le istituzioni europee della necessità di incentivare investimenti in imprese innovative, anche offrendo benefici fiscali per aziende e fondi, la risposta è sempre la stessa: la fiscalità è diversa in ogni Paese. Così si inciampa».
Secondo Dalmasso, servirebbe una regola semplice: tutti gli investimenti — pubblici, privati, aziendali o da parte di fondi — in società innovative, che impieghino persone specializzate e investano in ricerca e sviluppo almeno una parte del fatturato, dovrebbero essere defiscalizzati del 30% rispetto al regime fiscale del proprio Paese. «Il fatto che non si faccia — dice — impedisce a tante giovani imprese o piccole società di crescere. In più, molti fondi pensione non possono per legge investire in startup e fondi di venture capital. Serve più coraggio, in Europa e nei singoli Stati membri: bisogna puntare con decisione sulle imprese innovative a tutti i costi».

L’imprenditore ricorda anche che in gran parte dei Paesi europei sono previsti benefici fiscali solo per chi investe in startup che abbiano raccolto una cifra compresa tra i 15-20 milioni di euro perché oltre verrebbero visti come aiuti di Stato. «Mentre per competere davvero a livello globale, soprattutto con l’intelligenza artificiale, servono almeno centinaia di milioni. È responsabilità sia degli Stati sia dell’Ue trovare il modo per coinvolgere i privati, le famiglie e i fondi nel mercato dei capitali. Bisogna cambiare cultura e fare come gli americani, che valutano tutte le ragioni per cui un’azienda può avere successo. In Europa si preferisce stare lontani dalle azioni e comprare titoli di Stato con la convinzione che le aziende siano sempre a rischio fallimento».




















































Satispay oggi va oltre i servizi sui pagamenti: dopo essere entrata nel mondo del welfare aziendale e degli investimenti, Dalmasso ha annunciato il 30 maggio la nuova policy: permessi illimitati retribuiti per i 700 dipendenti. «La flessibilità è fondamentale, ci dobbiamo preoccupare di portare a bordo gente appassionata, li coinvolgiamo dando loro anche azioni della società attraverso stock options. Poi c’è un tale senso di appartenenza, che non ha senso gestire le eccezioni all’interno di regole. Satispay è un posto dove bisogna darsi da fare moltissimo, perché tutto cambia e le responsabilità crescono, però è anche il posto che ti capisce. E, se hai bisogno di flessibilità, te la concede senza limiti».

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