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per Canada e Giappone meno Usa e più Europa


Giappone e Canada hanno un obiettivo: ridurre la loro dipendenza dagli armamenti americani. E per farlo oltre alle imprese nazionali guardano all’Europa che sta sdoganando una nuova corsa agli investimenti militari per creare nuove sinergie produttive e rimpinguare i propri arsenali. Due eventi sembrano confermarlo.

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Da un lato, nelle scorse settimane la più grande edizione di sempre della fiera dell’industria militare nipponica di Makuhari, vicino a Tokyo, ha visto un’ampia partecipazione di aziende europee, 128 su 471 espositori provenienti da 33 Stati. Tokyo partecipa al programma Global Combat Air Program (Gcap) con Regno Unito e Italia, eccellenza tecnologica globale nella corsa al caccia di sesta generazione che vede alleate Leonardo, la britannica Bae e la nipponica Mitsubishi Heavy Industries.

Il Gcap è l’emblema di una cooperazione che il Giappone cavalca da quando, ricorda il Financial Times, “ha annunciato l’intenzione di aumentare la spesa per la difesa al 2% del PIL entro il 2027″, in un contesto in cui “il mercato interno degli armamenti è cambiato radicalmente in seguito all’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022”, che ha spinto Tokyo a una maggiora proiezione globale.

Dall’altro, nella giornata del 27 maggio il primo ministro canadese Mark Carney ha dichiarato che Ottawa è interessata a partecipare come appaltatore e finanziatore al programma ReArm Europe, presentando al programma Power & Politics dell’emittente nazionale CBC un’agenda che potrebbe vedere lo Stato nordamericano unirsi al progetto della Commissione Ue per ridefinire uno scenario che ad oggi, dichiara Carney, vede il Paese tre quarti del suo budget per la difesa negli Stati Uniti.

Scettici sullo scudo spaziale di Trump

Il Canada intende legarsi con maggior forza ai partner dell’Anglosfera del gruppo Five Eyes e al contempo consolidare una nuova partnership transatlantica con l’Ue, e questo spiega la reticenza con cui Ottawa si muove sull’annunciato scudo spaziale Golden Dome annunciato da Donald Trump e per l’adesione al quale del Canada Washington ha aperto serrate trattative.

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“L’industria militare canadese, relativamente piccola, è stata utilizzata per produrre equipaggiamenti canadesi, ma è anche stata un’appaltatrice abituale per la costruzione di equipaggiamenti o componenti militari americani”, nota il New York Times, aggiungendo che “le fabbriche canadesi sparse in tutto il paese producono munizioni, carri armati, aerei, sistemi di difesa tecnologici e navi militari” e potrebbero essere riconvertite a filiere comuni con l’Europa.

Parliamo di due fronti politici in cui il mutato clima securitario globale e le crescenti incertezze geopolitiche sul rapporto tra alleati occidentali può aprire un inatteso spazio all’Europa e alla sua industria militare finanziata da crescenti investimenti e appalti. Ottawa, Tokyo e l’Europa saranno il nuovo triangolo securitario dell’Occidente? Se oltre progetti come il Gcap e annunci come quello di Carney si arriverà a accordi concreti e sinergie industriali, le ricadute saranno a tutto campo: economiche, industriali, commerciali e, soprattutto, securitarie. Con buona pace di Washington.

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