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Guida pratica al riversamento spontaneo del Credito d’Imposta R&S


Con il provvedimento del 19 maggio 2025, l’Agenzia delle Entrate ha approvato un nuovo modello per accedere alla procedura di riversamento spontaneo dei crediti d’imposta per attività di ricerca e sviluppo (R&S) utilizzati in modo indebito. La finestra per presentare le domande è stata riaperta e sarà possibile inoltrarle entro il 3 giugno 2025. Questa misura, introdotta dall’articolo 5 del Dl 146/2021 e recentemente modificata dal decreto-legge n. 25/2025, mira a offrire alle imprese una chance per regolarizzare la propria posizione, evitando sanzioni e interessi.

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I crediti coinvolti in questa procedura sono quelli maturati nel periodo 2015–2019 e utilizzati indebitamente entro il 22 ottobre 2021. Le aziende che desiderano usufruire di questa opportunità devono agire con celerità, considerando i vari aspetti tecnici e normativi.

Le imprese ammesse al riversamento devono trovarsi in una delle seguenti situazioni:

  • Errori nella qualificazione delle attività di R&S ammissibili.
  • Errori nella determinazione della media storica di riferimento.
  • Errori nella quantificazione o individuazione delle spese ammissibili, in violazione dei principi di pertinenza e congruità.
  • Erronea applicazione delle disposizioni relative alle imprese che svolgono attività di R&S per committenti esteri.

È importante sottolineare che l’accesso alla procedura è precluso in caso di condotte fraudolente, utilizzo di documentazione falsa, simulazioni soggettive o oggettive, o in assenza della documentazione necessaria a dimostrare i costi sostenuti.

Decidere se aderire alla procedura di riversamento spontaneo richiede un’analisi approfondita dei costi e benefici. Tra i principali vantaggi ci sono:

  • L’eliminazione del rischio di sanzioni amministrative e penali.
  • La protezione da eventuali inibizioni sull’uso di altri crediti d’imposta.
  • La preservazione dei requisiti per partecipare a bandi o appalti pubblici.

Tuttavia, è necessario considerare i costi connessi, tra cui l’esborso finanziario per restituire gli importi indebitamente compensati e le spese professionali per la preparazione della pratica. È fondamentale valutare se i benefici derivanti dall’eliminazione dei rischi superino i costi da sostenere.

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Un elemento chiave da prendere in considerazione è la certificazione dei progetti di R&S. Sebbene non obbligatoria, la certificazione rappresenta un valido strumento per validare tecnicamente le attività svolte e mettere in sicurezza i crediti fruiti. La procedura prevede la verifica della documentazione da parte di un soggetto certificatore e può includere anche certificazioni parziali, utili per salvare almeno parte del credito.

Secondo le linee guida ministeriali, i progetti devono rispettare i criteri del Manuale di Frascati (OCSE 2015), soprattutto in termini di innovatività e incertezza tecnica. Tuttavia, è importante ricordare che l’impossibilità di certificare un progetto non implica automaticamente la mancanza dei presupposti costituitivi del credito, in quanto:

  1. Taluni crediti d’imposta maturati nel periodo 2015–2019, diversamente da quanto solitamente asserito dall’Amministrazione Finanziaria, potrebbero non essere qualificabili quali crediti “inesistenti”, pertanto i termini di accertamento ordinari risulterebbero già scaduti;
  2. L’accertamento fondato sull’applicazione dei criteri del Manuale di Frascati (OCSE 2015) viene spesso ritenuto illegittimo dalla giurisprudenza di merito, in quanto la norma pro tempore vigente non faceva alcun riferimento a tale Manuale.

Per le aziende che considerano il riversamento e/o la certificazione, è consigliabile adottare un approccio strategico che includa:

  • Un riesame tecnico dei progetti di R&S per verificarne la conformità alle Linee guida ministeriali emanate in data 4 luglio 2024 per fornire indicazioni di carattere generale e trasversale in merito ai criteri che devono essere seguiti dai valutatori per il rilascio delle certificazioni dei progetti di R&S;
  • Un controllo rigoroso della documentazione esistente, inclusa quella obbligatoria prevista dalla disciplina agevolativa dell’epoca;
  • Una verifica della congruità dei costi rendicontati rispetto alle attività svolte.

Infine, è fondamentale consultare gli esperti tributari e legali di propria fiducia per valutare i rischi e identificare una strategia integrata adatta alla situazione specifica dell’impresa.

La scelta di certificare e/o di riversare o di non fare nessuna delle due cose può dipendere da vari fattori quali: la specifica situazione aziendale, l’esito del riesame sui crediti R&S fruiti e la propensione al rischio. La strategia da adottare dovrebbe dunque derivare dalla valutazione complessiva di tutti questi elementi, non esiste una soluzione preconfezionata, serve in ogni caso un’analisi personalizzata.



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