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Milano. Un appello per trasformare lo spazio urbano in ecosistema del benessere psicologico. Un’emergenza silenziosa « LMF Lamiafinanza


CITTÀ E SALUTE MENTALE: AL POLITECNICO DI MILANO UN SEMINARIO PER RIPENSARE IL MODELLO URBANO

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Dati allarmanti e proposte concrete per una nuova cultura della città

Si è tenuto presso il CISE del Politecnico di Milano il seminario “Città e Salute Mentale – Milano tra dinamismo urbano e fragilità invisibili”, un momento di confronto interdisciplinare promosso dal PolisMaker.Lab, dall’associazione Mi’mpegno, dal Laboratorio società e salute e da APPC Martesana e Brianza. Al centro del dibattito: la necessità di ripensare le città italiane – e in particolare Milano – a partire dal benessere psicologico dei cittadini, tema sempre più rilevante anche a livello internazionale.

Salute mentale urbana: i numeri di un’emergenza silenziosa

Nel contesto urbano contemporaneo, l’equilibrio psicologico degli abitanti è messo sotto pressione da ritmi accelerati, isolamento relazionale e spazi non sempre a misura d’uomo. I dati recenti confermano un trend preoccupante:

Indicatore Valore Fonte
Italiani con disturbi psichici diagnosticati o sommersi 28% Ministero della Salute, 2024
Adolescenti con sintomi ricorrenti di ansia e tristezza 51,4% Istituto Superiore di Sanità, 2024
Lavoratori affetti da stress cronico da sovraccarico 3 su 10 INAIL, Rapporto 2024
Aumento incidenti in bicicletta a Milano +23% AREU Lombardia, 2025

Il seminario ha voluto portare al centro del discorso pubblico il legame tra progettazione urbana e salute mentale, aprendo un confronto su soluzioni che coniughino estetica, funzionalità e benessere.

Oltre l’architettura “wow”: servono città calde e relazionali

«Occorre uscire dal culto dell’architettura spettacolare» – ha dichiarato Santiago Caprio, direttore del PolisMaker Lab e membro del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite su città e benessere – «La città del futuro deve puntare su prossimità, accessibilità e relazione. Serve una nuova estetica urbana, fatta di umanità». Un concetto ribadito da Carmelo Ferraro, presidente di Mi’mpegno: «Nelle nostre città il bello e il buono ci sono ancora, anche se nascosti. Mi’mpegno da anni cerca di farli emergere. Crediamo che Milano, con la sua ricchezza umana e sociale, possa diventare un modello. Ma serve cambiare paradigma: da una città della performance a una città della cura, in cui la salute mentale sia una priorità urbana, non solo sanitaria”.».

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Il ruolo del costruito nella qualità della vita è stato evidenziato anche da Francesco Montinaro, presidente di APPC Martesana e Brianza: «I condomìni sono oggi microcosmi del disagio urbano. È urgente introdurre strumenti di mediazione psicologica condominiale e promuovere modelli di abitare collaborativo».

Anziani, giovani e spazi urbani: nuove vulnerabilità

Il tema della solitudine crescente è stato posto da Riccardo Castoldi (ASP Golgi-Redaelli): «Gli anziani non chiedono solo assistenza, ma socializzazione. Alcune infrastrutture, come certe piste ciclabili, sembrano pensate più per l’immagine urbana che per le persone. I numeri degli incidenti lo dimostrano».

Gaia Nozza, psicologa, ha evidenziato il bisogno crescente di spazi vuoti e di silenzio: «I giovani non vogliono più definirsi solo attraverso la produttività. Servono luoghi di respiro mentale». Concetto ripreso da Angelo Pezzi, medico e coordinatore del Laboratorio società e salute: «La salute mentale è inscindibile da quella fisica. Lo vediamo ogni giorno nei reparti ospedalieri. Una città sana previene, non solo cura».

Le proposte: voucher psicologici e progettazione orientata al benessere

Dal seminario sono emerse proposte operative, in linea con quanto già sperimentato in città come Barcellona, Vienna e Vancouver:

  • Creazione di spazi di prossimità nei quartieri, per favorire relazioni e convivenza armonica.

  • Mediazione psicologica nei condomìni, con voucher pubblici per chi vive situazioni di conflitto o isolamento.

  • Riprogettazione dello spazio urbano con aree non saturate, silenziose, non sempre finalizzate alla produzione o al consumo.

  • Promozione di una bellezza diffusa e sobria, quotidiana, che nutra il senso di appartenenza senza esibizionismi architettonici.

Un modello che si discosta nettamente dalle logiche competitive e performative tipiche delle città globali e si ispira a una nuova cultura della cura urbana.

Il ruolo della formazione: il Master PolisMaker

Il seminario ha visto una forte partecipazione del Master PolisMaker del Politecnico di Milano, che si conferma un polo di riferimento per la formazione di figure professionali capaci di integrare urbanistica, progettazione e scienze sociali. Il Master ripartirà a settembre con la sua sedicesima edizione.

La città che previene

La visione emersa è chiara: la città del futuro non può limitarsi a intervenire ex post sul disagio, ma deve prevenire il malessere attraverso una pianificazione centrata sulla persona. In un’epoca in cui l’urbanizzazione accelera e le fragilità si moltiplicano, la salute mentale deve diventare una priorità urbanistica oltre che sanitaria.

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