In media un residente accumula 40mila euro, ma in Borsa ne mette 18mila. Il principale motivo per non lasciare il denaro a riposo resta l’inflazione
Il valore degli investimenti dei romani in fondi, azioni e obbligazioni è cresciuto di quasi il 50% in 2 anni. È quanto emerge dall’elaborazione di dati Istat e Banca d’Italia realizzata dal sindacato dei bancari Fabi. Tuttavia l’ammontare delle somme impiegate a generare profitti continua a essere meno della metà del totale dei risparmi.
Investiti 18mila euro a testa
A fine 2024 i cittadini della provincia di Roma hanno accumulato complessivamente 170,9 miliardi, il 15,5% in più del 2022, circa 40.453 euro pro capite. Invece i soldi allocati in titoli e altri strumenti sono 77,3 miliardi (+ 47,7% nell’ultimo biennio), in media 18.302 euro a testa. «Un segnale positivo dovuto anche all’offerta di Buoni ordinari del tesoro (Bot) che hanno reso il 3% netto sul breve periodo – dice Emanuele Amenta, segretario nazionale Fabi –. Per capire cosa proporre al cliente occorre partire dal suo profilo di rischio, stabilendo gli obiettivi da raggiungere, in quanto tempo e quanta volatilità è disposto a tollerare. Noi promuoviamo la previdenza complementare». Il principale motivo per non lasciare il denaro a riposo, però, resta l’inflazione. «Tra il 2019 e il 2025 le famiglie hanno perso il 10% di potere d’acquisto – ricorda Nicolas Nati, ceo del club di investimenti in startup Akka –. Questo vuol dire che se abbiamo messo mille euro da parte oggi ne valgono 900 e se per comprare un’auto nuova servivano 20 mila euro ora ne occorrono 30 mila. La paura di perdere parte o tutto il capitale si può attenuare attraverso la diversificazione, l’esposizione graduale, l’attenta valutazione dell’asset, riserve di liquidità e il ribilanciamento periodico».
Economia e social
Tutti argomenti trattati dalla romana Starting Finance, che con oltre 2 milioni di utenti è la più grande community italiana di giovani appassionati di economia. «Bene il leggero miglioramento dei dati, ma c’è ancora molto lavoro da fare – così Marco Scioli, fondatore di Starting Finance –. Si confonde la finanza personale con la professione finanziaria e tanti ritengono complicate a priori nozioni che in realtà non lo sono. Per ridurre il divario di conoscenze non basta un singolo evento, bensì serve parlarne con costanza e in maniera pop». In questo ovviamente i social network giocano un ruolo fondamentale. Michelangelo Pensi, youtuber capitolino autore del canale Investitori Folli fa notare che «dalle interviste realizzate tra le strade di Roma vedo che mancano proprio le basi. Vero è che i rincari dei prezzi e la stagnazione degli stipendi hanno reso davvero mettere via qualcosa a fine mese».
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