Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Le aziende europee della difesa “rubano” manodopera qualificata al settore auto in crisi


Il boom della domanda di armamenti in Europa, alimentato dalle crescenti tensioni geopolitiche e dall’aumento degli investimenti pubblici nel settore militare, sta innescando una profonda trasformazione nel mercato del lavoro industriale. Le principali aziende della difesa sono alla ricerca di migliaia di nuovi lavoratori specializzati e, per colmare il gap di competenze, stanno puntando dritto verso il settore automotive: un comparto storicamente forte ma oggi in difficoltà, stretto tra la transizione verso l’elettrico, la concorrenza cinese e la stagnazione della domanda di veicoli.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Il risultato è una vera e propria “fuga” di ingegneri, tecnici e operai specializzati dall’auto verso la difesa, con conseguenze che rischiano di ridisegnare gli equilibri industriali europei dei prossimi anni.

Settore difesa in espansione: domanda di competenze e caccia ai talenti

L’industria europea della difesa vive una fase di espansione senza precedenti, trainata da nuovi ordini e dal riarmo generalizzato. Aziende come Renk, Hensoldt e Rheinmetall stanno assumendo a ritmi record, con la necessità di integrare rapidamente figure altamente qualificate, in particolare nei campi dell’ingegneria, dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie digitali. Leonardo, colosso italiano del settore, ha dichiarato che questa è “la fase più intensa di ricerca di nuovi assunti nella storia recente”, superiore persino ai periodi di conflitto come la guerra in Iraq o in Afghanistan.

Il problema principale, però, è la carenza di manodopera specializzata. Nonostante l’aumento degli stipendi – in alcuni casi fino all’8% nel 2024, con ulteriori rialzi previsti per il 2025 – le aziende faticano a trovare profili con le giuste competenze. Per questo motivo, la strategia dominante è quella di “rubare” nei settori affini, primo fra tutti l’automotive, dove la presenza di ingegneri esperti in produzione di serie, lean manufacturing e digitalizzazione rappresenta una risorsa preziosa per l’industria della difesa, che punta a incrementare efficienza e qualità nei nuovi stabilimenti.


Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Quanto guadagna un ingegnere? Gli stipendi medi in Italia

Automotive in crisi tra transizione elettrica e rischio esuberi

Di fronte a questa offensiva, il settore automobilistico europeo appare sempre più vulnerabile. La transizione verso l’elettrico, imposta da regolamenti ambientali più stringenti e dalla pressione competitiva dei produttori cinesi, sta mettendo a dura prova le case automobilistiche, soprattutto in Germania e in Italia. La domanda di veicoli elettrici resta debole, i costi di produzione sono elevati e la concorrenza sui prezzi è feroce. Secondo le stime di Deutsche Bank, in Germania sarebbero a rischio almeno 100.000 posti di lavoro nel settore auto, a causa della sovraccapacità produttiva e della necessità di riconvertire gli impianti.

Il settore difesa si presenta dunque come una valvola di sfogo per la manodopera in esubero: ingegneri, tecnici e operai specializzati trovano nuove opportunità in un comparto in forte crescita, spesso con condizioni economiche più favorevoli e prospettive di stabilità. Anche i sindacati, come IG Metall, riconoscono la necessità di facilitare questa transizione, pur mettendo in guardia contro una politica industriale sbilanciata che rischia di penalizzare la manifattura civile a vantaggio di quella militare.


Settore auto, la classifica dei Paesi in cui la manodopera è più costosa

Una trasformazione strutturale del lavoro industriale europeo

La migrazione di competenze dall’auto alla difesa non è solo una soluzione temporanea, ma rischia di diventare una trasformazione strutturale per il tessuto industriale europeo. L’Unione Europea stessa, con la nuova strategia “Union of Skills”, punta a rafforzare la formazione e la mobilità dei lavoratori tra settori strategici, per garantire l’autonomia produttiva e la sicurezza continentale. Tuttavia, l’integrazione di personale proveniente dall’automotive non è priva di sfide e occorre investire in programmi di reskilling e aggiornamento tecnologico, dato che la difesa richiede competenze sempre più avanzate in AI, big data e sistemi digitali.

Il rischio, secondo alcuni osservatori, è che la corsa agli armamenti possa sottrarre risorse e talenti all’innovazione civile, rallentando la transizione verde e la competitività europea nei settori ad alto valore aggiunto. Allo stesso tempo, però, questa “migrazione” rappresenta un’opportunità storica per riassorbire parte degli esuberi del settore auto e rilanciare la manifattura in chiave tecnologica e strategica.


Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

Tutti questi marchi automobilistici falliranno. La previsione degli esperti



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Microcredito

per le aziende