Un paio di settimane fa si è tenuto il 4eCom Main Event 2025, appuntamento di riferimento per il mondo dell’e-commerce. Una giornata ricca di contenuti, con 15 speaker che hanno approfondito due temi chiave per le imprese del futuro: Intelligenza Artificiale e sviluppo sostenibile. L’AI è ormai parte integrante del business digitale, in particolare nell’e-commerce, in cui si trasformano radicalmente i modelli di vendita, comunicazione e relazione con i clienti. In Italia, il settore è in forte crescita: entro fine 2025 il mercato dello shopping online dovrebbe raggiungere 74,91 miliardi di dollari, con un incremento annuo previsto dell’8,31% fino al 2029. Il 74% dei vendor italiani utilizza già soluzioni AI: il 29% in modo completo, il 45% in fase di test, mentre il 27% sta ancora valutando l’adozione. Ne parliamo con Matteo Flora, professore, imprenditore e fondatore di The Fool (ospite di DailyOnAir – The Sound Of Adv).
In quali punti dell’e-commerce l’intelligenza artificiale ha saputo entrare in maniera più appropriata?
«Chiediamoci piuttosto in quali punti non sia entrata… Chi la utilizza ha trovato cose positive, pensiamo solo alla produzione dei contenuti, tra modelle, shooting, posizionamento, influencer, tutte attività che comporterebbero un certo esborso di denaro e che ora invece vengono bypassate proprio grazie all’intelligenza artificiale. Molto è stato rimodulato con grandi risparmi micidiali, soprattutto per le piccole realtà. E poi, le traduzioni: basta con le bestialità in mille lingue, con le traduzioni bislacche; ora si traduce e si adatta per le diverse lingue/culture e ritengo sia un bene. E ancora: l’AI automatizza il processo creativo dell’adv online, o almeno la grande parte, pensiamo ai banner. Infine, sono cambiate le modalità di consumo: siamo nel primo anno, dal 2015, in cui le ricerche su Google sono diminuite e non dipende certo dalla riscoperta della vita privata. La realtà è che buona parte delle ricerche è affidato alle domande, quindi una fetta significativa delle raccomandazioni di prodotto arriva dai chatbot, una rivoluzione epocale per il cliente».
Come cambia il lavoro in ufficio?
«È una trasformazione già vista, pensiamo ai tempi in cui si parlò per la prima volta dei siti e-commerce e li si contrappose ai negozi sotto casa. In simili situazioni appaiono due tipologie di comportamento: chi non si aspetta nessun cambio e chi si sta già muovendo; questi ultimi si mangeranno i primi e potrebbero essere aziende piccole e più agili che hanno poco da perdere. In generale, la domanda da farsi è: posso veramente sostituire un impiego ben preciso? Dipende, ma senza disperarsi o esaltarsi, è un dato di fatto che fa parte del progresso, oggi come ieri e non è per tutti, il mercato è da sempre competitivo e continuerà a esserlo. Ancora non sappiamo chi si gioverà e chi perderà spazio, è però questo il momento di sperimentare».
Cosa le ha lasciato soprattutto il 4eCom Main Event?
«L’idea che viviamo il momento perfetto per approcciarci al mercato dell’e-commerce. La barriera all’ingresso iniziale, del mero lavoro, dall’affacciarsi in un determinato mondo, viene assorbita dall’AI, e per realtà che prima non avevano il capitale iniziale da cui partire è un evento determinante».
Sul fronte The Fool, quali sono stati i principali cambiamenti della nuova era?
«Dal gestire la comunicazione di realtà grandi o medio grandi dal punto di vista reputazionale siamo passati a un ‘governo delle narrative’, a una visione dei contenuti più strategica e studiata, il che è ancora più importante in un’era in cui le implementazioni tecniche e quindi l’accesso non sono più chimere, tutt’altro».
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