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People Readiness: la vera sfida è l’AI


Cosa si intende per People Readiness?

La people readiness, in particolare nell’ambito digitale si riferisce alla preparazione e alla capacità delle persone di adattarsi e prosperare in un ambiente di lavoro sempre più influenzato dalla tecnologia digitale. In un’era caratterizzata da rapidi progressi tecnologici, la readiness delle persone è diventata un elemento cruciale per lo sviluppo delle organizzazioni che cercano di innovare e rimanere competitive.

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People readiness: una questione (anche) di competenze

La people readiness implica che i dipendenti abbiano le competenze necessarie per utilizzare efficacemente le nuove tecnologie e adattarsi ai cambiamenti nei processi aziendali. Questo include non solo competenze tecniche come possono i green skill nel caso dell’ESG, oppure ome la capacità di utilizzare software avanzati e strumenti digitali, ma anche competenze trasversali, come il pensiero critico, la risoluzione dei problemi e la capacità di lavorare in team virtuali.

Una preparazione e una formazione continua

Un aspetto fondamentale della people readiness è la formazione continua. Le organizzazioni devono investire in programmi di sviluppo delle competenze per garantire che i loro dipendenti siano aggiornati sulle ultime tecnologie e tendenze digitali. Questo non solo migliora la produttività e l’efficienza, ma aumenta anche la motivazione e la soddisfazione dei dipendenti, che si sentono più sicuri e valorizzati nel loro ruolo.

Un nuovo approccio anche culturale per favorire la people readiness

La people readiness richiede anche un cambiamento culturale all’interno delle organizzazioni. È essenziale promuovere una cultura dell’innovazione e dell’apprendimento continuo, dove i dipendenti siano incoraggiati a sperimentare nuove idee e a condividere conoscenze. Questo ambiente aperto e collaborativo è fondamentale per sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie digitali.

Cosa si intende per People Readiness in relazione all’Intelligenza Artificiale?

La people readiness per l’intelligenza artificiale nel mondo ESG è un concetto che si concentra sulla preparazione delle persone a lavorare efficacemente con le tecnologie di AI. In un mondo in cui l’Intelligenza artificiale sta rapidamente trasformando settori e modelli di business, è essenziale che i dipendenti siano pronti ad adattarsi a questi cambiamenti per sfruttare appieno le opportunità offerte con particolare attenzione al rapporto tra intelligenza artificiale ed etica.

La readiness delle persone per l’AI implica lo sviluppo di competenze specifiche che vanno oltre la semplice comprensione tecnica. Include la capacità di interpretare i dati generati dall’AI, prendere decisioni basate su questi dati e collaborare con sistemi automatizzati. Le competenze trasversali, come il pensiero critico, la creatività e la capacità di risolvere problemi complessi, diventano ancora più importanti in un contesto in cui l’AI automatizza compiti ripetitivi.

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La people readiness riguarda poi in particolare i temi dell’intelligenza artificiale per il bene sociale ed è essenziale per garantire che le organizzazioni possano trarre il massimo vantaggio dalle tecnologie emergenti. Preparare le persone a lavorare con l’AI non solo migliora le performance aziendali, ma contribuisce anche a creare un ambiente di lavoro più innovativo e resiliente, capace di affrontare le sfide del futuro.

Un rapporto sempre più diretto tra People Readiness e ESG

La people readiness è un concetto fondamentale che impatta significativamente le strategie ESG delle organizzazioni in particolare sulla “S” di Social. Preparare le persone a lavorare in un contesto sempre più digitale e sostenibile è cruciale per il successo delle iniziative ESG, poiché le persone sono al centro di qualsiasi trasformazione aziendale.

La prospettiva ambientale

Dal punto di vista ambientale, la people readiness contribuisce a promuovere pratiche sostenibili attraverso l’educazione e la formazione. I dipendenti preparati sono più consapevoli dell’impatto ambientale delle loro azioni e possono adottare comportamenti più ecologici, come ridurre gli sprechi e ottimizzare l’uso delle risorse. Inoltre, la formazione continua su tecnologie verdi e pratiche sostenibili aiuta le aziende a ridurre la loro impronta ecologica e a raggiungere gli obiettivi ambientali.

Inclusione e diversità nella S di Social

Sul fronte sociale, la people readiness è essenziale per promuovere l’inclusione e la diversità all’interno delle organizzazioni. Preparare le persone significa anche garantire che tutti i dipendenti abbiano accesso alle stesse opportunità di sviluppo e crescita, indipendentemente dal loro background. Questo approccio inclusivo non solo migliora il morale e la soddisfazione dei dipendenti, ma rafforza anche la coesione e la collaborazione all’interno dei team.

Corporate governance e people readiness

Per quanto riguarda la corporate governance, la people readiness supporta una gestione aziendale più trasparente ed etica. I dipendenti ben preparati sono più propensi a comprendere e rispettare le politiche aziendali e i codici di condotta, contribuendo a creare una cultura organizzativa basata sull’integrità e la responsabilità. Inoltre, la formazione su temi di governance, come la gestione del rischio e la conformità normativa, assicura che le organizzazioni siano meglio equipaggiate per affrontare le sfide legali e reputazionali.


Il primo “People Readiness Report” di Kyndryl

Per comprendere al meglio il fenomeno è utile fare riferimento al primo “People Readiness Report” di Kyndryl uno studio che ha visto il coinvolgimento di oltre 1.000 dirigenti senior in diversi comparti del business e della tecnologia in rappresentanza di 25 industrie e otto aree geografiche,.

La prima importante evidenza dello studio riguarda il netto disallineamento tra gli investimenti in Intelligenza artificiale e la preparazione effettiva delle persone. 

A questo riguardo lo studio invita a riflettere su alcuni dati e alcune convinzioni particolarmente significative.

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People readiness: una questione che riguarda la stragrande maggioranza delle aziende

L’Intelligenza artificiale è già molto diffusa considerando che Il 95% delle imprese ha già investito in AI

Una quota molto elevata pari al 45% dei CEO ritiene che la maggior parte dei dipendenti sia resistente verso l’Intelligenza artificiale.

Una percentuale che supera il 70% (71%) dei responsabili aziendali non considera i propri dipendenti pronti per sfruttare questa tecnologia in modo adeguato.

Infine il tema dei talenti e delle competenze con il 51% dei CEO che denuncia una mancanza di talenti in grado di gestire in modo adeguato l’AI in azienda.

Differenze di People readiness in funzione dei settori e dei mercati

Nell’era digitale, l’intelligenza artificiale emerge come una forza trainante di innovazione e trasformazione. Tuttavia, la sua adozione non è uniforme attraverso tutti i settori: alcune industrie avanzano rapidamente, mentre altre stentano a tenere il passo. Questa disparità solleva questioni cruciali sulla preparazione del personale e sugli investimenti necessari per sfruttare appieno le potenzialità dell’AI. Allo stesso tempo, esistono aziende definite come AI Pacesetters, che si distinguono per l’adozione proattiva e innovativa delle tecnologie AI, stabilendo nuovi benchmark di successo.

L’importanza del coordinamento tra leadership aziendale e strategie tecnologiche

Affrontare le sfide legate all’adozione dell’AI richiede un coordinamento efficace tra leadership aziendale e strategie tecnologiche, elementi fondamentali per navigare con successo il panorama in continua evoluzione dell’intelligenza artificiale. Un compito fondamentale in termini di Corporate Governance e Accountability.

Investimenti in AI e preparazione del personale: un divario significativo

Nonostante l’ampia diffusione degli investimenti in intelligenza artificiale, con il 95% delle aziende che hanno già destinato risorse in questo settore, emerge una discrepanza notevole tra la capacità tecnologica acquisita e la prontezza del personale a gestirla efficacemente.

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People readiness come fattore che incide sulla competitività aziendale

Come già citato il 71% dei leader aziendali constata che i propri dipendenti non sono adeguatamente preparati a sfruttare le potenzialità dell’AI, evidenziando una lacuna nella formazione e nel supporto necessari per trasformare questi investimenti in vantaggi competitivi reali. Questo disallineamento sottolinea l’urgente necessità di strategie mirate per l’integrazione della formazione tecnologica nell’ambiente lavorativo, al fine di massimizzare i rendimenti degli investimenti in AI.

People Readiness: i settori più pronti e meno pronti all’adozione dell’AI

L’eterogeneità nella preparazione all’adozione dell’intelligenza artificiale si manifesta chiaramente tra i vari settori industriali. Mentre il settore bancario e finanziario mostra un livello di prontezza superiore, grazie forse alla sua familiarità pregressa con tecnologie avanzate per la gestione del rischio (rischio bancario) e la personalizzazione dei servizi, il comparto sanitario si trova in una fase molto più arretrata. Queste differenze settoriali non solo riflettono disparità nelle competenze digitali preesistenti ma anche nelle strategie adottate dalle leadership per promuovere una cultura dell’innovazione e del cambiamento continuo all’interno delle organizzazioni.

Chi sono gli AI Pacesetters e cosa fanno di diverso

Una minoranza di aziende, identificate nel report come AI Pacesetters, dimostra che è possibile ottenere successi significativi attraverso l’implementazione dell’intelligenza artificiale.
Questi leader del settore si distinguono non solo per l’uso avanzato dell’IA ma anche per il loro approccio proattivo alla gestione del cambiamento e alla formazione dei dipendenti. Implementano strategie di change management tre volte più efficaci rispetto alle altre aziende e mostrano una minor resistenza interna verso l’AI, risultando meno propensi a temere impatti negativi sull’engagement dei dipendenti. Queste pratiche avanzate suggeriscono un modello di integrazione dell’AI che altre aziende potrebbero aspirare a replicare.

Sfide chiave nell’adozione dell’AI e come superarle

Superare le barriere all’adozione dell’intelligenza artificiale richiede un approccio multifocale. Le sfide principali includono la gestione del cambiamento, la fiducia dei dipendenti nell’IA e il gap di competenze. Per affrontare questi ostacoli, è fondamentale sviluppare una cultura aziendale che valorizzi l’apprendimento continuo e il rinnovamento delle skill. Inoltre, è cruciale implementare processi che facilitino l’inventario delle competenze attuali dei dipendenti per identificare chiaramente le necessità formative. Solo così le organizzazioni possono realmente trasformare le sfide in opportunità di crescita e innovazione.

L’importanza di coordinare leadership e strategie tecnologiche

La sinergia tra la leadership aziendale e le strategie tecnologiche è essenziale per capitalizzare pienamente le potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale. I CEO, spesso ancora nelle fasi iniziali del processo di adozione tecnologica, devono lavorare a stretto contatto con CIO e CTO per garantire che le infrastrutture tecnologiche siano adeguatamente supportate. Un approccio coordinato non solo accelera l’integrazione dell’AI ma facilita anche una maggiore armonizzazione tra gli obiettivi tecnologici e quelli aziendali più ampi, creando una base solida per l’innovazione continua e sostenibile.

People readiness e intelligenza artificiale: quali prospettive

In un’era segnata da rapidi avanzamenti tecnologici, l’intelligenza artificiale rappresenta uno strumento indispensabile per il progresso industriale e competitivo. Tuttavia, come abbiamo esplorato nei diversi aspetti dell’adozione dell’AI, è evidente che si tratta di un viaggio complesso e sfaccettato. Gli AI Pacesetters, le aziende che stanno definendo il ritmo nell’implementazione dell’AI, dimostrano che un approccio coordinato e ben informato può effettivamente tradursi in successi tangibili e scalabili. La chiave per superare le sfide inerenti all’AI e minimizzare il divario tra i diversi settori non risiede solo nell’investire in tecnologie avanzate, ma anche nel garantire che la leadership sia strategicamente allineata e che il personale sia adeguatamente preparato. Affrontare queste dimensioni con una visione olistica è essenziale per sfruttare pienamente le potenzialità dell’AI, trasformando le sfide attuali in opportunità future.

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