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HCOB PMI® Settore Manifatturiero Eurozona: a maggio i volumi della produzione aumentano per il terzo mese consecutivo


Il settore manifatturiero dell’eurozona ha registrato a maggio un altro aumento mensile consecutivo della produzione, che estende l’attuale sequenza di espansione a tre mesi. Anche la domanda di beni dell’Eurozona ha mostrato segni di stabilizzazione dopo un periodo prolungato di contrazione, mentre le aziende sono state meno aggressive con i tagli all’occupazione, agli acquisti di input e alle scorte. Per quanto riguarda la fiducia delle imprese, gli ultimi dati dell’indagine HCOB hanno mostrato un aumento al livello più alto da febbraio 2022 con un valore superiore alla media storica.

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L’HCOB PMI® del Settore Manifatturiero Eurozona, che misura lo stato di salute delle aziende manifatturiere dell’eurozona ed è redatto da S&P Global, è salito a maggio a 49.4 da 49.0 di aprile, portando quindi l’indice a un valore vicino alla soglia di non cambiamento di 50.0 mostrando quindi una stabilizzazione e un nuovo allentamento della contrazione del settore manifatturiero. A metà del secondo trimestre, l’indice principale ha raggiunto il livello massimo da agosto 2022.

Tra i paesi dell’eurozona monitorati dove sono disponibili i dati PMI manifatturieri disponibili, i risultati dell’ultimo sondaggio hanno mostrato un miglioramento delle condizioni in Grecia, che a maggio è stato il paese con le prestazioni migliori, e in Spagna che ha riportato una nuova espansione dopo tre mesi di deterioramento. Le restanti nazioni invece hanno evidenziato cali mensili, ma per lo più marginali. L’economia manifatturiera francese si è quasi stabilizzata, con il relativo PMI in salita ai massimi di 28 mesi. La Germania si è collocata a fine classifica, anche se con un settore manifatturiero che ha registrato il deterioramento delle condizioni tra i più deboli degli ultimi tre anni.

Per la terza volta consecutiva su base mensile, a maggio la produzione manifatturiera dell’area dell’euro ha riportato un aumento. Il tasso di crescita è rimasto invariato rispetto a quello di aprile e quindi il più rapido da marzo 2022. Detto questo, la ripresa è stata nel complesso modesta.

A metà del secondo trimestre, le condizioni della domanda sono rimaste sostanzialmente stabili e rispetto all’andamento degli ultimi tre anni, ciò ha segnato un miglioramento, poiché i nuovi ordini erano precedentemente fortemente diminuiti in media da maggio 2022. Anche le vendite estere (incluso il traffico intra eurozona) si sono avvicinate alla stabilizzazione, con il rispettivo indice HCOB che ha registrato un massimo in 38 mesi e appena al di sotto del livello neutrale di 50.0. Con le condizioni di vendita che mostrano timidi segnali di ripresa, a maggio i progressi compiuti nello smaltimento del lavoro inevaso dell’eurozona sono rallentati. Il tasso di esaurimento è stato infatti il più debole da giugno 2022.

I produttori di beni manifatturieri dell’Eurozona hanno subito a maggio una flessione, ma in misura minore rispetto agli ultimi tempi. L’attività di acquisto si è ridotta al ritmo più lento registrato dall’inizio dell’attuale periodo di declino, iniziato quasi tre anni fa. Le giacenze di acquisti sono diminuite al valore più basso dall’aprile 2023, mentre le scorte dei prodotti finiti sono calate al tasso più debole degli ultimi sette mesi. Per quanto riguarda l’occupazione manifatturiera, pur continuando a diminuire (come avviene ininterrottamente da due anni), lo ha fatto al livello minore da settembre 2023.

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A maggio, i costi dei fattori produttivi sono nel frattempo diminuiti per il secondo mese consecutivo, a un tasso di contrazione che inoltre è stato il più rapido degli ultimi 14 mesi. È stato evidente che le aziende hanno trasferito quanto risparmiato sui costi ai loro clienti, poiché i prezzi alla vendita sono stati scontati per la prima volta da febbraio.

Guardando al futuro, i dati dell’indagine di maggio hanno evidenziato una ripresa della fiducia delle imprese in tutto il settore manifatturiero dell’area dell’euro. Il livello di ottimismo è salito ai massimi da febbraio 2022 ed è stato superiore alla media di lungo termine.

Classifica PMI® Manifatturiero per paese di maggio

Grecia 53.2 valore invariato

Spagna 50.5 massimo in 4 mesi

Francia 49.8 (flash: 49.5) massimo in 28 mesi

Italia 49.2 minimo in 2 mesi

Paesi Bassi 49.0 minimo in 4 mesi

Austria 48.4 massimo in 32 mesi

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Germania 48.3 (flash: 48.8) minimo in 2 mesi

*I dati dell’Irlanda saranno pubblicati il 3 giugno

Commento

Analizzando i dati PMI, Dr. Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Continua ancora la tendenza al rialzo del PMI principale, indicando il proseguirsi della ripresa. Ciò è supportato dall’aumento della produzione osservato da marzo. Il dato che è particolarmente incoraggiante è l’incremento della produzione in tutte e quattro le principali economie dell’eurozona, che evidenzia quanto davvero sia diffusa tale ripresa. Con il terzo aumento mensile consecutivo della produzione, la tendenza storica suggerisce che c’è una probabilità del 72% di osservare nel prossimo mese un nuovo aumento. Naturalmente, un grande rischio all’orizzonte, che potrebbe offuscare tali prospettive, è la possibilità che gli Stati Uniti aumentino significativamente i dazi sulle importazioni dell’UE. Le aziende sono tuttavia notevolmente più ottimiste rispetto al mese scorso riguardo a un aumento della produzione nei prossimi dodici mesi, il che dimostra una certa resilienza, anche di fronte a potenziali mosse protezionistiche dall’altra parte dell’Atlantico. A maggio le economie trainanti dell’Europa sembrerebbero funzionare in sincronia. La produzione è aumentata in Germania, Francia, Italia e Spagna, suggerendo che dei fattori in comune stanno guidando la ripresa. Tra questi ci sono i dazi statunitensi, che probabilmente hanno spinto gli acquirenti statunitensi a effettuare ordini in anticipo. Detto questo, la Francia non ha beneficiato di questa tendenza tanto quanto le altre nazioni. Nel frattempo, i tassi di interesse più bassi e il calo della quotazione del petrolio e del gas stanno dando un po’ di respiro all’intero settore. Guardando al futuro, si prevede che le aziende tedesche supereranno le loro controparti europee, grazie in gran parte alle politiche fiscali espansive del nuovo governo. La BCE sta notando qualche stimolo positivo per i tagli dei tassi di interesse previsti. Dopo due mesi di crescita, il settore industriale ha ricominciato a tagliare i prezzi di vendita, fornendo quindi alla banca centrale un po’ di tempo in più nel procedere con i tagli dei tassi di interesse. I minori prezzi dell’energia, che hanno contribuito a ridurre i costi dei fattori produttivi, sono probabilmente il principale motore di questo cambiamento.”

Immagine di pch.vector su Freepik



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