Il presidente di Confindustria: «Auspichiamo che il governo difenda Pirelli, un’eccellenza del nostro Made in Italy»
Dopo che il consiglio di Pirelli ha deliberato il venir meno del controllo del gruppo da parte della cinese Sinochem su Pirelli («ai sensi del principio contabile Ifrs 10, con voto a maggioranza») e dopo il voto contrario al bilancio della società da parte dei consiglieri di Pechino, la Bicocca vive una complessa fase di ridefinizione degli assetti di controllo. «Pirelli è oggi in stallo. Serve una risposta forte del Paese. Auspichiamo che il governo difenda Pirelli, un’eccellenza del nostro Made in Italy», ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini a margine di un
evento a Parma. «Senza una riduzione stabile della quota di Sinochem sotto il 25%, Pirelli non potrà crescere negli Usa, con gravi ricadute anche in Italia: molte nuove assunzioni e importanti investimenti sarebbero infatti a rischio».
Il nodo Usa
Le nuove leggi Usa vietano l’accesso al mercato a società con soci pubblici cinesi su tecnologie sensibili, come il Cyber Tyre. Lo sviluppo globale di Pirelli rischia perciò una brusca frenata a causa della presenza del socio cinese Sinochem (37%), legato allo Stato cinese. Il Governo italiano
era già intervenuto nel 2023 con il Golden Power, ma Sinochem continua a ostacolare il management italiano, opponendosi al bilancio.
La risposta del ministro Adolfo Urso
Non si è fatta attendere la risposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine di un evento a Fiumicino, rispondendo a chi gli ha chiesto dell’appello di Confindustria su Pirelli: «Il governo è attivo e vigile nell’ambito di una procedura della Golden Power che è stata già realizzata. Il governo è stato in campo da subito secondo le regole europee e italiane che riguardano la procedura della Golden Power anche alla luce dei provvedimenti americani su cui stiamo molto attenti per le ricadute che possono avere su questa importante e significativa impresa multinazionale italiana, a cui garantiremo ovviamente come sempre il pieno sostegno».
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