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Risparmiare sui costi dell’energia e aiutare l’ambiente con i fondi Pnrr per le CER


di Marco Bresci*

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PISTOIA – Non abbiamo la sfera di cristallo per leggere il futuro, ma sicuramente ci attende un periodo difficile a livello economico, sociale, politico ed ambientale.

È pure vero che le crisi sono opportunità di crescita. La necessità di ridurre le emissioni dei gas serra e l’incertezza sui costi e sugli approvvigionamenti dell’energia ci spingono sempre più verso le fonti rinnovabili. Nel tempo questa scelta si rivelerà vincente.

Un impianto fotovoltaico è la miglior forma di investimento che si ripaga da sé per un’azienda che consuma energia.

Se ci sono incentivi e/o contributi, è più breve il tempo di ritorno dell’investimento.

Per i Comuni piccoli, con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, c’è un contributo a fondo perduto del 40% (PNRR) per nuovi impianti fotovoltaici o per potenziamento di impianti esistenti.

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La domanda da inoltrare al GSE scadrà il 30 novembre 2025.

Il Ministro del MASE Gilberto Pichetto Fratin ha recentemente firmato un Decreto Ministeriale per estendere la richiesta del contributo a fondo da parte di tutti coloro che risiedono in Comuni con popolazione fino a 50.000 abitanti. Tutto ciò proprio per favorire lo sviluppo delle CER e la produzione di energia con le rinnovabili.

La Corte dei Conti entro 30 giorni dalla firma del Decreto lo esaminerà per l’approvazione e la pubblicazione definitiva (entro il mese di giugno).

La procedura per la richiesta del contributo del PNRR ha necessità dei seguenti passaggi:

Primo passo

Adesione ad una Comunità energetica rinnovabile (CER) attiva sul proprio territorio e riconosciuta dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE).

Secondo passo.

Presentazione da parte di una società che lavora sull’efficientamento energetico di una proposta per un impianto fotovoltaico sulla base dei consumi effettivi negli ultimi 12 mesi. Sottoscrizione dell’offerta con versamento di un acconto.

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Terzo passo

Sopralluogo tecnico (entro pochi giorni dalla sottoscrizione del contratto) per le verifiche ai fini della presentazione del progetto ad ENEL e poi al GSE.

Quarto passo

La società si attiva per la richiesta di allacciamento all’impianto fotovoltaico con ENEL (circa 30 giorni).

Quinto passo

Una volta avuto il preventivo di connessione dall’ENEL dell’impianto progettato, tramite il portale GSE viene inoltrata la richiesta di accesso al contributo. Il GSE nell’arco di circa 60 giorni risponde per confermare ed assegnare il codice identificativo (CIG) da apporre in tutte le fatture.

Le domande devono pervenire al GSE entro il 30 novembre 2025.

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Sesto passo

Realizzazione dell’impianto fotovoltaico entro il 31 dicembre 2026.

È pertanto iniziato il conto alla rovescia per l’accesso al contributo a fondo perduto. Si deve tenere conto della pausa estiva che rallenta l’espletamento delle pratiche e del grande numero di domande che si prevede arriveranno per avere alzato la soglia da 5.000 a 50.000 abitanti.

Ne consegue che occorre iniziare subito le pratiche, perché i rischi sono duplici: i tempi potrebbero non essere sufficienti per lo svolgimento di tutte le pratiche entro il 30 novembre 2025; il fondo del PNRR di 2,2 miliardi potrebbe esaurirsi per il sopraggiungere di un gran numero di richieste dai vari Comuni d’Italia con il nuovo Decreto Ministeriale del MASE sulle CER.

Per un’azienda la scelta di appartenere ad una CER è importante anche dal punto di vista del marketing e della comunicazione, perché un numero crescente di persone è orientato verso la green economy.

Il fotovoltaico è una scelta verso una parziale autosufficienza ed indipendenza dalle oscillazioni sui costi e dalle incertezze sugli approvvigionamenti dell’energia.

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L’Italia deve importare sia energia che materie prime e ciò è a scapito della competizione.

Sull’energia si può intervenire.

Orientarsi verso l’economia circolare, verso le fonti rinnovabili e verso scelte condivise significa essere più competitivi sul mercato internazionale.

Per le imprese che non hanno compiuto la transizione ecologica sarà sempre più difficile accedere al credito a condizioni favorevoli.

Per i privati ci sono più possibilità. Per coloro che risiedono in Comuni sotto 50.000 abitanti possono fare richiesta del contributo del PNRR.

I residenti in Comuni con più di 50.000 abitanti possono ricorrere alla detrazione fiscale IRPEF del 50% (in 10 anni) sul costo sostenuto per impianti fotovoltaici e di accumulo, con un limite massimo di spesa di 96.000 euro.

A tutto ciò si aggiungono gli incentivi per 20 anni per lo scambio di energia fra i membri di una CER.

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Se le comunità energetiche si svilupperanno come si deve si prospettano altri benefici per il territorio di appartenenza e per i membri partecipanti. Oggi si inizia a condividere l’energia prodotta a chilometro zero da fonti rinnovabili (autoconsumo collettivo), ma un domani si potranno condividere anche la raccolta di acqua piovana, i prodotti agricoli di orti comunitari, alcuni servizi sociali per anziani e fasce bisognose.

Le CER sono uno dei pochi strumenti che abbiamo per fare del bene al territorio e per migliorare la qualità dei rapporti tra le persone. È risaputo che l’unione fa la forza, specie in tempi così difficili come quelli attuali. La resilienza è maggiore là dove ci sono rapporti di buon vicinato.

In fin dei conti siamo tutti sulla stessa barca, o ci si salva tutti o non ci si salva.

*ingegnere, presidente dell’associazione onlus Orizzonte Green.



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