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La farmaceutica in espansione. L’orgoglio della ricerca


L’Istituto Superiore di Sanità, il Consiglio nazionale delle Ricerche, 4 Università di medicina di livello internazionale, 8 Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, l’87,8% delle aziende farmaceutiche del Lazio sono nella sua provincia. Ecco la “faccia” di Roma troppo poco conosciuta. Quella che lavora e produce in nome della sanità pubblica. Che sia l’industria, il laboratorio di ricerca, l’ospedale. Pochi esempi per illuminare questo mondo. Nel 2023 l’Istituto superiore di Sanità ha vinto 19 progetti nell’ambito delle azioni dei programmi quadro 2021-2027 “Horizon Europe” e “EU4Health”, a cui si aggiungono altri 7 progetti nell’ambito di altre iniziative europee per un totale di circa 15 milioni di euro, un dato in crescita rispetto al 2022. Altri 9 progetti sono stati finanziati nell’ambito di bandi competitivi internazionali. Al Policlinico Gemelli, negli ultimi anni, la ricerca ha fatto un balzo in avanti: oltre 650 progetti nel 2023, 693 nel 2024 più 1.679 pubblicazioni nel 2023, 1.801 del 2024. Il Cnr, nell’area di Roma, continua a far crescere un peculiare “laboratorio” di sperimentazioni. Parliamo dell’area territoriale di Ricerca di Roma 1 con una superficie di 87 ettari. È nel Comune di Montelibretti: ospita 11 istituti e 400 esperti, impegnati in progetti di ricerca multidisciplinari sia nazionali sia internazionali. Qui vengono studiate e sviluppate nuove molecole farmacologicamente attive. Obiettivo: comprendere in dettaglio i meccanismi molecolari alla base di processi fisiologici e patologici di maggiore impatto, con l’obiettivo di sviluppare approcci terapeutici e diagnostici mirati e personalizzati. Tra il 1992 e il 2022 la Fondazione Santa Lucia Irccs ha prodotto circa 10mila lavori di ricerca in collaborazione con i più importanti atenei romani, primi su tutti l’Università di Roma Tor Vergata e l’Università Sapienza di Roma, affiancati da ulteriori collaborazioni tra le quali la più importante è con l’Università degli studi di Roma Tre.

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I NUMERI

Ecco, in grande sintesi, una parte di quella “faccia” di Roma che viene oscurata da giganti come la sua monumentalità, l’onda turistica, la presenza della politica, il commercio. Eppure, si tratta di una, “faccia” che vanta grandi numeri. Nella produzione come nell’export. L’industria farmaceutica del Lazio si contraddistingue per un’intensa attività innovativa, una base produttiva ben consolidata e un elevato numero di imprese, che pesano per il 15,4% sul totale nazionale e rappresentano il 61,8% delle aziende del settore operanti nell’Italia centrale. Le imprese farmaceutiche della regione sono localizzate, quindi, per l’87,8% in provincia di Roma (il 13,1% sono aziende farmaceutiche di Pomezia), per l’8,4% in provincia di Latina, per il 2,8% nel frusinate e per il restante 1% in provincia di Rieti. Nel 2024, l’export regionale ha toccato quota 32 miliardi di euro: 40% riguarda la farmaceutica. Così come emerge dallo studio “Distretti industriali e poli tecnologici del Lazio” effettuato dal Research department di Intesa San Paolo. Sul territorio c’è ormai una particolare specializzazione nei settori avanzati, in particolare, oltre alla farmaceutica, l’aerospazio e le telecomunicazioni. Proprio il polo farmaceutico ha rivelato una crescita del 27,3%. A trainare sono stati soprattutto gli scambi con gli Stati Uniti. Bene anche le esportazioni verso Belgio (+7,6%), Paesi Bassi (+14,4%), Germania (+23,7%), Irlanda (64,6%) e Austria (69,6%). Nei primi 9 mesi del 2024 le esportazioni del polo farmaceutico del Lazio hanno avuto un valore complessivo pari a 10,2 miliardi di euro, il 25,7% in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel gennaio 2025, l’export ha raggiunto quasi 49 miliardi di euro.

UN VOLANO

La buona tenuta delle esportazioni dei distretti laziali, in un contesto di domanda mondiale molto debole, è un segnale significativo di competitività, oltre che la conferma dell’eccellenza produttiva delle nostre Pmi e di una cultura d’impresa solida, radicata nel territorio ma proiettata verso i mercati esteri, propensa a innovare e a investire sempre e comunque – spiega Roberto Gabrielli, direttore regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo. La produzione farmaceutica è formata in prevalenza da aziende che realizzano medicinali e altri preparati farmaceutici come sieri immuni, vaccini, medicinali, preparati omeopatici, anticoncezionali, preparati medici diagnostici, bende, garze, ovatte e cerotti contenenti sostanze farmaceutiche (65,4%) e da aziende che realizzano prodotti farmaceutici di base come vitamine, antibiotici, acidi salicilici e acetilsalicilici, zuccheri chimicamente puri ed emoderivati per uso farmaceutico (21,5%). Con una media di 120 dipendenti. Il primo maggio scorso il presidente Mattarella ha visitato la Bsp Pharmaceuticals, azienda attiva nella fornitura di servizi all’industria farmaceutica con focus in oncologia innovativa e nella produzione di nuovi biofarmaci per l’immunoterapia. Durante l’incontro con vertici e dipendenti ha ricordato il ruolo di questo settore: «La farmaceutica, nel Lazio, costituisce un vero e proprio distretto di eccellenza. È un punto di forza per il nostro Paese. Lo è della nostra economia: sul solo mercato degli Stati Uniti, l’esportazione di farmaci e medicamenti per scopi terapeutici è stata, nel 2023, di 4.356 milioni di dollari e lo è sul piano sociale, della salute della popolazione. Ben lo sapete in questo stabilimento, così impegnato sul fronte della ricerca e produzione di farmaci d’avanguardia antitumorali e di contrasto a malattie neurodegenerative. Avete l’opportunità di grande livello, affascinante, di vedere da vicino come il frutto del lavoro che si svolge contribuisca alla salute delle persone, al miglioramento delle cure, alla qualità del vivere, al potenziamento della stessa scienza della vita». Proprio negli ultimi tempi le realtà della regione sembrano aver avuto ulteriore spinta economica. Nuovi progetti sono stati annunciati. Un investimento da due miliardi di euro nel prossimo quadriennio (2025-2029) dell’azienda danese Novo Nordisk ha l’obiettivo di ampliare lo stabilimento farmaceutico di Anagni e la sua capacità produttiva. Si chiama “Novo Nordisk fill and finish expansion Anagni” ed è il progetto tramite cui l’azienda intende puntare sul nostro Paese. Un’iniziativa accolta positivamente dal Consiglio dei ministri che l’ha definita di “preminente interesse strategico”. Takeda, la più grande casa farmaceutica del Giappone, ha presentato i primi risultati del piano di investimenti quinquennale annunciato nel 2021 pari a 350 milioni di euro. I fondi, destinati a impianti innovativi e tecnologicamente avanzati per la produzione di plasmaderivati, hanno creato 150 nuovi posti di lavoro. A Roma, in viale Manzoni a due passi da San Giovanni, il colosso nipponico ha stabilito il suo quartier generale alimentato al 100% da energia rinnovabile e certificato Leed Gold. «Siamo molto contenti del fatto che Takeda abbia aperto questa sede modernissima e innovativa in un quartiere storico importante che ospita luoghi della cultura ma anche dell’innovazione – ha commentato nell’occasione il sindaco di Roma Roberto Gualtieri – La presenza di un grande gruppo farmaceutico mondiale è per noi motivo di orgoglio, vogliamo che la città si caratterizzi sempre di più come luogo di storia, di arte, ma anche di impresa avanzata».

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