Una recente ricerca ha messo a confronto due modi di distribuire i sussidi alle imprese in Italia e ha mostrato come la discrezionalità politica nell’assegnazione dei fondi aumenti significativamente i costi per ogni nuovo posto di lavoro creato. Lo studio esamina dati economici molto ampi e si concentra soprattutto sull’effetto che ha sui territori, con particolare attenzione al Mezzogiorno.
L’analisi sulle modalità di assegnazione dei fondi pubblici alle imprese
Lo studio, intitolato Making Subsidies Work: Rules vs. Discretion, è stato realizzato da quattro economisti italiani, supportati da metodi avanzati di machine learning e modelli econometrici. I ricercatori hanno esaminato 26 miliardi di euro elargiti a 77.000 imprese italiane tramite la legge 488/92, uno dei più ampi programmi di aiuti alle imprese nel paese. Questo ha creato una sorta di esperimento naturale, dando modo di confrontare due approcci antitetici all’assegnazione delle risorse.
I due metodi a confronto
Il primo metodo si basa su criteri oggettivi: si valuta l’entità degli investimenti privati, il numero di nuovi lavoratori previsti e altre variabili tecniche precise. Il secondo invece si fonda sulla discrezionalità dei politici locali che possono assegnare i fondi secondo priorità territoriali o altre valutazioni meno trasparenti e più soggettive. La ricerca ha indagato come questi due sistemi influenzino i costi finali per la creazione di occupazione.
I risultati che indicano un forte impatto della discrezionalità politica
Dai dati emerge un quadro chiaro: quando i sussidi sono distribuiti dai politici locali, senza scelte basate su regole trasparenti e misurabili, il costo per ogni posto di lavoro creato sale del 42%. Al contrario, un sistema che si affida esclusivamente a criteri tecnici oggettivi ridurrebbe il costo dell’11%.
Ancora più importante, una modalità di assegnazione costruita per massimizzare i risultati effettivi dei progetti, quindi calibrata sui dati concreti di ritorno economico, sarebbe in grado di dimezzare i costi rispetto allo scenario attuale. Questo risulta particolarmente rilevante per regioni come quelle del Mezzogiorno, dove l’allocazione efficiente delle risorse pubbliche potrebbe condurre a benefici tangibili ma ancora oggi fatica a realizzarsi.
Cifre chiave e impatti territoriali
- 42% aumento dei costi per ogni nuovo posto di lavoro con discrezionalità politica
- 11% riduzione dei costi con criteri oggettivi
- potenziale dimezzamento dei costi con assegnazione basata sui ritorni economici concreti
Legge 488/92 e il contesto italiano degli aiuti alle imprese
La legge 488/92, uno degli strumenti principali per gli aiuti al business in Italia, ha svolto un ruolo cruciale in questo caso di studio. Il programma ha garantito grandi volumi di fondi a un numero elevato di imprese in tutto il paese, creando una vasta base di dati con cui valutare gli effetti economici e sociali degli aiuti.
Un laboratorio economico senza precedenti
La possibilità di analizzare in dettaglio i progetti finanziati, il tipo di investimenti realizzati e il lavoro generato ha trasformato questo intervento legislativo in un laboratorio economico senza precedenti. Ciò ha permesso di evidenziare limiti e potenzialità degli interventi pubblici, con un impatto diretto sulle politiche di sviluppo locale.
Implicazioni per le politiche di sviluppo e la gestione dei fondi pubblici
La ricerca porta a riflettere sulle modalità migliori per gestire i finanziamenti pubblici alle imprese, un tema centrale soprattutto in Italia, dove spesso l’assegnazione dei fondi si presta a logiche politiche locali. L’aumento del 42% nei costi per la creazione di posti di lavoro dovuto alla discrezionalità dei politici locali indica una perdita economica significativa.
Dare priorità a criteri oggettivi, trasparenti e diretti sul rendimento concreto del capitale investito potrebbe rendere più efficace l’intervento pubblico, salvaguardando risorse e migliorando i risultati. La dimensione del Mezzogiorno, tradizionalmente più fragile sul mercato del lavoro, evidenzia come un uso più rigoroso e basato su dati avrebbe potuto stimolare meglio l’occupazione e l’economia locale.
Controllo e trasparenza per il futuro
Ciò sottolinea l’urgenza di strumenti di controllo e di progettazione delle politiche di sussidio che privilegino la trasparenza e il merito dei progetti imprenditoriali, superando i limiti della politica discrezionale sui territori.
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