Strada più complicata per i diplomifici e più agevole per chi contrattualizza un dottore di ricerca. Sono alcune delle novità contenute nel sesto decreto attuativo del Pnrr approvato alla Camera con 155 voti favorevoli e 78 contrari. Il provvedimento, nato su iniziativa del ministero dell’Istruzione e del merito (Mim), inizialmente mirava ad accelerare l’attuazione del Pnrr nella scuola, ma ha via via incorporato anche una serie di misure significative per l’università e la ricerca.
Tra le principali novità, l’introduzione di un credito d’imposta da 10mila euro per le imprese che assumono a tempo indeterminato dottori di ricerca e ricercatori. Una misura che punta a rendere più attrattivo l’inserimento dei profili altamente qualificati nel mondo del lavoro, e che andrà a sostituire il precedente sgravio contributivo da 3.750 euro annui (fino a 7.500 euro totali), risultato inapplicato a livello nazionale.
Sempre sul fronte accademico, il decreto introduce nuovi strumenti contrattuali per i post-dottorati, in particolare gli “incarichi post-doc” e gli “incarichi di ricerca”, destinati a colmare il vuoto che separa il titolo di dottore di ricerca dall’avvio di una carriera accademica. Le nuove formule contrattuali, previste anche per le istituzioni Afam e gli atenei, permetteranno maggiore flessibilità nella gestione dei progetti scientifici, ma sono finite nel mirino dell’opposizione, che denuncia il rischio di incentivare ulteriormente il precariato.
Il decreto porta con sé interventi di rilievo anche per le scuole umbre, a partire da una stretta decisa contro i diplomifici. Viene infatti vietata la possibilità per uno studente di sostenere nello stesso anno due esami in istituti diversi, anche se di tipo differente, e vengono introdotti paletti più rigidi per l’attivazione di classi terminali locali. Tutte le scuole statali e paritarie, comprese quelle della regione, dovranno inoltre dotarsi obbligatoriamente di pagella elettronica, registro online e protocollo informatico.
In Umbria nell’anno 2023 – 2024 sono stati registrati 109.291 studenti nelle scuole statali, mentre 3.457 alle paritarie. Gli studenti che hanno affrontato l’esame di maturità sono stati complessivamente 7.516. Di questi, 7.396 provenivano da scuole statali, mentre 120 da paritarie. Questi dati evidenziano che oltre il 98% degli studenti umbri ha conseguito il diploma in istituti statali, mentre meno del 2% ha frequentato scuole paritarie. Nel 2024, su 401 classi coinvolte nell’esame di maturità, 393 erano di scuole statali e 8 di scuole paritarie.
Sul fronte del reclutamento, il decreto amplia le graduatorie degli idonei all’insegnamento, consentendo così a più candidati di accedere alle assunzioni. In parallelo, vengono stanziate nuove risorse per i dirigenti scolastici, per l’acquisto di libri di testo gratuiti o semigratuiti destinati agli studenti in difficoltà economica e per il potenziamento degli asili nido, ambito particolarmente sentito anche in molti comuni umbri.
Importante novità anche per i docenti con contratti a termine: la Carta del docente, finora riservata ai soli insegnanti di ruolo, sarà estesa già da quest’anno scolastico anche ai supplenti annuali su posto vacante, una platea significativa anche in Umbria, dove molti insegnanti operano in condizioni di precarietà.
Il provvedimento rilancia infine l’istruzione tecnica e rafforza gli interventi per il contrasto alle dipendenze e al disagio giovanile, prevedendo un incremento della formazione rivolta al personale scolastico.
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