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IN AFFANNO GERMANIA, FRANCIA E SPAGNA, PER PMI ITALIANE VALGONO OLTRE 300 MILIARDI


Germania, Francia e Spagna – i tre principali partner economici dell’Italia in Europa – mostrano segnali di affanno sul fronte industriale, con una produzione in netto calo ad aprile. Un dato che solleva preoccupazioni anche per le prospettive della nostra economia, fortemente interconnessa con quella dei Paesi dell’Eurozona.

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In Germania, l’output industriale è sceso dell’1,4% su base mensile, risentendo della frenata delle esportazioni verso gli Stati Uniti e del venir meno degli effetti temporanei che avevano sostenuto il dato di marzo. 

In Francia, la produzione cala anch’essa dell’1,4%, zavorrata dal crollo dell’energia e della raffinazione. Anche la manifattura mostra segnali di debolezza. 

In Spagna, dopo due mesi positivi, la produzione perde lo 0,8%, pur mantenendo un lieve incremento su base annua.

È quanto emerge da un documento del Centro studi di Unimpresa, secondo cui gli scambi intercommerciali tra l’Italia ei suoi tre principali partner europei – Germania, Francia e Spagna – costituiscono l’ossatura delle relazioni economiche italiane nell’Eurozona, con un valore complessivo che supera i 300 miliardi di euro annui.

«Il rallentamento simultaneo di questi tre Paesi rappresenta un fattore di rischio significativo per l’Italia, il cui export e la cui filiera industriale dipendono in larga misura dagli scambi intra-Ue. Se la ripresa dell’industria europea dovesse ulteriormente rallentare, si creerebbero effetti a catena anche per le nostre imprese, in particolare per le pmi manifatturiere» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora

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Secondo il Centro studi di Unimpresa, rallenta la produzione industriale in Europa: ad aprile, le tre principali economie dell’Eurozona – Germania, Francia e Spagna – registrano un calo dell’output industriale su base mensile, segnalando un primo trimestre 2025 ancora instabile per il comparto manifatturiero europeo.

Il dato più significativo arriva dalla Germania, dove la produzione è diminuita dell’1,4% rispetto a marzo, quando si era registrato un +2,3%. Un’inversione attesa dagli analisti: la performance positiva del mese precedente era stata probabilmente drogata dalla tempistica della Pasqua e da un’accelerazione delle esportazioni verso gli Stati Uniti (+10,5% a marzo, -10,5% ad aprile) in vista dell’entrata in vigore dei nuovi dazi americani.

Secondo le ultime indagini di fiducia ei dati sugli ordinativi, tuttavia, il settore manifatturiero tedesco potrebbe aver superato il proprio punto di minimo, pur in un contesto ancora fragile. In Francia, il calo della produzione è stato altrettanto marcato (-1,4% m/m) e inatteso, dopo il marginale +0,1% del mese precedente. A pesare sul dato complessivo è soprattutto la contrazione del comparto e energetico della raffinazione, in calo da quattro mesi consecutivi, penalizzati da temperatura più alte della media stagionale.

La sola lavorazione ha segnato un -0,6% m/m, interrompendo due mesi di crescita. In Spagna, la flessione è stata più contenuta (-0,8% m/m) ma segna la fine di un biennio espansivo. Tuttavia, su base annua, l’industria spagnola continua a distinguersi nel panorama europeo: la produzione è infatti cresciuta dello 0,6% rispetto ad aprile 2024, a fronte di un calo del 2,1% in Francia e dell’1,8% in Germania. Ne emerge la conferma di un quadro eterogeneo per l’industria europea, ancora in bilico tra la fine della fase recessiva e segnali di ripresa incerta. 

Gli scambi intercommerciali tra l’Italia ei suoi tre principali partner europei – Germania, Francia e Spagna – costituiscono l’ossatura delle relazioni economiche italiane nell’Eurozona, con un valore complessivo che supera i 300 miliardi di euro annui. La Germania è di gran lunga il primo mercato di sbocco per le esportazioni italiane (oltre 70 miliardi di euro l’anno) e anche il primo fornitore di beni per il nostro Paese, con una fitta integrazione delle filiere industriali, in particolare nei settori meccanico, automobilistico e chimico.

La Francia, secondo partner commerciale dell’Italia, assorbe ogni anno oltre 60 miliardi di export tricolore, soprattutto nei comparti della moda, dell’agroalimentare, della farmaceutica e della componentistica.

Anche gli scambi con la Spagna sono in forte crescita: nel 2024 l’interscambio ha sfiorato i 50 miliardi di euro, trainato dall’energia, dall’automotive e dai beni di consumo. In questo contesto, ogni rallentamento delle economie di Berlino, Parigi e Madrid si riflette rapidamente sulla domanda di beni italiani, mettendo sotto pressione le nostre PMI più esposte all’export intra-europeo.

Grafico – Produzione industriale ad aprile

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Ufficio Stampa Unimpresa
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