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“Meno burocrazia e più formazione”: gli industriali ripartono da Robiglio


L’orgoglio di essere un territorio fra i motori dell’industria italiana con una quota export in costante crescita, l’attenzione delle aziende alla tutela del capitale umano, una forte concezione sociale dell’impresa, la consapevolezza di far parte di un territorio che sta per ospitare uno dei maggiori investimenti in campo europeo sul fronte industriale. Ma anche la necessità di un costo energetico minore per essere più competitivi, di una maggiore formazione, della lotta alla contraffazione. Sono i temi toccati ieri nell’aula magna dell’Università nel corso dell’assemblea generale degli industriali di Novara, Vercelli e Valsesia, che ha visto il presidente Carlo Robiglio subentrare a Gianni Filippa.

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«In questi anni l’associazione degli imprenditori ha fatto molto – ha ricordato Filippa – ora tocca a Robiglio incrementare l’attività». E Robiglio ha messo in evidenza la sfida economica e sociale che attende il territorio: «Nei prossimi anni Novara e il territorio attrarranno colossali investimenti e questo è già oggi una grande opportunità destinata a cambiare le prospettive di questa parte di Piemonte. Come Confindustria dovremo essere protagonisti di questa evoluzione per la crescita delle imprese, i giovani, le nostre comunità. Le ricadute degli investimenti sull’area novarese possono diventare un ponte per lo sviluppo di tutto il quadrante dell’associazione. Dobbiamo lavorare quasi in simbiosi con le amministrazioni perché questi investimenti diventino volano per la crescita». Il neo presidente ha posto l’attenzione sullo sviluppo nella comunità e sui territori di «una forte cultura di impresa, come crescita delle aziende a livello dimensionale, di competenze e di competitività mantenendo sempre al centro la persona. Dovremo anche rafforzare il rapporto con le nuove generazioni, avvicinando sempre più giovani alle imprese e aumentando sinergie e rapporti con il mondo della scuola, in un territorio in cui i “neet”, che non studiano e non lavorano, sono il 20%. Il calo demografico ha un forte impatto anche sulla carenza di manodopera».

Il presidente di Confindustria Piemonte, Andrea Amalberto ha ricordato che «lo scopo di questa assemblea è mettere a sistema energie e competenze per avanzare una proposta su cinque cardini. Più medie imprese, attraverso aggregazioni e crescita interna, per rafforzare il sistema produttivo; più connessioni tra start-up, pmi e grandi imprese; più semplificazione e tempi certi; più attenzione ai territori, con proposte concrete da portare avanti con determinazione. La politica accompagni questa trasformazione con visione lunga, che vada oltre a quelle elettorali».

La politica, attraverso il presidente della Regione Alberto Cirio in collegamento video da Kiev, ha risposto presente: «Entro fine estate approveremo una legge che dimezzerà i tempi burocratici per le pratiche urbanistiche, con beneficio per tutti i Comuni piemontesi». I lavori si sono conclusi con l’intervista di Giuseppe Bottero, vicedirettore de La Stampa, al presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che sul tema dell’energia, uno dei maggiori ostacoli alla competitività, ha detto che «serve il coraggio di tutti, senza divisioni politiche, per trovare un sistema che ci consenta di avere una produzione continua. Non si può parlare solo di sforare il patto di stabilità per le armi; credo che invece l’industria debba essere posta al centro e su questo serve puntare su ricerca e sviluppo. Sui dazi si deve accelerare nella negoziazione; questo capitolo ci preoccupa, ma è l’incertezza che crea pericoli perché può colpire settori che già soffrono».



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