L’intelligenza artificiale entra in Parlamento e lo fa con tre progetti che vedranno l’integrazione di sistemi di Ai a supporto del lavoro di Montecitorio. “Sì, lo so, c’è qualcuno che forse vorrebbe un Parlamento gestito da una macchina che sostituisca i politici nelle aule, ma per fortuna non parliamo di questo”, scherza la vicepresidente della Camera, Anna Ascani, in quota Partito democratico, che poi illustra a Wired il percorso fatto dal comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera dei deputati che segue i dossier sull’AI, da lei presieduto, per avviare la sperimentazione lanciata circa un anno fa che si concretizzerà con il rilascio, nei prossimi giorni, dei prototipi.
“In realtà il lavoro è iniziato molto più di un anno fa, perché abbiamo recuperato quello che era stato già avviato nella scorsa legislatura. Le nostre audizioni si sono svolte tra l’inizio del 2023 e l’inizio del 2024, perché nel frattempo è arrivata ChatGPT che ha cambiato un po’ tutto. Abbiamo ascoltato esperti, rappresentanti delle big tech che ci hanno detto su cosa stavano investendo e siamo stati in missione negli Stati Uniti. A quel punto abbiamo presentato un report e svolto una call con università, centri di ricerca e realtà interessate al progetto”, racconta.
Così l’intelligenza artificiale aiuterà a scrivere le leggi e i documenti
Insomma, il primo approccio per vagliare il ricorso all’intelligenza artificiale in Parlamento è stato di studio. E non poteva essere altrimenti: le potenzialità e i rischi legati all’intelligenza artificiale si sono palesati con lo sviluppo delle varie applicazioni e per individuare i possibili punti di contatto con le istituzioni era necessario conoscere, almeno a grandi linee, lo stato dell’arte. A quel punto si è potuto procedere con i progetti veri e propri, coinvolgendo i soggetti che hanno poi lavorato allo sviluppo degli applicativi.
“Alla call – spiega ancora Anna Ascani – hanno partecipato 28 realtà tra atenei, istituti di ricerca, società già avviate e piccole start up. Ne abbiamo premiate tre, una per ogni ambito su cui volevamo intervenire implementando il lavoro esistente con l’intelligenza artificiale. Il primo prototipo sarà al servizio dell’amministrazione della Camera e potrà essere usato per facilitare la redazione dei dossier, il secondo sarà al servizio dei deputati che saranno aiutati nel lavoro di scrittura delle leggi e degli atti, in particolare degli emendamenti che spesso richiedono lunghe ricerche negli archivi. Si semplificherà la stesura e la pulizia dei testi, che spesso mostrano duplicazioni, incoerenze e altro”.
Oggi, quando i parlamentari scrivono leggi o emendamenti, sono costretti a lunghe operazioni di ricerca. Spesso, per mettere mano a leggi esistenti o scriverne di nuove, bisogna tornare indietro di decenni per trovare il punto esatto della normativa vigente su cui intervenire. Con l’implemento dell’intelligenza artificiale questa operazione dovrebbe velocizzarsi non poco. Tuttavia, sarà importante prevenire le cosiddette “allucinazioni” che talvolta ingannano gli applicativi e creano risultati totalmente falsati.
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