Competitività, sicurezza e mercato al centro del confronto tra esperti e istituzioni all’evento di Anie Rinnovabili
Accelerare la transizione energetica, rendere il costo dell’energia più sostenibile per famiglie e imprese, rafforzare la competitività industriale e la sicurezza del sistema elettrico nazionale. Sono stati questi i temi al centro del convegno “Le fonti rinnovabili ed i prezzi dell’energia elettrica: analisi, dinamiche, scenari prospettici”, svoltosi oggi a Milano con la partecipazione di esperti del settore, rappresentanti delle istituzioni e stakeholder dell’energia.
L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di confronto: partendo da un’analisi dei dati effettivi del Mercato del Giorno Prima, sono stati esplorati potenziali scenari dei prezzi dell’energia elettrica derivanti dalla penetrazione delle fonti rinnovabili (FER) in coordinamento con lo stoccaggio elettrico.
Come ricordato anche dal Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, nel recente intervento all’Assemblea plenaria di Bologna, la riduzione strutturale del costo dell’energia è una priorità nazionale alla base della transizione energetica del Paese: una questione non solo ambientale, ma economica e strategica.
Nel 2024 le FER hanno coperto il 42% del fabbisogno elettrico nazionale, e si prevede che questa quota salga al 65% entro il 2030. Un trend reso possibile da meccanismi di sostegno come il Contratto per differenza a due vie (previsto dal DM FER 1, dai nuovi DM FER X, dall’Energy Release) che, oltre a garantire la bancabilità degli impianti, restituiscono valore alla collettività in caso di alti prezzi sul mercato elettrico.
Durante il convegno è emersa con forza la necessità di un meccanismo di disaccoppiamento tra il prezzo delle rinnovabili e quello del gas. Attualmente, il prezzo dell’energia elettrica venduta sul mercato all’ingrosso è fortemente influenzato dal costo del gas, a causa del funzionamento del meccanismo del prezzo marginale. Questo sistema prevede che il prezzo dell’elettricità venga determinato in base al costo dell’impianto più costoso necessario a soddisfare la domanda in un dato momento: nella maggior parte delle ore dell’anno si tratta di centrali termoelettriche alimentate a gas.
Tuttavia, quando la produzione da fonti rinnovabili è più abbondante – o addirittura sufficiente a coprire la domanda marginale – si osserva un abbassamento del Prezzo Unico Nazionale (PUN), a dimostrazione del potenziale delle FER nel contenere i costi dell’energia.
Nei primi mesi del 2025 il prezzo dell’energia elettrica (PUN, Prezzo Unico Nazionale) ha raggiunto i 121 €/MWh, mentre il fotovoltaico e l’eolico sono in grado di produrre energia a costi ben più bassi (tra 55 e 80 €/MWh), con un evidente effetto distorsivo sulle opportunità offerte dalle FER.
Al centro del dibattito, durante l’evento milanese, le possibili riforme del sistema di formazione del prezzo dell’energia, tra cui il superamento dell’attuale indicizzazione al PUN, con l’obiettivo di costruire un mercato più equo, resiliente e allineato agli obiettivi di decarbonizzazione. Ma anche la necessità di sbloccare i 150 GW di impianti rinnovabili fermi per ragioni burocratiche, e avviare una riforma del mercato all’ingrosso che rifletta realmente i vantaggi delle FER per l’economia e i cittadini.
“L’Italia – ha affermato Andrea Cristini, Presidente di Anie Rinnovabili – non può portare avanti da sola la riforma del disaccoppiamento, perché si tratta di un sistema frutto di meccanismi di funzionamento definiti a livello europeo. Ma è altrettanto vero che, per esigenze energetiche, competenze industriali e sviluppo delle rinnovabili, il nostro Paese ha oggi tutti i requisiti per esercitare una leadership autorevole nel processo di riforma del mercato elettrico. L’Italia può e deve essere protagonista di una transizione che garantisca maggiore sicurezza negli approvvigionamenti e una riduzione strutturale del costo dell’energia per cittadini e imprese.”
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