“Ci impegnamo a restituire a La Perla lo splendore che merita”, le prime parole dell’imprenditore
Salva grazie a “Mister Brunello di Montalcino“. Dopo lunghe vicissitudini aziendali e diversi fallimenti che hanno lasciato centinaia di lavoratrici senza stipendio, La Perla prova a ripartire con una nuova proprietà. Lo storico marchio della lingerie di lusso rinasce grazie al salvataggio di un imprenditore americano, Peter Kern, che ha investito 25 milioni e garantito l’occupazione di tutti e 210 di dipendenti. Assumerà anche 40 nuovi addetti.
Un segnale di rilancio che arriva dall’ex manager di Expedia Group, innamorato dell’Italia, che nella sua tenuta toscana produce vino e olio. La lingerie non è il suo core business e infatti secondo indiscrezioni sarebbe stata la moglie a convincerlo e ad acquisire il brand. “Ci impegnamo a restituire a La Perla lo splendore che merita“, le prime parole dell’imprenditore, collegato dagli Usa con il tavolo ministeriale a Roma che ha ufficializzato l’acquisizione.
Chi è Peter Kern
Peter Kern è l’ex amministratore delegato di Expedia, società cui fa capo, tra l’altro, il portale di prenotazioni Trivago. Si divide fra gli States e l’Italia. In Toscana è proprietario di villa Bibbiani, storica dimora della famiglia Frescobaldi sulle colline di Firenze. Qui ha creato un’azienda agricola specializzata nella produzione di vino e di olio, due eccellenze locali. Questi suoi investimenti gli sono valsi il soprannome di “Mister Brunello”.
Da oggi nella galassia delle sue imprese compare anche La Perla, acquisita all’asta, battendo la concorrenza di marchi come Lovable e Calzedonia. A convincere i liquidatori è stato il piano di rilancio dell’azienda, che prevede l’assunzione di tutti i 210 dipendenti, 30 milioni di investimenti per lo stabilimento bolognese e un potenziamento della rete di vendita.
Il miliardario americano Peter Kern sarà il nuovo presidente, mentre alla guida torna come ad, dopo alcuni anni, Paolo Vannucchi, già alla guida negli ultimi mesi della proprietà di Silvio Scaglia e all’inizio dell’epoca di Lars Windhorst.
Marchio storico, vicissitudini travagliate
Per La Perla è il quarto passaggio di proprietà dalla nascita dell’azienda, nel 1954, nel laboratorio artigianale di Ada Masotti. La Perla si era caratterizzata come marchio raffinato e di lusso fra gli anni Cinquanta e Sessanta: ricamo Cornelly, macramè, seta soutache lo distinguono dagli altri brand di lingerie. Lo sviluppo continua per decenni, finché la gestione rimane nelle mani della famiglia Masotti, che lancia anche linee di costumi da bagno, corsetti, senza esitare a sperimentare con le nuove tecnologie e i materiali innovativi.
Nel 2004, la cessione al fondo americano di John Hansen che avvia – tra l’altro – una collaborazione con lo stilista Jean Paul Gautier. Ma l’azienda entra in crisi e nel 2013 la proprietà porta i libri in tribunale. Ad acquisirla per 69 milioni è Silvio Scaglia, imprenditore che ritenta la strada dell’alta moda. L’azienda avvia la sua linea su misura e debutta in passerella alla settimana della moda di Parigi. Ma gli investimenti da 350 milioni non producono margini.
Nel 2018 Scaglia vende al fondo olandese di Lars Windhorst, specializzato in investimenti a rischio: dalle miniere di carbone e piantagioni in Africa ai cantieri navali di Flensburg, fino all’acquisto della Herta Berlino, squadra che gioca nella Bundesliga. Il nome di Windhorst finisce in mezzo a scandali legati a emissioni obbligazionarie e la crisi della Perla si aggrava. Dai 1500 dipendenti d’inizio anni Duemila si scende a poche centinaia, senza stipendio dallo scorso ottobre. Non c’è più un bilancio in utile.
Nel 2023, il marchio finisce in procedura concorsuale, mentre i lavoratori danno vita a proteste e presidi, chiedendo garanzie sul proprio futuro. Oggi si scrive un nuovo capitolo.
La soddisfazione del ministro Urso
“È una giornata straordinaria per il Made in Italy, per le lavoratrici e i lavoratori che ci hanno sempre creduto: il salvataggio de La Perla è oggi realtà. Abbiamo restituito prospettiva e futuro a un’icona globale della moda italiana. Ringrazio Luxury Holding LLC e Peter Kern, da cui è pervenuta l’offerta migliore, sia sotto il profilo economico che occupazionale”, esulta il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso al tavolo della Perla oggi al Mimit.
Soddisfatti anche gli amministratori locali. “Oggi si conclude per La Perla una lunga fase di incertezza e si riprende la scrittura di una storia che viene da lontano e ha l’ambizione di durare nel tempo – ha detto l’assessore al lavoro dell’Emilia-Romagna, Giovanni Paglia – Se possiamo raccontarla, il merito è delle lavoratrici che hanno lottato e resistito, anche quando scelte imprenditoriali scellerate rischiavano di compromettere un grande patrimonio del nostro Paese”.
Cosa succede adesso?
Nei prossimi giorni si svolgeranno incontri con il nuovo management per ristrutturare la piena ripresa produttiva e commerciale. “Adesso è necessario conoscere i tempi effettivi giuridici per l’acquisizione in modo da definire tutte le condizioni, anche normative, per tutti i dipendenti – sottolineano i sindacati – È urgente che il governo e i ministeri competenti provvedano ad autorizzare la necessaria copertura di questo periodo transitorio con gli ammortizzatori sociali“.
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