Nel 2025 parlare di innovazione non è più una novità. Ma il fatto che oltre il 70% delle PMI italiane adotti almeno una tecnologia digitale, come rivela l’ultimo rapporto ISTAT, non significa che siano davvero pronte per il futuro. Molte lo fanno per obbligo e non per reale convinzione così, spesso, l’adozione tecnologica finisce per tradursi in processi inefficaci, strumenti usati male o visioni frammentate.
Secondo il Future of Jobs Report del World Economic Forum, entro il 2030, il 39% delle competenze attuali dei lavoratori sarà soggetto a trasformazioni. Nel 2023 si stimava un impatto ancora più alto: il 44%. Ma trasformarsi davvero richiede più di una piattaforma o di un CRM: serve una cultura capace di connettere tecnologia, pensiero critico e relazioni umane.
È in questo vuoto culturale che si inserisce Flowerista, un ecosistema fondato da Sara Malaguti per aiutare le organizzazioni a dare senso al cambiamento, prima ancora che adottare nuovi strumenti. Una realtà che unisce ricerca, formazione e creatività con un obiettivo preciso: rendere le imprese più consapevoli e sistemiche.
“Vogliamo rendere l’intelligenza artificiale uno strumento consapevole di trasformazione, non un simbolo vuoto di innovazione e Per farlo servono nuovi immaginari, visioni condivise e una cultura del lavoro fondata su collaborazione e pensiero critico” spiega Sara Malaguti, founder di Flowerista.
Non solo strumenti: il lavoro si trasforma quando cambia lo sguardo
Flowerista collabora con organizzazioni medio-grandi italiane e internazionali offrendo un mix di ricerca sui trend, strategia di posizionamento e progettazione culturale. Tra le sue aree più innovative, c’è il game-based learning: giochi esperienziali creati ad hoc per aiutare i team a sviluppare pensiero critico, capacità collaborativa e visione sistemica.
Ma non è solo formazione, il team affianca imprese e organizzazioni in percorsi di crescita sostenibile e comunicazione strategica, supportandole nell’allineamento tra visione, obiettivi e posizionamento, con particolare attenzione all’impatto culturale e sistemico delle loro attività, non solo a “vendere meglio”.
Il punto di partenza, in ogni progetto, è sempre lo stesso: leggere il contesto, capire dove sta andando il mondo del lavoro e costruire soluzioni che uniscono cultura, tecnologia e immaginazione.
Dal business all’impatto sociale: verso una nuova cultura del lavoro
Nei prossimi mesi, Flowerista darà un’accelerata allo sviluppo dei serious game personalizzabili, espandendo questa area strategica e coinvolgendo nuove realtà oltre il mondo aziendale. L’obiettivo è portare la gamification anche nel terzo settore, tra NGO, fondazioni e organizzazioni culturali, aprendo il metodo a contesti dove l’innovazione può avere un impatto ancora più profondo.
“Crediamo che la gamification possa essere molto più di una tecnica: è uno strumento per creare connessioni, attivare immaginazione e generare cambiamento. Vogliamo portarla dove oggi non c’è ancora, per farla incontrare con mondi nuovi e aprire spazi inaspettati di apprendimento e innovazione” conclude Malaguti.
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