MARCHE – Ammonta come valore provvisorio ad oltre 3 miliardi di euro l’export delle Marche nel primo trimestre del 2025. L’instabilità di alcuni mercati e la chiusura di altri continuano a pesare sull’export delle Marche insieme con la contrazione delle vendite all’estero del settore farmaceutico. Da gennaio a marzo, secondo i dati Istat elaborati dagli Uffici Studi di Confartigianato e Cna, l’export delle Marche ha segnato un -11,6% rispetto allo stesso periodo del 2024.
A soffrire sono alcuni settori di punta del nostro manifatturiero a partire da abbigliamento ( – 15,8%), calzature ( – 8,6%), macchinari ( -25,1%) e mobili ( – 10,4%) . Registrano buone performance invece i prodotti della metallurgia con 58 milioni di euro in più (+ 33,8%) e l’alimentare con 5,2 milioni di euro in più (+ 5,7%). Numeri che però non riescono a compensare le difficoltà degli altri comparti. Al netto della farmaceutica il calo dell’export manifatturiero marchigiano si attesta al – 10,2% In un momento difficile come quello che stiamo attraversando è necessario , sottolineano i segretari di Confartigianato Marche Gilberto Gasparoni e di Cna Marche Moreno Bordoni, sostenere le nostre piccole imprese facendo sistema con una presenza costante e capillare nelle fiere internazionali e con il sostegno agli investimenti delle imprese esportatrici. Le nostre aziende devono tornare ad essere competitive nel mondo e ne hanno tutte le potenzialità.
“Sono più di 2.500 le imprese marchigiane esportatrici. Ma potrebbero crescere ancora. Secondo i dati di Unioncamere e Istituto Tagliacarne, elaborati dai Centri Studi di Cna e Confartigianato Marche, nella nostra regione” sostengono i segretari regionali di Cna Moreno Bordoni e di Confartigianato Gilberto Gasparoni “ci sono 223 imprese aspiranti esportatrici. Di cui 108 nella manifattura e 115 nel commercio. Si tratta di imprese che attualmente si rivolgono solo al mercato interno ma che, se sostenute e accompagnate dalle istituzioni, avrebbero le potenzialità e le caratteristiche per affrontare i mercati internazionali. Accanto a queste imprese potenziali esportatrici ce ne sono altre 333 di cui 181 nella manifattura e 152 nei servizi che negli ultimi sette anni sono state esportatrici occasionali, affacciandosi sui mercati internazionali da uno a tre anni. Sono imprese che mostrano un elevato potenziale per consolidarsi e diventare imprese esportatrici regolari. Anche per loro diventa fondamentale il sostegno della Regione, della Camera di Commercio, del sistema bancario e delle associazioni di categoria per competere sul mercato globale. Per le politiche pubbliche, investire nel rafforzamento strutturale e nella propensione all’export delle piccole imprese con propensione all’internazionalizzazione, significa non solo ampliare la base esportatrice del sistema produttivo marchigiano ma anche aumentarne la competitività e il contributo al Pil regionale”. Per questo apprezziamo l’intervento recente fatto dalla Camera di Commercio che ha messo a contributo tutte le domande presentate negli anni 2023- 2024 e per il primo semestre 2025 e della Regione Marche con uno specifico bando che ha visto la presentazione di centinaia di domande solo in parte finanziate per le quali chiediamo ulteriori risorse.
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