La giunta regionale delle Marche ha approvato il piano infrastrutture 2032, un progetto che riguarda la rete delle strade, ferrovie, porti e collegamenti del territorio per i prossimi anni. Il piano prevede investimenti per 5,9 miliardi di euro e integra una valutazione ambientale strategica per guidare le opere nel rispetto dell’ambiente. La strategia punta a migliorare i collegamenti tra le Marche, il resto d’Italia e l’Europa, proponendo opere capaci di incidere sulla sicurezza, tempi e costi dei trasporti.
I quattro obiettivi chiave del piano infrastrutture marche 2032
Il documento identifica quattro punti fondamentali per il futuro infrastrutturale della regione. Il primo mira a migliorare i collegamenti tra la città di Ancona, le altre province marchigiane e il sistema transport nazionale ed europeo. Si vuole rendere più rapido e sicuro l’attraversamento del territorio regionale. Il secondo obiettivo riguarda la creazione di un nuovo “corridoio europeo Ten-T diagonale” che metta in rete i porti di Ancona e quelli tirrenici con un sistema intermodale che combini mare, gomma e ferrovia. Questo collegamento coinvolge anche i Balcani e il bacino atlantico, favorendo scambi commerciali e mobilità.
Consolidare la rete a maglia e interconnessione
La terza linea di intervento si concentra su una vera e propria “rete a maglia” che intreccia infrastrutture stradali e ferroviarie. In particolare, prevede l’interconnessione delle quattro superstrade marchigiane con l’autostrada A14 e la Pedemontana delle Marche, opera ancora non completata. Il quarto obiettivo unisce aspetti ambientali e sociali. L’intento è di sostenere lo sviluppo economico creando condizioni favorevoli per le imprese, attrarre investimenti e rafforzare il tessuto sociale della regione, senza compromettere l’ambiente.
Il ruolo di ancona e i progetti di collegamento interregionale e internazionale
La città di Ancona, porto cruciale per le Marche, diventa un nodo centrale delle nuove strategie. L’approccio valorizza il ruolo di Ancona come punto di interscambio tra il mare Adriatico e le vie di terra che attraversano la regione. Il corridoio europeo Ten-T diagonale collegherà Ancona non solo con i porti dell’area tirrenica, ma anche con i paesi balcanici e l’ovest dell’Europa. Ciò potrà incrementare le opportunità di traffico merci e passeggeri, ampliando la dimensione commerciale e logistica regionale.
Le infrastrutture ferroviarie e stradali verranno modificate per dare accesso più diretto e veloce alle aree portuali. Questa integrazione tra sistemi diversi – nave, gomma, ferrovia – permette una mobilità più fluida e meno inquinante. L’idea è creare un asse di collegamento che faciliti gli scambi lungo tutto il corridoio del Mediterraneo orientale verso l’Atlantico e la penisola iberica. Nel contempo, la cornice territoriale verrà messa in rete da una rete interna efficiente.
La rete a maglia tra autostrade, superstrade e ferrovie per connettere le marche
Un progetto essenziale del piano è la rete a maglia. Le superstrade che tagliano il territorio marchigiano verranno collegate tra loro e con le direttrici autostradali principali, come l’A14 e soprattutto la Pedemontana delle Marche, attualmente in fase di completamento. Questo sistema a maglia aumenterà le possibilità di spostamento all’interno della regione e verso l’esterno, riducendo i tempi di percorrenza e la congestione.
L’infrastruttura ferroviaria sarà integrata in questo sistema per offrire alternative ai trasporti su gomma, favorendo l’uso del treno sia per passeggeri sia per merci. L’obiettivo è creare percorsi multipli tra nord e sud della regione, facilitando l’accesso a zone dell’entroterra e della costa. Questa logica mira anche a distribuire meglio traffico e investimenti, per evitare aree isolate o penalizzate.
Ambiente, economia e società: l’attenzione al territorio e alla crescita
Nel piano è evidente lo sforzo per coniugare sviluppo infrastrutturale con tutela ambientale e sociale. I lavori sono accompagnati da una valutazione ambientale strategica per minimizzare gli impatti sull’ambiente naturale e urbano. Si cercano soluzioni che riducano emissioni, consumi e effetti negativi, salvaguardando il paesaggio e le risorse.
Parallelamente, il piano sottolinea la necessità di creare condizioni favorevoli per l’attività produttiva e per attrarre investimenti. Questo dovrebbe rafforzare il tessuto sociale, contribuendo all’occupazione e al benessere locale. Il progetto coinvolge tutte le aree della regione, dal mare all’entroterra, per superare gli storici ritardi nelle infrastrutture. L’attenzione verso la sostenibilità dovrà orientare scelte e cantieri, perché la crescita non prescinda dall’equilibrio del territorio.
Dichiarazioni degli amministratori regionali sulla visione e gli investimenti del piano
Il presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli, ha espresso una valutazione positiva sul piano infrastrutture 2032, ricordando che il progetto chiude un lungo periodo di attesa e colma un vuoto nel coordinamento degli interventi. “La volontà è portare la regione a una prospettiva più solida e concreta, abbattendo i ritardi e sostenendo la crescita.” Il piano racchiude la visione elaborata dopo anni di lavoro sui livelli territoriali, interessando sia la costa che l’entroterra.
L’assessore regionale alle infrastrutture, Francesco Baldelli, ha definito questa fase come cruciale per riallacciare le Marche con l’Italia e l’Europa. “Il piano ripaga un percorso di ascolto fatto con forze economiche e sociali, e mette a disposizione risorse che derivano da fondi regionali, ministeriali ed europei.” Si punta su interventi che guardano a sicurezza, sostenibilità, mobilità e connessioni, intervenendo in tutti i punti del territorio dove servono migliorie.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link