L’operazione attraverso un software e aziende con prestanomi. Una società di Dubai copriva i contratti. Clienti in tutta Italia
Cinque arresti, uno in carcere e 4 ai domiciliari, e tre obblighi di dimora nell’inchiesta su un sistema di truffa e riciclaggio per circa 60 milioni. In totale sono otto gli indagati, tra le misure cautelari oltre agli arresti anche tre obblighi di dimora. Il provvedimento è del Tribunale di Salerno che ha accolto l’appello della Procura contro il rigetto dei provvedimenti da parte del gip. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere dedita alla commissione di reati tributari concernenti l’indebita compensazione dei crediti d’imposta inesistenti, di riciclaggio, autoriciclaggio, oltre che intestazione fittizia di beni. A carico di tre indagati è stata riconosciuta l’aggravante di aver commesso il fatto nell’esercizio delle attività di consulenza fiscale.Â
Secondo gli investigatori, tre indagati, tra cui un avvocato, sarebbero stati promotori di una struttura organizzata in grado di predisporre e fornire, ad un numero indeterminato di imprese, tutta la documentazione necessaria per poter beneficiare di crediti d’imposta connessi agli investimenti nel Mezzogiorno, mediante l’acquisto di software basati sulla tecnologia blockchain, con la quale sarebbero stati fatti fittiziamente apparire investimenti di imprese, così venendo a crearsi crediti d’imposta inesistenti che sarebbero stati indebitamente compensati dai soggetti economici che si rivolgevano al gruppo.Â
Uno degli indagati, da Dubai, aveva messo a disposizione una società di diritto inglese per i contratti con cui venivano effettuati gli acquisti di software. I commercialisti e consulenti fiscali sarebbero stati incaricati di compilare e trasmettere all’Agenzia delle Entrate le necessarie comunicazioni propedeutiche alla fruizione dei crediti d’imposta mentre un secondo avvocato si sarebbe occupato di predisporre i contratti di fornitura del software e dell’emissione delle false fatturazioni da porre a formale giustificazione delle movimentazioni bancarie. Complessivamente, le persone coinvolte sono state oltre duecento e avrebbero investito un importo superiore ai 62 milioni di euro, generando crediti d’imposta fittizi per un valore di circa 60 milioni.
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