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Congresso First Cisl 2025, Avvenire e Il Tempo rilanciano la proposta cislina per far crescere l’economia reale con il risparmio – FIRST CISL


I risparmi privati per far crescere il Pil. Il 3° Congresso First Cisl rilancia la proposta di costituire un Fondo d’investimento nazionale per l’economia reale (Finer). Avvenire e Il Tempo hanno dato ampia copertura alla tavola rotonda “Risparmi e investimenti – Le politiche utili per lo sviluppo del Paese”  a cui hanno preso parte la Segretaria generale Cisl, Daniela Fumarola, il Viceministro Economia e Finanze, Maurizio LeoAndrea Zoppini, giurista, avvocato e professore ordinario di Diritto civile all’Università Roma Tre, Stefano Caselli, Dean della Sda Bocconi School of Management, ed il Segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani. A moderare il dibattito è stato Alessandro Marenzi, Vicedirettore Sky Tg24.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

“Nonostante l’economia nazionale sia sostanzialmente stagnante da anni – scrive il giornalista Pietro Saccò su Avvenire – la ricchezza finanziaria degli italiani resta elevata, anche in confronto a quella delle famiglie delle grandi economie europee: a fine 2024 ammontava a oltre 6mila miliardi” dei quali “circa 4.600 sono investiti tra azioni (1.755 miliardi), assicurazioni e fondi pensione (1.133 miliardi), fondi comuni (850 miliardi), obbligazioni (493 miliardi) e altre attività, mentre quasi 1.400 miliardi di euro sono fermi su conti bancari. L’introduzione dei Piani individuali di risparmio (…) non ha funzionato”. «Oggi – ha evidenziato Riccardo Colombani – il risparmio non affluisce verso l’economia reale: l’Italia ha un rapporto impieghi-raccolta significativamente più basso rispetto alla media europea».

“Il risparmio fatica ad arrivare alle imprese”, scrive Il Tempo che rilancia le considerazioni della Segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola: «Occorre proteggere e valorizzare il risparmio e farne anche motore “politico” di sviluppo come può diventare il progetto del Fondo d’investimento nazionale per l’economia reale. E una delle colonne negoziali di un grande patto tra governo, imprese e sindacato, un ponte tra l’impegno individuale dei risparmiatori e l’azione collettiva della contrattazione».

Sempre su Avvenire “Maurizio Leo, Viceministro dell’economia, ha assicurato che il Governo si sta muovendo. Da un lato ha citato l’Ires premiale introdotta per favorire gli investimenti e l’occupazione, con l’aliquota che si riduce dal 24% al 20% quando un’azienda investe sull’innovazione o sulla creazione di lavoro. Dall’altro, il Viceministro ha delineato un progetto che chiama in causa le casse di previdenza: «Le casse di previdenza hanno ingenti risorse. Oggi quando una cassa di previdenza investe ha un trattamento disallineato rispetto a un fondo pensione. Allineiamo i rendimenti, ma questo vantaggio fiscale deve essere finalizzato agli investimenti nell’economia italiana».

Ancora su Avvenire  Stefano Caselli, Dean della Sda Bocconi School of Management, evidenzia che «La gestione del nostro risparmio è un fatto civico, una nostra responsabilità che non possiamo delegare ad altri. Poi da parte loro le banche devono dedicare più attenzione all’economia nazionale quando decidono come investire». Altra priorità è fare sistema, coinvolgendo soggetti diversi, con risorse pubbliche e private, su progetti di investimento sulla crescita in Italia, sul modello francese”.

Dal canto suo, “Andrea Zoppini, Docente ordinario di Diritto civile dell’Università Roma Tre, chiede anche una maggiore educazione finanziaria, con una cautela però: «L’educazione finanziaria non può essere la scusa per abbassare attività di vigilanza o semplificare le regole». Per fare in modo che il risparmio possa sostenere la crescita del Pil italiano occorre anche creare le condizioni perché le famiglie possano continuare a risparmiare. In questo senso un recupero del potere d’acquisto dei salari è decisivo”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Dalle colonne de Il Tempo, il Segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani, ha richiamato le dimensioni contenute del mercato interno. Borsa Italiana capitalizzava a fine marzo appena 907 miliardi ma «il problema vale per anche per l’Europa. Borsa Italiana fa parte del network Euronext, a guida francese, che in Europa capitalizza 6.300 miliardi. Dimensioni veramente modeste se pensiamo che le prime sette aziende americane, i grandi gruppi tecnologici, valgono circa 15mila miliardi di dollari. Ciò spiega perché una parte del risparmio europeo prenda la strada del mercato Usa. Inoltre i principali asset manager sono americani. Tra questi BlackRock, il più grande a livello globale, fa investimenti nel capitale di rischio di tutte le principali banche italiane, ma solo in poche imprese industriali, dal momento che solo 413 aziende italiane sono quotate a Piazza Affari. Per invertire questa tendenza – ha ricordato Colombani – l’Europa ha varato il progetto dell’unione dei risparmi e degli investimenti. È un passo positivo, ma va completato con strumenti ‘su misura’, definiti su base nazionale, come appunto il Fondo che abbiamo proposto insieme alla Cisl».

A completamento del suo intervento alla tavola rotonda di First Cisl, la leader della Cisl, Daniela Fumarola ha rimarcato su Il Tempo che serve «un grande patto della responsabilità tra governo e parti sociali che si creano le risorse, si rilancia la produttività, si genera ricchezza da redistribuire. Un patto sociale con chi ci sta. Significa salari più alti, più consumi, più entrate per lo Stato. Per la Cisl bisogna partire da alcuni pilastri da mettere sul tavolo: tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, utilizzare bene e presto tutte le risorse del Pnrr, far crescere e legare produttività e salari, ridurre le tasse, maggiore partecipazione per far avanzare competitività e qualità, formazione per essere pronti a reggere l’impatto pervasivo delle nuove tecnologie digitali e delle nuove IA».


Guarda il video integrale della tavola rotonda:

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