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Decreto Irpef, cambiano aliquote e detrazioni


Il decreto Irpef, appena approvato dal Senato, introduce diverse modifiche fiscali che riguardano milioni di italiani. Dalla riduzione strutturale delle aliquote alla revisione delle detrazioni, passando per gli aggiustamenti sugli acconti e il bonus 100 euro, il testo punta a rendere il sistema più semplice e coerente.

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In vista della prossima Manovra d’autunno, il governo prepara inoltre nuovi interventi per sostenere i redditi medio-bassi.Decreto Irpef, cambiano aliquote e detrazioni

Acconti Irpef, corretti gli errori di calcolo

Tra le correzioni tecniche introdotte dal Dl Irpef vi è quella sul calcolo degli acconti d’imposta. La revisione del testo con l’errore del Governo con le aliquote era stata sollecitata dai Caf e dal sindacato Cgil, poiché le stime elaborate per il calcolo degli acconti risultavano basate sul vecchio sistema a quattro aliquote, producendo importi distorti.

È stato quindi aggiornato il meccanismo per il calcolo degli acconti Irpef, in modo da tener conto delle nuove tre aliquote già in vigore per il 2024. Questo ha evitato che i contribuenti si trovassero a versare somme basate su regole superate. Per rendere possibile l’adeguamento, il decreto ha previsto un incremento delle risorse dedicate.

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Detrazioni fiscali più alte per i redditi bassi

Il decreto interviene anche sulle detrazioni fiscali per i lavoratori dipendenti.

Le principali novità sono:

  • detrazione base sul lavoro dipendente aumentata da 1.880 euro a 1.955 euro annui per i redditi fino a 15.000 euro;
  • più soldi in busta paga per chi ha redditi bassi;
  • dal 2025, per chi ha redditi superiori a 75.000 euro, si applicano limiti alla fruizione delle detrazioni;
  • le spese detraibili vengono ridotte progressivamente all’aumentare del reddito;
  • maggiore tutela per le famiglie numerose e quelle con figli disabili a carico.

Si vuole poi evitare che i contribuenti con redditi alti abbiano accesso pieno alle detrazioni, garantendo un sistema più equilibrato.

Aliquote Irpef ridotte da 4 a 3

La legge di Bilancio 2025 ha reso stabile l’accorpamento degli scaglioni Irpef da quattro a tre, semplificando la struttura dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Le nuove aliquote si applicano secondo questa ripartizione:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per la parte di reddito oltre 28.000 e fino a 50.000 euro;
  • 43% per la parte di reddito che supera 50.000 euro.

La nuova struttura incide direttamente sul calcolo dell’imposta e tende a favorire chi ha redditi più bassi, grazie a un’imposizione più leggera.

Bonus 100 euro, requisiti e importi

L’incremento della detrazione base ha reso necessario rivedere le soglie del cosiddetto bonus 100 euro, il trattamento integrativo in busta paga noto come ex bonus Renzi, per non penalizzare i beneficiari. In assenza di correttivi, infatti, l’aumento delle detrazioni avrebbe potuto escludere alcuni contribuenti prima aventi diritto.

Il decreto prevede quindi un meccanismo compensativo. Chi ha un reddito annuo fino a 20.000 euro riceverà una somma aggiuntiva, proporzionale al reddito, che non concorre alla formazione del reddito imponibile.

In questo modo si mantiene il beneficio del bonus anche dopo la variazione delle detrazioni. Per i redditi superiori, invece, resta in vigore la detrazione integrativa che va a scalare. Ad esempio, tra 20.000 e 32.000 euro spetta un’ulteriore detrazione di 1.000 euro, importo che diminuisce progressivamente fino ad azzerarsi oltre i 40.000 euro di reddito.

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Taglio Irpef per il ceto medio: le ipotesi

Parallelamente a queste misure, si valuta un ampliamento del taglio delle tasse anche per i redditi intermedi, fino a 60.000 euro. Il Governo punta a inserirlo nella prossima legge di bilancio, ma serviranno tra 2,5 e 4 miliardi di euro. Tra le ipotesi in campo c’è anche una nuova pace fiscale con pagamenti a rate delle cartelle.

Tutto dipenderà da quante risorse arriveranno entro settembre, ad esempio tramite il concordato fiscale. Già nella precedente manovra si era tentato un alleggerimento per il ceto medio, ma senza fondi sufficienti. L’autunno sarà quindi decisivo per capire se si potrà procedere con nuovi sconti Irpef.





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