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Le PMI amano social media e creators, credono nel marketing ma non sanno quanto e perché investire nelle attività


Le piccole e medie imprese italiane vivono oggi un momento di transizione cruciale nel rapporto con il marketing digitale. Se da un lato mostrano entusiasmo verso i social media e i creator, dall’altro faticano a definire strategie d’investimento strutturate: sanno che è necessario investire, ma non sempre hanno chiaro quanto e perché farlo.

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Secondo l’indagine condotta da I-AER – Institute of Applied Economic Research, in collaborazione con Aida Partners, il 60% delle PMI si dice pronto a investire nell’influencer marketing, riconoscendolo come canale efficace per connettersi con il proprio pubblico. Una tendenza che trova particolare slancio in Lombardia e Campania, territori tra i più dinamici in termini di adozione di nuove strategie digitali.

Anche il sondaggio Kantar per l’Osservatorio Piccole Imprese di GoDaddy conferma la centralità dei social: Facebook è usato dall’86% delle PMI, mentre Instagram cresce e raggiunge il 58%, a conferma della crescente fiducia nel potenziale dei contenuti visivi e delle community digitali.

Parallelamente, si afferma con forza una nuova consapevolezza: i canali proprietari e la gestione dei dati diventano centrali. Nei social affitti attenzione, con l’email costruisci relazione. Le PMI che investono in canali proprietari, come le liste email, hanno più controllo, più stabilità e ricavi superiori.

In un ecosistema dominato dagli algoritmi e da piattaforme terze, le PMI iniziano a comprendere che costruire una relazione diretta con il cliente – attraverso email marketing, CRM e contenuti personalizzati – è la chiave per generare valore nel lungo periodo.

Non solo dove essere presenti ma come

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Questo nuovo approccio segna una rottura con il passato, quando la visibilità era spesso confusa con l’efficacia. Oggi, le PMI iniziano a chiedersi non solo dove essere presenti, ma come strutturare una comunicazione che sia sostenibile, misurabile e coerente con gli obiettivi di business.

“In questo contesto, l’email marketing torna al centro della strategia. Strumento sottovalutato negli anni dell’hype social, si rivela ora essenziale per costruire un rapporto diretto e continuo con il cliente, svincolato da algoritmi e logiche a pagamento. I dati mostrano che il tasso medio di apertura delle email in Italia è del 44,45%%, con un tasso di clic del 2,87%% – numeri che confermano l’efficacia di questo canale nel coinvolgere il pubblico e generare interazioni significative, anche per chi dispone di budget limitati.” spiega Linda Romani, Marketing Manager Italia diGetResponse.

Allo stesso tempo, l’adozione di strumenti di marketing automation e intelligenza artificiale apre nuove prospettive: anche le micro e piccole imprese possono oggi automatizzare flussi di comunicazione, segmentare i contatti in modo intelligente e personalizzare contenuti con pochi clic. Il tutto, spesso, a costi contenuti e senza competenze tecniche elevate.

Competenze tecniche? Sì, ma minime. E si imparano in fretta

Una delle barriere più comuni è la percezione che l’email marketing sia difficile o richieda competenze tecniche. In realtà, oggi esistono strumenti molto intuitivi: funzionano con sistemi “trascina e rilascia” e offrono modelli già pronti da usare. Alcune piattaforme propongono anche suggerimenti automatici per scrivere meglio i messaggi e organizzare l’invio nel modo più efficace. In breve: non serve essere esperti per iniziare.

Un altro vantaggio importante è la possibilità di capire se le comunicazioni stanno funzionando. Le piattaforme di email marketing mostrano in modo semplice quante persone aprono i messaggi, cliccano sui link o si iscrivono a un servizio. Anche chi non ha esperienza con l’analisi dei dati può farsi un’idea chiara dei risultati e migliorare nel tempo. Inviare un messaggio di benvenuto, suggerire contenuti utili dopo una vendita o informare su novità e promozioni sono azioni semplici ma fondamentali per generare fiducia e continuità.

Questa integrazione tra contenuti, dati e tecnologia rappresenta oggi una leva strategica di crescita per le PMI italiane. Da un lato, i social media e le collaborazioni con influencer continuano a essere strumenti utili per catturare l’attenzione e raccontare il brand. Dall’altro, l’adozione di canali proprietari – come newsletter, CRM e flussi automatizzati – permette alle imprese di costruire relazioni più stabili, di avere controllo diretto sulla comunicazione e di misurare concretamente i risultati. “Quando parliamo di risultati, per una piccola impresa non conta solo quanto si incassa, ma anche quanto costa arrivarci. I social spesso richiedono investimenti pubblicitari continui per mantenere la visibilità e i risultati dipendono da regole che cambiano continuamente. Al contrario, l’email marketing permette di costruire una base clienti solida e indipendente e con il miglior rapporto tra costi e ricavi: per ogni euro investito, si possono ottenere anche 30 o 40 euro in vendite aggiuntive”. conclude Linda Romani.



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