La Responsabilità Estesa del Produttore impone ai produttori l’onere di gestire l’intero ciclo di vita del prodotto, dall’immissione in commercio fino alla fase di rifiuto. Il contesto europeo, tra Green Deal ed economia circolare
L’industria tessile europea si trova oggi al centro di una trasformazione epocale, spinta da normative sempre più stringenti e da una crescente consapevolezza ambientale. In questo contesto, la Responsabilità Estesa del Produttore (Extended Producer Responsibility – Epr) rappresenta uno strumento chiave per guidare il settore verso un modello più sostenibile e circolare.
L’Unione europea ha posto il settore tessile tra le priorità della transizione ecologica. Con consumi in crescita (da 62 a 102 milioni di tonnellate tra il 2022 e il 2030) e un impatto ambientale significativo (4° per settore industriale, 3° per consumo di acqua e suolo), è urgente intervenire.
Le strategie europee – dal Green Deal alla revisione della direttiva quadro rifiuti (2008/98/Ce) – puntano su durabilità, riparabilità, tracciabilità e trasparenza. L’obiettivo è chiaro: entro il 2030, tutti i prodotti tessili immessi sul mercato Ue dovranno essere durevoli, riciclabili e conformi a standard ambientali elevati.
I produttori dovranno ripensare ai propri modelli di business per adeguarsi al modello di prodotto come servizio, offrendo agli utenti finali, oltre al bene di consumo, una serie di servizi accessori (per esempio servizi di sartoria, riparazione, canali di riutilizzo/riuso).
Che cos’è l’Epr e perché è importante
La Responsabilità Estesa del Produttore impone ai produttori l’onere di gestire l’intero ciclo di vita del prodotto, dall’immissione in commercio fino alla fase di rifiuto. Tra i principali obblighi del produttore rientrano:
- l’istituzione di sistemi di gestione dei rifiuti o l’adesione a sistemi collettivi già presenti
- la realizzazione di prodotti in conformità a criteri di ecodesign/la riduzione delle sostanze pericolose all’interno delle fibre tessili
- un’adeguata informazione ai consumatori sulle modalità di utilizzo, riciclo e riutilizzo del prodotto
- il pagamento di un contributo ambientale per finanziare la raccolta, il riciclo e il riutilizzo di prodotti tessili, calcolato in base a tipologia, peso e prestazioni ambientali del bene immesso sul mercato
L’obiettivo dell’Epr è responsabilizzare l’intera filiera produttiva. Nella definizione di produttore non rientra soltanto il mero fabbricante del prodotto, ma anche l’importatore, il rivenditore (con proprio marchio e ragione sociale) e, potenzialmente, anche la piattaforma di marketplace che funge da intermediario.
L’Italia e l’Epr: un percorso normativo in evoluzione
Con il Dm 259/2022 l’Italia ha definito la strategia nazionale per l’economia circolare, avviando un percorso normativo per l’attuazione dell’Epr in vari settori, tra cui, per esempio, gli imballaggi, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e le batterie.
Attualmente è in corso di adozione il decreto ministeriale che dovrebbe introdurre la Epr nel settore tessile. Il testo messo in consultazione dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica fino al 5 maggio 2025 verrà presto finalizzato tenendo conto dei contributi ricevuti nel frattempo dagli degli addetti al settore.
Dal 2024 è stato inoltre previsto un meccanismo di vigilanza e controllo sulla corretta attuazione dell’Epr, che presto verrà esteso anche al settore tessile.
Epr: obblighi e obiettivi per i produttori
Oltre agli obblighi già segnalati, ai produttori spetterà istituire punti di raccolta capillari tramite accordi con i singoli Comuni, anche nelle aree più svantaggiate.
Gli obiettivi di riciclo previsti dalla bozza di decreto prevedono target progressivi dal 2026 al 2035: entro questa data occorrerà raggiungere un miglioramento degli standard di almeno il 40% rispetto ai livelli dei tre anni precedenti.
Il ruolo dei distributori e le sanzioni
Lo schema di decreto prevede obblighi anche a carico di altri operatori della filiera. Per esempio, i distributori sono tenuti a informare i consumatori sulle modalità di conferimento dei rifiuti tessili. Per i punti vendita oltre i 250 m2, è obbligatorio il ritiro uno contro uno.
Le sanzioni per inadempienze sono principalmente pecuniarie e ricalcano le sanzioni previste dal Codice dell’Ambiente in materia di difforme gestione dei rifiuti.
Rischi e opportunità
La normativa Epr introdurrà nuovi oneri e costi a carico dei produttori (in senso ampiamente esteso) in un contesto caratterizzato da instabilità geopolitica, introduzione di nuovi dazi e aumento dei costi delle materie prime.
Allo stesso tempo, le opportunità sono altrettanto numerose. L’adozione di standard di sostenibilità nell’intero ciclo di vita del prodotto (fino alla fase in cui questo diventa rifiuto) contribuisce al miglioramento del posizionamento del brand e a una maggiore fidelizzazione del consumatore.
Inoltre, per sostenere la transizione verso modelli di sostenibilità/economia circolare, a livello europeo e nazionale sono stati stanziati finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto, destinati specificamente all’industria tessile.
L’Epr non è solo dunque un obbligo normativo, ma una leva strategica per innovare e rendere il settore tessile più resiliente, competitivo e sostenibile. È il momento di cogliere questa sfida e trasformarla in un’opportunità concreta per l’intero comparto.
Crediti immagine: Depositphotos
» Leggi tutti gli articoli di Codice verde (norme&sostenibilità)
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link