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Lavoratori senior: una risorsa da valorizzare per un futuro sostenibile del lavoro


L’invecchiamento della popolazione europea impone nuove sfide al mondo del lavoro. L’articolo Eurofound (in allegato) analizza le strategie per trattenere i lavoratori over 55, migliorando la qualità del lavoro, contrastando l’ageismo e promuovendo ambienti inclusivi e flessibili. Un cambiamento necessario per garantire sostenibilità, equità e valorizzazione dell’esperienza nei luoghi di lavoro.

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Cosa tratta:

In un’Europa che invecchia e fa sempre meno figli, il mondo del lavoro si trova davanti a una sfida epocale: trattenere i lavoratori più esperti e adattare i luoghi di lavoro alle esigenze di una forza lavoro sempre più matura. L’Italia, come molti altri Paesi europei, sta affrontando questo cambiamento demografico con politiche mirate all’invecchiamento attivo e alla prolungata permanenza al lavoro.

Le criticità da affrontare

Negli ultimi 15 anni, il numero di lavoratori over 55 è cresciuto in modo significativo: da 24 milioni nel 2010 a oltre 40 milioni nel 2024 in Europa. In Italia, il tasso di occupazione tra i 55 e i 64 anni ha superato il 53%, con un incremento di quasi 16 punti percentuali rispetto al passato .Questo trend è stato favorito da riforme pensionistiche, dall’aumento dell’aspettativa di vita e da migliori condizioni di salute. Tuttavia, non basta alzare l’età pensionabile: servono ambienti di lavoro inclusivi, flessibili e sicuri, capaci di valorizzare le competenze dei lavoratori senior. Nonostante i progressi, permangono ostacoli significativi. I lavoratori anziani sono più esposti alla disoccupazione di lunga durata e, una volta usciti dal mercato del lavoro, faticano a rientrare. Inoltre, persistono disuguaglianze di genere, con le donne over 55 spesso penalizzate da carriere discontinue, salari più bassi e maggiori carichi di cura familiare.Un altro nodo cruciale è la qualità del lavoro: sebbene in media gli over 55 godano di condizioni migliori, un quinto di loro è impiegato in ruoli ad alto rischio, con scarsa sicurezza economica e benessere psicologico compromesso.

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Per affrontare il cambiamento demografico, serve un approccio integrato che coinvolga istituzioni, imprese e parti sociali. Le politiche attive del lavoro devono includere programmi di riqualificazione, incentivi per il lavoro oltre l’età pensionabile e strumenti per il reinserimento degli over 55 disoccupati.Fondamentale è anche combattere l’ageismo, ancora diffuso nei processi di selezione, promozione e licenziamento. Solo costruendo una cultura aziendale inclusiva e intergenerazionale sarà possibile trasformare l’invecchiamento della popolazione in un’opportunità.

A chiudere

L’invecchiamento della forza lavoro non è un problema da gestire, ma una risorsa da valorizzare. Con politiche lungimiranti, ambienti di lavoro adattati e una nuova visione del ciclo di vita professionale, l’Europa – e l’Italia – possono costruire un futuro del lavoro più equo, sostenibile e umano.

Indicazioni operative

5 azioni chiave per un lavoro sostenibile oltre i 55 anni:

  1. Formazione continua – Aggiornamento digitale e sviluppo delle competenze.
  2. Flessibilità oraria – Lavoro ibrido, part-time, orari personalizzati.
  3. Contributi e agevolazioni

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  4. Salute e sicurezza – Sorveglianza sanitaria mirata e prevenzione dei rischi.
  5. Inclusione intergenerazionale – Mentoring, scambio di competenze tra giovani e senior.
  6. Politiche di retention – Incentivi per chi resta oltre l’età pensionabile, pensioni flessibili.

Approfondimento – Cosa dice la legge in Italia

Con il Decreto Legislativo 29/2024, l’Italia ha introdotto nuove misure per promuovere l’invecchiamento attivo nei luoghi di lavoro :

  • Articolo 5: obbliga i datori di lavoro a considerare l’età dei lavoratori nella valutazione dei rischi e nella sorveglianza sanitaria, in linea con il D.Lgs. 81/2008.
  • Piani triennalirevisti per integrare le politiche per gli anziani, con aggiornamenti annuali.Definizione di “persona anziana”: a partire dai 65 anni, con attenzione anche agli over 80 e ai non autosufficienti.
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