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Oceani e Spazio: nasce Space4Ocean


A Nizza, il 10 giugno 2025, un’alleanza rivoluzionaria ha preso il volo: Space4Ocean. Ce lo racconta Koly Setten

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Lanciata durante l’importante summit ONU sugli oceani, questa iniziativa ambiziosa unisce finalmente il vasto universo dello spazio al cruciale mondo marino. Con oltre trenta partner già a bordo, sotto la guida del CNES e del Bureau des Affaires Spatiales dell’ONU, questa coalizione internazionale ha un obiettivo entusiasmante: connettere i preziosi dati raccolti dallo spazio con le pressanti sfide che i nostri mari devono affrontare, per un futuro in cui gli oceani siano davvero protetti. Dati spaziali: il faro che illumina i nostri mari I dati spaziali sono una risorsa inestimabile, una vera e propria lente d’ingrandimento celeste per monitorare gli oceani, prevenire disastri ambientali e contrastare con efficacia la piaga della pesca illegale. Space4Ocean intende democratizzare l’accesso a queste informazioni cruciali, soprattutto per quei paesi che non dispongono di propri programmi spaziali.

Come ci spiega Lionel Suchet, direttore generale delegato del CNES, “Dallo spazio misuriamo dati cruciali per la sorveglianza degli oceani, delle zone costiere, il controllo della pesca…”. A fargli eco è Selma Cherchali, responsabile del programma di osservazione della Terra al CNES, che definisce lo spazio “una miniera d’oro di dati spaziali” capace di fornire servizi territoriali su misura. Questa alleanza rappresenta il culmine di mesi di sforzi per risvegliare la comunità internazionale, con un messaggio inequivocabile: “Senza scienza, senza conoscenza dell’oceano, non c’è azione possibile.” È un grido d’allarme, ma anche un inno alla speranza. Il Principato di Monaco, con il suo coraggio e la sua visione, si schiera tra i membri fondatori di Space4Ocean. È un gesto che rafforza il suo impegno secolare nella
conservazione marina e la sua crescente ambizione nell’esplorazione spaziale, nel solco della gloriosa tradizione scientifica del Principe Alberto I. L’alleanza sfrutterà le tecnologie spaziali più avanzate per una comprensione più profonda dei nostri oceani, contribuendo attivamente al raggiungimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 14 delle Nazioni Unite: “Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per lo sviluppo sostenibile.” La coalizione vanta un parterre di partecipanti di primo livello: agenzie spaziali di paesi come Francia, Norvegia, Italia, Regno Unito, Monaco, Cina, Brasile, Argentina, Kenya e Senegal. Un’assenza significativa, però, è quella della NASA. Il ministro francese dell’istruzione superiore, Philippe Baptiste, ha espresso il suo pieno sostegno all’iniziativa, sottolineando l’importanza cruciale di questa collaborazione transdisciplinare. Accanto a lui e alla ministra monegasca degli affari esteri, Isabelle Berro-Amadeï, il sindaco di Nizza Christian Estrosi e l’astronauta Thomas Pesquet hanno calcato il palco. Pesquet, con la sua esperienza tra le stelle e l’interesse per gli abissi marini, ha saputo cogliere l’essenza di questa sfida, sottolineando l’importanza di unire le diverse comunità legate all’oceano: “L’oceano è un organo intorno al quale si fa fatica a unirsi. I pescatori parlano con i pescatori. Quelli della biodiversità parlano con quelli della biodiversità”. Un esempio lampante del potenziale di questa alleanza arriva dal Perù. Questo paese,
duramente colpito dalla pesca illegale, ha combinato i dati spaziali con una legislazione rafforzata per arginare il fenomeno. Aarti Holla-Maini, direttrice del Bureau degli Affari Spaziali dell’ONU, ha elogiato questo successo: “Hanno potuto ridurre il livello di pesca illegale del 60% in un anno. L’idea è di replicarlo in altri paesi.” Questo dimostra come le informazioni dallo spazio possano tradursi in azioni concrete e risultati tangibili. Nonostante i tagli al bilancio che affliggono alcuni programmi, come quelli delle agenzie americane, la cooperazione scientifica non si ferma. L’Unione Europea, ad esempio, sta già preparando l’ambiziosa missione Neptune, che dal 2026 per 15 anni combinerà la potenza
dell’oceanografia con l’expertise spaziale. L’obiettivo di Space4Ocean è anche quello di identificare le esigenze di osservazione ancora scoperte, informazioni vitali per i piccoli stati insulari come le Maldive, come testimoniato da Madin Maseeh, presidente dell’organizzazione di ricerca spaziale maldiviana. Questa innovativa collaborazione è destinata a produrre un impatto diretto sul monitoraggio delle aree marine protette, sulla lotta all’inquinamento e sulla sorveglianza costiera. L’imaging satellitare offre infatti una visione globale e continua, ineguagliabile dai mezzi
tradizionali. Venerdì 13 giugno, l’alleanza Space4Ocean si prepara così ad un momento cruciale, consegnando la sua dichiarazione ufficiale a Peter Thomson, l’inviato speciale delle Nazioni Unite. È un passo che segna la rotta: il futuro dei nostri oceani, il cuore pulsante del nostro pianeta blu, dipende sempre più dalla nostra capacità di guardare, letteralmente, più in alto. Con Space4Ocean, le grandi ambizioni stanno già prendendo forma in azioni concrete e
tangibili, promettendo di disegnare un futuro più sostenibile e prospero per i nostri preziosi mari.

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