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SANGALLI: LA CRESCITA PASSA DAI GIOVANI


Si è svolta ieri, presso l’Auditorium della Conciliazione a Roma, la trentanovesima Assemblea Generale di Confcommercio, coincidente con l’ottantesimo anniversario della Confederazione. L’evento ha visto la partecipazione del Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e un videomessaggio del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. I lavori sono stati aperti dal videomessaggio del Presidente del Consiglio, che ha definito Confcommercio come: “uno dei motori dell’economia nazionale” sottolineando il ruolo strategico del settore terziario che contribuisce circa alla metà del PIL e all’occupazione del Paese. “L’Italia sta registrando indicatori macroeconomici estremamente positivi, ma questi risultati sono soprattutto merito vostro” ha affermato la premier, sottolineando gli ottimi risultati occupazionali e la tenuta economica positiva nonostante il quadro geopolitico complesso.

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La premier ha inoltre ricordato l’impegno del governo nel sostenere imprese e innovazione. “Nel primo trimestre di quest’anno il PIL è cresciuto 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,7% rispetto al primo trimestre del 2024, facendo meglio di Francia e di Germania. L’economia sta sostanzialmente dimostrando la sua solidità, la sua resilienza anche e soprattutto sul fronte dell’occupazione. Negli ultimi due anni e mezzo è stato creato quasi un milione di posti di lavoro e abbiamo toccato diversi primati: abbiamo raggiunto il record di numero di occupati, la disoccupazione ai minimi da 18 anni a questa parte, il precariato diminuisce, i contratti stabili aumentano. Dati – ha dichiarato Giorgia Meloni – che ci rendono chiaramente orgogliosi e soprattutto sicuri della strategia che abbiamo messo in campo”. Il merito per la premier è soprattutto delle: “imprese e dei lavoratori di questa nazione. Il governo si è limitato a fare la parte che gli spetta e cioè creare le condizioni migliori per la crescita e la competitività”.

 “Fin dal primo giorno a Palazzo Chigi ci siamo schierati al fianco di chi crea ricchezza, di chi crea occupazione. Stiamo creando un ambiente favorevole per chi vuole investire in Italia e allo stesso tempo siamo impegnati per aiutare le nostre aziende a rafforzare l’export e la loro presenza sui mercati internazionali”. Parlando di fisco, il Presidente del Consiglio ha ricordato come: “abbiamo approvato quella riforma fiscale che era attesa da cinquant’anni; ne stiamo dando rapidamente attuazione con l’obiettivo di abbassare le tasse a tutti e di costruire un rapporto più giusto ed equilibrato tra lo stato e il contribuente”.

Al termine del videomessaggio, il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha rievocato, all’inizio del suo Rapporto, la fondazione della Confederazione nel clima di libertà e rinascita del dopoguerra: “Il 29 aprile 1945 comincia – dalla libertà d’intraprendere e dalla volontà di ripartire – la storia di popolo chiamata Confcommercio”. Il presidente ha poi illustrato lo slogan scelto per l’anniversario, “Ricordare il futuro”, richiamando i concetti di continuità, equilibrio e cambiamento cari alla Confederazione. Sangalli ha offerto una panoramica articolata delle priorità economiche del Paese. Confermata la stima di crescita del PIL allo 0,8% per il 2025 e 0,9% per il 2026, ma con l’avvertimento: “manca un più vigoroso contributo dei consumi delle famiglie” complici l’inflazione recente e una fiducia calante. Un’indagine condotta con il Censis segnala infatti una flessione della fiducia delle famiglie di oltre 15 punti rispetto al 2023.

Il presidente ha ribadito la necessità di politiche per la crescita della produttività centrata sui giovani: “Sono portatori di innovazione” e “la crescita della produttività passa da loro”. Ha evidenziato che mancano all’appello circa 260mila lavoratori e ha invocato interventi strutturali su demografia, competenze e immigrazione. Altro punto cruciale del Rapporto è stato il mercato del lavoro. Sangalli ha sottolineato come l’occupazione abbia raggiunto il livello più elevato degli ultimi 20 anni, con oltre 24 milioni di occupati, e contratti a tempo indeterminato in crescita (86%). Tuttavia, ha chiesto politiche mirate per l’occupazione giovanile e femminile, colmando distanze significative rispetto alla media europea. Sul piano fiscale, il presidente ha chiesto un impegno concreto per ridurre le tasse su chi crea ricchezza, occupazione e innovazione, sostenendo la necessità di rendere strutturali strumenti come la maggiorazione del costo del lavoro ai fini IRPEF e IRES e di superare gradualmente l’IRAP. Preoccupazioni sono emerse anche sul fronte del credito: “Dal dicembre 2011 l’Italia registra una costante contrazione dei prestiti alle imprese” ha denunciato Sangalli, auspicando interventi per facilitare l’accesso al capitale.

Sui temi europei, Sangalli ha richiamato l’urgenza di norme chiare su energia e innovazione, rilanciando l’invito a rendere più conveniente investire in Europa: “Servono scelte non ideologiche su idrogeno, nucleare avanzato e intelligenza artificiale” ha dichiarato. Forte l’allarme anche sul tema dei dazi: “Un mondo con più dazi è un mondo peggiore. La de-globalizzazione è costosa per tutti” ha detto Sangalli, ribadendo come: “perdere l’ancoraggio a un sistema di scambi multilaterali sarebbe un duro colpo”. Sangalli ha ribadito l’urgenza di “dare impulso alla crescita” del terziario di mercato – comparto che da solo ha creato 3,8 milioni di posti di lavoro– e ha invitato a politiche “a misura di terziario” in tutti gli ambiti: dalla transizione digitale alla formazione, fino al sostegno all’export. Sangalli ha continuato il suo Rapporto tracciato un’ampia panoramica sulle priorità economiche e sociali del Paese, ribadendo la centralità del Mezzogiorno, della legalità, della transizione ecologica e del commercio di prossimità. “Rafforzare la capacità competitiva dell’economia meridionale è un vantaggio per l’intero Paese” ha sottolineato Sangalli, rimarcando l’urgenza di utilizzare “presto e bene” le risorse del PNRR, in particolare quelle destinate al Sud. Allo stesso tempo, ha evidenziato come la buona occupazione rappresenti “un contributo essenziale anche in tema di legalità e sicurezza” richiamando il valore della cultura della legalità per contrastare rassegnazione e indifferenza.

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Sul fronte delle infrastrutture, Sangalli ha espresso forte preoccupazione per i “dazi marittimo-portuali che finirebbero per indebolire l’economia del mare”, asset strategico per l’Italia. Ha poi auspicato “un approccio tecnologicamente neutrale” per la transizione ecologica. Ampio spazio è stato dedicato al tema del commercio di prossimità, con la richiesta di una agenda urbana nazionale per contrastare la desertificazione commerciale. “L’incertezza rende impossibili gli investimenti” ha detto Sangalli, ricordando la necessità di regole stabili anche per i mercati su area pubblica e per il settore balneare, che definisce: “una ferita ancora aperta”. Nel settore turistico, il presidente ha ribadito come “il mondo chiede, desidera, vuole Italia” sottolineando l’attivo di 27,5 miliardi della bilancia turistica e invitando a non cullarsi sui record: “Bisogna costruire qualità nei servizi”. Ha poi proposto l’organizzazione degli “Stati Generali del Terziario di mercato”, a partire dal turismo, e ha rimarcato l’importanza delle imprese culturali come leva per la crescita e l’identità territoriale.

Ad affiancare Sangalli, al termine del Rapporto è intervenuto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha descritto uno scenario internazionale complesso: “La storia è tornata con la violenza di un mare in tempesta” ha detto, facendo riferimento a guerre, sanzioni e dazi che mettono sotto pressione le filiere globali. In questo contesto, ha assicurato che “la nave Italia appare più sicura, stabile e capace di tenere il mare”. Urso ha evidenziato come la forza dell’Italia risieda nella rappresentanza sociale, definita “la vera forza del Paese” e ha rivendicato i risultati ottenuti sul fronte della stabilità economica: “Abbiamo messo in sicurezza i conti pubblici” sottolineando il calo dello spread e il riconoscimento delle agenzie di rating: “I cattivi maestri devono finirla di dare lezioni a questo Paese”.

Grande enfasi anche sul “Made in Italy”, con un 2024 da record per il ministro Urso: “Abbiamo superato Francia e Germania per investimenti esteri Greenfield” ha ricordato, parlando anche di record di presenze turistiche e di export: “Il Made in Italy si afferma nel mondo e attrae il mondo in Italia”. Il ministro ha poi definito il 2023 come “lo spartiacque del calo dell’inflazione” grazie anche al “carrello tricolore” promosso in sinergia con Confcommercio. “L’inflazione è ora all’1,1%, sotto la media europea” ha spiegato, aggiungendo che nel 2024: “il potere d’acquisto delle famiglie è aumentato dell’1,3%” e che “la ricchezza finanziaria netta è cresciuta del 221%”. Urso ha chiuso il suo intervento citando segnali positivi su produzione industriale e fiducia delle imprese: “La fiducia delle imprese è al 93,1%, quella delle famiglie al 96,5%”. Infine, ha annunciato che sono già legge i “micro-contratti di sviluppo per taglie da 5 a 20 milioni”, rivolti alle imprese, con la possibilità di migliorarli attraverso il disegno di legge annuale che prevede, tra l’altro, l’introduzione di una norma per il contrasto alle false recensioni. (12 giu – red)

(© 9Colonne – citare la fonte)



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