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Il popolo secondo il vescovo: «È identificato dai valori»


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Gli imprenditori puntano tutti su rinnovabili e sostenibilità. Bonomi lancia il neologismo “disperanza”






Symbola evento finale. vescovo Busca




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Ad aprire i lavori, nell’ultimo giorno di Symbola, è stato il vescovo di Mantova Marco Busca. Il suo intervento è stato molto applaudito. «Tutti vogliamo bene all’Italia – ha esordito – Ecco che cosa ci unisce per trasformare in energia progettuale quello che ci divide». «Se l’Italia fa l’Italia – si è chiesto – che cosa può fare ciascuno per l’Italia? Io suggerisco di ridarle unità». Il vescovo ha citato Mattarella e il «patriottismo» dei tanti italiani, compresi gli immigrati con il loro lavoro, che ogni giorno fanno il loro dovere, e la filosofa tedesca Stein secondo cui «il popolo non si identifica con la razza, ma dalla storia comune, da un insieme di valori e significati condivisi. Voler bene significa custodire la nostra casa comune».

Per Busca bisogna, però, «capovolgere la narrazione» che vuole «un’Italia senza di tutto» e che fa «prevalere un’immagine sfiduciata degli italiani. Bisogna, invece, mettere in evidenza un’Italia con, come fa Symbola». L’altro religioso intervenuto è stato padre Enzo Fortunato, presidente del pontificio comitato per la giornata mondiale dei bambini, che ha ricordato l’incarico ricevuto da papa Francesco con il suggerimento di «cambiare paradigma nel rapporto con i bambini, per partire da loro che ci guardano».

In un messaggio video Giovanni Azzone, presidente di Acri, l’associazione delle Fondazioni bancarie e casse di risparmio, ha ricordato che «la sostenibilità è un interesse complessivo di sistema» e che «una società più coesa è anche più competitiva». Aldo Bonomi, direttore di Aaster e da vent’anni socio di Symbola, si è definito un «grillo parlante» e ha varato una parola nuova «disperanza (misto di disperazione e speranza)» per «occuparsi di crisi ecologica green economy e green society».

In collegamento video la presidente nazionale di Ance, Regina De Albertis, ha parlato della scelta delle imprese costruttrici di dotarsi di un «codice di condotta volontario che mette al centro la sostenibilità come valore in tutta l’attività di cantiere». Ma dalla politica invoca «un quadro normativo chiaro sulla casa in modo da consentire ai giovani di rimanere in Italia». La rettrice del Politecnico di Milano, Donatella Sciuto: «Noi – ha detto – formiamo giovani con la cultura della sostenibilità a tutto campo, ma abbiamo dovuto stanziare 10 milioni di euro per garantire a tutti gli studenti quel diritto allo studio che in Lombardia non è garantito». Sollecitata dalla giornalista Manuela Rafaiani, Letizia Magaldi, vicepresidente di Magaldi Green Energy, azienda leader nel settore delle rinnovabili, ha detto che «le rinnovabili sono le fonti più economiche per produrre energia».

Quanto alla transizione verde, «è un’opportunità industriale per salvaguardare gli ecosistemi minacciati dai cambiamenti climatici». Infine, Maria Porro, presidente del Salone del mobile, ha ricordato i numeri del settore arredo italiano (64mila imprese per un fatturato di 51 miliardi di euro): «Il salone nasce dalla coesione tra imprese e continuiamo ad essere un acceleratore e un costruttore di ponti».



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