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La ZES unica punta a una visione strategica del Mezzogiorno


Le ZES sono aree geografiche delimitate, all’interno di uno Stato, istituite, per attrarre investimenti attraverso incentivi, fiscali e semplificazioni amministrative. L’idea delle ZES nasce nella seconda metà del XX secolo con l’obiettivo di favorire la crescita economica e occupazionale in determinate regioni. Uno dei primi e più noti esempi è la Zona Economica Speciale di Shenzhen, creata in Cina nel 1980, che ha rappresentato un modello di successo per lo sviluppo e l’evoluzione delle aree industriali e l’integrazione delle stesse nei mercati globali. Le ZES sono presenti in tutto il mondo e continuano a crescere di numero. Secondo le stime del 2019, esistevano circa 5.400 ZES in 147 paesi. La Cina è il paese con il più alto numero di ZES, ospitandone circa la metà del totale globale.

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Le agevolazioni fiscali hanno portato a un aumento significativo degli investimenti nei settori industriale, logistico e manifatturiero

Il modello adottato dal nostro Paese, con il Dpcm 25 gennaio 2018, prevedeva la creazione di 8 Zone economiche speciali così individuate: ZES Abruzzo, ZES Calabria, ZES Campania, ZES Ionica Interregionale Puglia-Basilicata, ZES Adriatica Interregionale Puglia-Molise, ZES Sicilia Orientale, ZES Sicilia Occidentale, ZES Sardegna. I vantaggi offerti dalle ZES erano principalmente legati alle agevolazioni fiscali e alle semplificazioni burocratiche (Autorizzazione Unica), sia per le nuove imprese sia per quelle già operative nella ZES. Inoltre, sugli investimenti effettuati nella ZES si applica un credito d’imposta. In questo quadro, le imprese che intendono beneficiare delle agevolazioni previste per le Zone Economiche Speciali devono rispettare due condizioni principali: mantenere le proprie attività nella ZES per almeno cinque anni dopo il completamento dell’investimento agevolato; non trovarsi in stato di liquidazione o in fase di scioglimento. Tra giugno 2022 e dicembre 2023, sono state rilasciate 279 autorizzazioni uniche (A.U.) per un investimento totale di 1,9 mld di euro e un incremento di 6.027 unità lavorative. Le agevolazioni fiscali e le procedure amministrative semplificate hanno reso più competitivo il Mezzogiorno, portando a un aumento significativo degli investimenti nei settori industriale, logistico e manifatturiero.

La nascita della ZES unica per una visione strategica unitaria del Mezzogiorno

Con la legge n.162, è stata istituita la ZES unica per il Mezzogiorno, entrata in vigore il 1° gennaio 2024, accorpando le otto ZES precedenti in un’unica entità. L’idea di una gestione centralizzata punta a semplificare la burocrazia, rendere più omogenee le procedure amministrative e attrarre investimenti attraverso una visione strategica unitaria. Tuttavia, il rischio è che un modello troppo uniforme possa risultare poco reattivo alle specificità economiche, infrastrutturali e produttive dei singoli territori, riducendone l’efficacia. D’altra parte, l’analisi dei dati disponibili, mostra che la nuova ZES unica sembra aver avviato un percorso di crescita, iniziando a generare i primi risultati concreti e tangibili. Da gennaio 2024 a marzo 2025, le AU chiuse positivamente sono state di 544 AU: 267 sono in Campania, 114 in Puglia, 80 in Sicilia, 25 in Calabria, 24 in Sardegna, 15 in Abruzzo, 16 in Basilicata e 6 in Molise. Il 49% delle AU rilasciate nel quadro normativo della ZES unica ha come oggetto investimenti in Campania (50%), seguita dalla Puglia (21%) e dalla Sicilia (15%). Il valore totale di tutti gli investimenti considerati ammonta a 3 miliardi di euro, che comporteranno un aumento di oltre 11mila unità lavorative. Il nuovo assetto conferito dalla ZES unica ha permesso di facilitare e velocizzare le procedure determinanti il rilascio delle AU, comportando un netto aumento delle stesse in soli quattordici mesi dal suo insediamento, con un incremento generale del 95% e del 165% medio mensile.

La ZES unica ha superato il totale degli investimenti delle 8 ZES, ovvero 3,2 miliardi rispetto ai 1,9 miliardi

Da gennaio 2024 ad inizio marzo 2025, l’aumento delle AU ha comportato, di conseguenza, un incremento degli investimenti e delle ricadute occupazionali. Nei quattordici mesi a far data dalla sua istituzione, la ZES unica ha superato il totale degli investimenti delle 8 ZES, ovvero 3,2 miliardi rispetto ai 1,9 miliardi. Degli attuali investimenti totali pari a 3,2 miliardi, il 45% degli investimenti sono programmati in Campania, seguono Puglia (25% del totale) e Sicilia (12%). Si osserva un impatto positivo anche sulle future unità lavorative. Delle oltre 11mila unità lavorative complessive, il 50% delle ricadute occupazionali sono programmate in Campania, seguita dalla regione Puglia (28%).

Il Piano Strategico della ZES unica fotografa l’economia del Mezzogiorno e individua le 9 filiere strategiche da rafforzare

Il percorso che ha portato all’adozione del Piano strategico della ZES unica è il frutto di un ampio dialogo avviato con le Istituzioni e i portatori di interesse. Il Piano ha perseguito un duplice obiettivo: da un lato, mappare l’attuale distribuzione delle specializzazioni economiche nel Mezzogiorno e nelle sue regioni; dall’altro, individuare e intercettare le traiettorie di sviluppo future. Questo approccio si è concretizzato nella selezione delle filiere strategiche da rafforzare, e nella promozione delle tecnologie da promuovere, necessarie a favorire lo sviluppo di un’industria competitiva nei segmenti ad alto valore aggiunto. Primo step: sono state individuate cinque filiere strategiche da rafforzare sulla base dell’indice di specializzazione strutturale delle regioni, ovvero Agroalimentare&Agroindustria, Turismo, Elettronica&ICT, Automotive e Made in Italy di qualità. Secondo step: sono state selezionate categorie analitiche addizionali, in grado di rappresentare il dinamismo delle diverse filiere. Le quattro filiere da rafforzare sulla base di questa seconda analisi sono: Chimica&Farmaceutica, Navale&Cantieristica, Aerospazio, Ferroviario. I due step, in sostanza, fotografano l’economia del Mezzogiorno e individuano le 9 filiere strategiche da rafforzare.

Dall’entrata in operatività della ZES unica si registrano già 23,86 milioni spesi in infrastrutture su un totale di 36,75 milioni 

L’andamento della spesa infrastrutturale si riferisce alle opere pubbliche facenti capo al PNRR gestite dalla Struttura di missione ZES. Nello specifico, riguarda interventi infrastrutturali destinati a miglioramenti logistici come collegamenti ferroviari e stradali, digitalizzazione, potenziamento energetico e resilienza nelle aree portuali e industriali. Anche l’andamento della spesa nelle infrastrutture ha registrato un’accelerazione: nel periodo delle 8 ZES sono stati evasi 13,89 milioni, mentre dall’entrata in operatività della ZES unica si registrano già 23,86 milioni spesi su un totale di 36,75 milioni di spesa sbloccata (65%).

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Il credito di imposta è una misura rivolta alle imprese che effettuano l’acquisizione di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive 

Il credito di imposta per gli investimenti nella ZES unica è, invece, una misura rivolta alle imprese che effettuano l’acquisizione di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive situate nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise, e nelle zone assistite della regione Abruzzo. Il credito è differenziato per regioni, dimensioni dell’impresa ed entità dell’investimento; per sostenere questa iniziativa, è stato stanziato un importo di 1,67 miliardi di euro per il 2024. Di fronte all’elevata domanda, con provvedimento del 22 luglio 2024, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato che, sulla base delle domande pervenute, la percentuale di credito d’imposta fruibile da ciascun beneficiario sarebbe stata pari al 17,6668% dell’importo del credito richiesto, rispetto al massimo inizialmente previsto. Questo intervento ha evidenziato la necessità di incrementare i fondi stanziati per rispondere adeguatamente alle richieste delle imprese. In risposta a tale esigenza, il Governo è intervenuto con il decreto-legge n. 113 del 2024, prevedendo l’ulteriore autorizzazione di spesa di 1,6 miliardi di euro, per l’anno 2024, da aggiungere agli 1,67 miliardi di euro già stanziati, per il finanziamento della misura. Grazie all’impegno del Governo, oggi l’Agenzia delle Entrate certifica che le 6.885 imprese che hanno richiesto il credito d’imposta possono beneficiare del 100% del credito richiesto, per un valore complessivo di 2,55 miliardi di euro. Il valore complessivo degli investimenti (in impianti, macchinari, attrezzatture e immobili), rispetto ai quali è stato richiesto il credito, supera i 5 miliardi di euro.

L’impegno sul fronte dei nuovi investimenti nel Mezzogiorno prosegue anche nel 2025

L’efficacia di tale misura è stata chiaramente dimostrata sia dal consistente numero di richieste ricevute sia dal significativo impatto generato sul tessuto produttivo del Mezzogiorno. In particolare, il credito d’imposta ha rappresentato un elemento cruciale per il sostegno alle imprese locali, favorendo investimenti di rilievo e contribuendo in modo sostanziale all’incremento dei livelli occupazionali. Con riferimento, invece, alla ripartizione degli investimenti realizzati per tipologia, si osserva la prevalenza di investimenti in macchinari (38%) e attrezzature (25%). L’impegno sul fronte dei nuovi investimenti nel Mezzogiorno prosegue anche nel 2025. Il disegno di Legge di bilancio 2025 estende il credito d’imposta nella ZES unica al nuovo anno con riferimento ad investimenti realizzati dal 1° gennaio al 15 novembre 2025, con uno stanziamento pari a 2,2 miliardi di euro. In conclusione, la ZES unica si sta rivelando un motore di sviluppo strategico, capace di attrarre investimenti, favorire la crescita economica e creare nuove opportunità occupazionali. I primi risultati evidenziano un trend positivo, segno che le misure adottate stanno dando i loro frutti.

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