La Federal Reserve, salvo sorprese dell’ultima ora, dovrebbe lasciare invariati i tassi d’interesse nella prossima riunione. I solidi dati economici sostengono l’approccio cauto della banca centrale, in un contesto globale ancora incerto.
Cosa era successo nella riunione precedente?
Nell’ultima riunione, la Fed ha mantenuto il tasso sui Federal Funds nel range 4,25%-4,50%, citando i crescenti rischi legati all’aumento della disoccupazione e a un’inflazione ancora persistente. Il presidente Jerome Powell ha sottolineato che l’economia rimane solida, e che la banca centrale monitorerà con attenzione l’impatto delle politiche commerciali dell’amministrazione Trump prima di decidere eventuali azioni.
Questo approccio misurato riflette la volontà della Fed di basare le proprie decisioni sui dati concreti, piuttosto che cedere a pressioni politiche o agli umori di breve periodo dei mercati. Powell ha più volte ribadito che le scelte di politica monetaria dipenderanno dai fondamentali economici.
In un contesto complesso, con segnali macroeconomici spesso contraddittori, la prudenza della Fed appare giustificata.
L’inflazione sostiene l’approccio cauto
Il 30 maggio, il Bureau of Economic Analysis ha comunicato che l’indice PCE core — la misura preferita dalla Fed per monitorare l’inflazione — si è attestato ad aprile al 2,5%, senza mostrare effetti significativi legati ai dazi.
Anche i dati pubblicati l’11 giugno sui prezzi al consumo non hanno evidenziato pressioni marcate: l’inflazione è salita solo dello 0,1% su base mensile a maggio, sia per il dato generale che per quello core. Su base annuale, il CPI è aumentato del 2,4% e il CPI core del 2,8%.
L’assenza di un’accelerazione inflazionistica legata ai dazi suggerisce che l’impatto delle politiche commerciali potrebbe essere meno marcato del previsto, anche se la Fed continuerà a monitorare attentamente eventuali pressioni future sui prezzi.
Di conseguenza, crediamo che sia probabile che la Fed confermi l’attuale livello dei tassi, ribadendo il proprio approccio “data-dependent”. Questo consente una maggiore flessibilità nel rispondere ai cambiamenti del contesto economico, evitando impegni rigidi che potrebbero rivelarsi inappropriati.
Powell dovrebbe inoltre rimarcare l’importanza di un atteggiamento cauto e dell’indipendenza da pressioni politiche che spingono per tagli prematuri. Tale indipendenza è essenziale per mantenere la credibilità dell’istituzione e garantire la stabilità economica nel lungo periodo.
La forza economica USA consente un ambiente di tassi elevati
I tassi d’interesse elevati negli Stati Uniti riflettono la solidità dell’economia americana, che riesce a sostenere livelli più alti rispetto ad altri paesi sviluppati.
Fattori come la forte spesa dei consumatori, la bassa disoccupazione e la crescita stabile del PIL indicano una dinamica robusta, che ha permesso alla Fed di mantenere i tassi alti senza compromettere in modo significativo l’attività economica.
Al contrario, molte economie avanzate hanno dovuto mantenere tassi più bassi per sostenere la crescita. Questa divergenza rafforza l’attrattività degli asset statunitensi e l’afflusso di capitali in cerca di rendimento.
Questo “eccezionalismo economico” si basa su fattori strutturali profondi: un mercato del lavoro flessibile, un’elevata innovazione tecnologica e istituzioni solide che favoriscono la crescita e la produttività nel lungo periodo.
Le aspettative di mercato indicano un allentamento graduale
I mercati non si aspettano variazioni nella riunione del 18 giugno, ma stimano un 65% di probabilità di un taglio di 25 punti base a settembre, con un totale di 50 punti base di allentamento entro la fine dell’anno.
Questo scenario indica aspettative per un percorso di aggiustamento lento e misurato. Gli operatori, secondo il CME FedWatch Tool, ritengono che la Fed interverrà solo se le condizioni economiche lo richiederanno in modo esplicito, evitando tagli preventivi basati su rischi ipotetici.
Rispetto al passato, quando gli investitori spingevano per un atteggiamento più aggressivo, oggi prevale una comprensione più matura dell’approccio prudente della Fed.
Il potenziale allentamento a settembre appare coerente con la preferenza della banca centrale per raccogliere un numero sufficiente di dati prima di adottare cambiamenti significativi, valutando così appieno gli effetti delle politiche in essere.
La valutazione di IG
Riteniamo che la Fed voglia osservare come evolveranno le trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina (scadenza importante: 18 agosto) e tra Stati Uniti e Unione Europea (con la sospensione dei dazi reciproci in scadenza l’8 luglio) prima di decidere eventuali modifiche alla strategia monetaria.
Secondo noi, i membri del FOMC continueranno a monitorare da vicino le principali variabili del “dual mandate” — inflazione e occupazione — e potrebbero valutare un taglio dei tassi a partire da settembre, ma solo se strettamente necessario.
Cosa monitorare nel meeting di domani?
Gli elementi chiave da osservare nella riunione di domani includono:
- Il comunicato stampa
- Le proiezioni economiche (ci attendiamo una revisione al ribasso del PIL, al rialzo per inflazione e leggermente al rialzo per la disoccupazione)
- Il grafico dot plot
- La conferenza stampa di Jerome Powell
Rischi potenziali e considerazioni future
Pur indicando una certa solidità, mantenere i tassi elevati troppo a lungo potrebbe frenare i prestiti e i consumi, rallentando la crescita a causa dell’aumento cumulativo del costo del denaro.
Inoltre, le condizioni economiche globali e le tensioni geopolitiche potrebbero mettere alla prova la sostenibilità dell’eccezionalismo USA. Cambiamenti nei rapporti commerciali, nei prezzi delle materie prime o nei mercati finanziari potrebbero alterare gli equilibri su cui si basa l’attuale orientamento della Fed.
La banca centrale dovrà quindi bilanciare attentamente i benefici di tassi alti — come la stabilità finanziaria e il controllo dell’inflazione — con i rischi di un rallentamento dell’attività economica o di stress nei settori più sensibili al credito.
Monitorare queste dinamiche sarà essenziale per valutare la tenuta dell’attuale strategia e la sua adeguatezza nei mesi a venire.
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