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Blocco diesel euro 5 da ottobre 2025: cosa cambia e cosa si rischia


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Stretta sull’inquinamento, cambia la mobilità.

Dal 1° ottobre 2025, in molte aree italiane entrerà in vigore il blocco totale alla circolazione dei veicoli Diesel Euro 5. Una misura attesa e controversa, che rientra nei piani di lotta all’inquinamento atmosferico e che coinvolgerà centinaia di migliaia di automobilisti.

Molte le domande sulla questione: cosa comporta davvero questo blocco? chi ne sarà interessato? e soprattutto quali sono le sanzioni previste per i trasgressori?.

Cosa prevede il blocco del Diesel Euro 5

Il blocco riguarda in particolare le aree urbane con livelli elevati di biossido di azoto (NO2), uno dei principali inquinanti emessi dai motori Diesel. La direttiva nasce da un accordo tra Regioni del bacino padano (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna) e il Ministero dell’Ambiente, nell’ambito del Piano Aria Integrato.

Le principali misure:

  • Stop alla circolazione dei Diesel Euro 5 dalle ore 7:30 alle 19:30 nei giorni feriali (in molte zone anche sabato);
  • Applicazione prioritaria nelle Zone a Traffico Limitato Ambientale (ZTL-A) e nelle città con oltre 30.000 abitanti;
  • Previste deroghe temporanee per categorie speciali (medici, disabili, mezzi di soccorso).

Chi ne sarà colpito e quanti i veicoli coinvolti nel divieto

Secondo i dati ACI aggiornati al 2024, in Italia circolano ancora circa 3 milioni di veicoli Diesel Euro 5, immatricolati tra il 2009 e il 2014. Le categorie più colpite saranno:

  • Pendolari e lavoratori autonomi con auto aziendali non ancora rinnovate;
  • Piccole imprese con furgoni commerciali Diesel Euro 5.
  • Famiglie a basso reddito, spesso con veicoli usati o acquistati a rate.

Cosa rischiano i trasgressori. Alcuni consigli per i trasgressori

Circolare con un veicolo vietato durante gli orari di blocco comporterà sanzioni automatiche.

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Le principali multe previste:

  • Sanzione amministrativa da 168 a 679 euro, ai sensi del Codice della Strada;
  • In caso di recidiva entro 2 anni: sospensione della patente da 15 a 30 giorni;
  • Controlli potenziati tramite telecamere OCR, varchi elettronici e pattuglie ambientali.

Se si possiede un Diesel Euro 5 e si vive in una zona soggetta a blocchi, ecco cosa si può fare:

  • Verificare online se la propria città è coinvolta (portali comunali e regionali);
  • Valutare il passaggio al GPL, ibrido o elettrico, sfruttando incentivi e detrazioni;
  • Considerare soluzioni di mobilità condivisa: car sharing, mezzi pubblici o abbonamenti agevolati;
  • Prenotare con anticipo l’acquisto di un nuovo veicolo: le richieste aumenteranno a ridosso del blocco.

Impatto economico e polemiche

Le criticità:

  • Costo del ricambio veicoli: per molte famiglie e imprese, cambiare auto o furgone comporta un esborso tra i 10.000 e i 30.000 euro;
  • Mercato dell’usato in difficoltà: si teme un crollo del valore residuo dei Diesel Euro 5, ormai invendibili in molte regioni;
  • Settore automotive sotto pressione, soprattutto i concessionari di veicoli commerciali leggeri.

Le risposte istituzionali:

  • Incentivi pubblici (Ecobonus, rottamazione) confermati anche per il 2025, ma spesso insufficienti o mal distribuiti;
  • Alcune Regioni stanno valutando deroghe localizzate, ma non oltre il 2026.

Il blocco del Diesel Euro 5 è parte di una transizione ecologica necessaria, ma per essere efficace deve essere accompagnato da misure socialmente eque. Senza adeguati strumenti di supporto, il rischio è quello di penalizzare i cittadini più fragili, aumentando il divario tra chi può permettersi una nuova auto e chi no.



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