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UIF: 100mila occupati, 530 aziende e 3 miliardi di investimenti l’anno. Caffè, pasta, dolciario, integratori, surgelati e prodotti veg premium i comparti più performanti


“Viviamo tempi complessi ma non dobbiamo perdere di vista fiducia e visione per il futuro. Negli ultimi tre anni la perdita di potere d’acquisto e la pressione inflattiva hanno colpito anche i consumi alimentari, spingendo il consumatore a scelte di risparmio e riducendo il valore aggiunto. Come industria alimentare, abbiamo un compito che va oltre il produrre cibo: sosteniamo territori e comunità, nutriamo le persone ma anche le loro emozioni e le relazioni che un pasto condiviso accende. Non a caso, qualche anno fa, in un altro momento particolarmente difficile, gli italiani sono ripartiti dalla qualità dei prodotti industriali per ricostruire la normalità perduta”, ha dichiarato Paolo Barilla, Presidente di Unione Italiana Food, in occasione della VII assemblea annuale dell’associazione che si è tenuta presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

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Un comparto vitale per il Paese, nonostante le sfide del presente

“Siamo orgogliosi del nostro essere ‘industria’ e vogliamo far conoscere a tutti cosa c’è dietro questo termine che alcuni considerano in modo riduttivo. Il nostro saper fare si traduce in operosità, impegno quotidiano, miglioramento continuo, innovazione. Il mondo riconosce e apprezza questa vocazione alla qualità che traduciamo in prodotti ad alto valore di servizio, sicuri, sostenibili ed accessibili”, ha concluso Barilla.

La scelta di Pollenzo è simbolica: impresa e cultura, tradizione e ricerca, industria e formazione si incontrano in un luogo strategico. Unione Italiana Food, in qualità di Partner Strategico dell’ateneo, promuove iniziative per valorizzare l’identità del cibo italiano e per costruire un’industria alimentare consapevole, radicata nel territorio e con una visione rivolta al futuro.

Il 2024 tra investimenti, occupazione ed export

I dati 2024 confermano la forza del settore rappresentato da Unione Italiana Food:

  • 58 miliardi di euro di fatturato (+2,6%)
  • 23 miliardi generati dall’export, pari al 40% del totale (+11,4% sul 2023)
  • 530 aziende
  • 100.000 lavoratori
  • 3 miliardi di euro investiti ogni anno in innovazione, sostenibilità, processi e prodotti

L’industria alimentare rappresentata da UIF resta una colonna portante del Made in Italy, con una filiera efficiente, sicura, orientata all’export e capace di offrire cibo accessibile, di qualità e sostenibile anche in un contesto di crisi economico-sociale.

24 categorie merceologiche, 900 brand e un mix vincente tra tradizione e innovazione

Il paniere dei prodotti rappresentati da Unione Italiana Food è composto per circa il 50% da referenze “tradizionali” (pasta, cioccolato, caffè, tè, lievitati da ricorrenza), per il 30% da prodotti “tradizionali evoluti” (surgelati, verdure pronte, caffè in cialde, sughi, piatti pronti) e per il restante 20% da prodotti “innovativi”, come quelli destinati a regimi alimentari specifici (celiaci, diabetici, light, funzionali, ecc.).

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Tra i comparti più strategici e performanti nel 2024:

  • Pasta: oltre 4 milioni di tonnellate prodotte (+5%), quota export al 58%, leader mondiale
  • Dolciario: quasi 19 miliardi di euro (+2,5%), export in crescita nonostante la flessione interna
  • Surgelati: 5,7 miliardi di euro (+1,8%)
  • Caffè: 4,7 miliardi di euro (+8,5%)
  • Preparazioni alimentari: 5,3 miliardi di euro (+5,1%), crescono brodi, minestre, salse e sughi
  • Prodotti vegetali: 4,8 miliardi, con picco per la IV gamma
  • Integratori: 4,9 miliardi di euro (+5,9%), boom di probiotici e prodotti per il benessere mentale

Un asset strategico per l’Italia

Paolo Barilla ha ribadito il ruolo centrale dell’industria alimentare: “La nostra è un’industria che unisce tradizione e innovazione, che ha portato verso il futuro il sapere artigianale italiano e che investe in tecnologia, export, salute e sostenibilità. Il nostro domani si gioca sulla capacità di produrre valore per il consumatore italiano e globale, per le imprese e per l’Italia. E questo valore si chiama qualità, che il consumatore ci riconosce negli acquisti”.

Export: 23 miliardi nel 2024 e una sfida chiamata dazi

L’export dell’industria alimentare rappresentata da Unione Italiana Food ha raggiunto i 23 miliardi di euro, il 40% del totale export alimentare italiano. I mercati principali restano Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Spagna e Polonia, ma si affacciano nuove opportunità in Asia, Nord Europa e Medio Oriente, in particolare per i prodotti salutistici e plant-based.

Tra i risultati principali:

  • 30 miliardi di piatti di pasta
  • 56 miliardi di tazzine di caffè
  • 1 miliardo di kg di prodotti da forno (biscotti, panettoni, colombe)
  • 4 miliardi di prodotti a base di cioccolato

Tuttavia, resta il nodo irrisolto dei dazi USA, che potrebbero rappresentare un freno per le esportazioni. Carmine Garzia, Professore di Management e responsabile scientifico dell’Osservatorio Food Industry Monitor dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ha dichiarato: “Per il 2025 ci aspettiamo un rimbalzo, ma non torneremo ai valori del 2023, quando la crescita era superiore al 6%. Le prospettive restano positive, ma andranno riviste al ribasso in caso di attivazione dei dazi. È necessario accelerare sull’internazionalizzazione, anche con investimenti diretti esteri che richiedono risorse e competenze manageriali”.

L’industria alimentare italiana, rappresentata da Unione Italiana Food, continua dunque a essere una forza trainante dell’economia nazionale e una garanzia di qualità per il consumatore globale. Un settore che guarda avanti, forte di tradizione, visione e innovazione.



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