Le imprese che investono in sostenibilità sono più solide, affidabili e performanti. È quanto emerge dalla seconda edizione del Synesgy Global Observatory, realizzato da Crif sulla base dei dati delle aziende registrate alla piattaforma Synesgy, nata nel 2021 per misurare le performance Esg (ambientali, sociali e di governance) delle imprese.
L’analisi, che ha preso in esame oltre 500mila aziende in 161 Paesi, evidenzia un progresso netto nei punteggi ESG: lo score medio globale è salito dal livello “D” del 2021 a “C” nel 2024. A trainare la crescita, l’aumento nell’uso delle energie rinnovabili – passate dal 46% al 48% – e un maggiore impegno da parte delle PMI, che rappresentano il 91% del campione.
Ma non è solo questione di reputazione o compliance: la sostenibilità paga anche sotto il profilo economico. Le aziende con rating Esg più elevati (classi A e B) producono il 71% del fatturato complessivo, pur rappresentando solo il 21% delle imprese analizzate. Ancora più rilevante il dato sul rischio d’impresa: il tasso di liquidazione giudiziale per queste realtà è inferiore del 30% rispetto alle aziende meno performanti. E sul fronte della puntualità nei pagamenti, le imprese più virtuose segnano un 41% in meno di ritardi.
In Europa, la percentuale di aziende che utilizza energie rinnovabili ha raggiunto il 49% – dato perfettamente in linea con quello italiano. Anche l’Italia mostra segnali positivi, con il punteggio ESG medio salito da “D” a “C”. Tuttavia, restano criticità sul piano sociale: le donne nei ruoli manageriali sono solo il 37%, contro una media UE del 44%.
L’analisi di Crif distingue le imprese in quattro fasce di rischio: tra quelle non certificate Esg, solo il 22% è a basso rischio, contro il 41% delle aziende che rispettano gli standard. La fascia ad alto rischio si riduce drasticamente: dal 9% al 3%. Un dato che, insieme alla riduzione dei ritardi nei pagamenti (in Italia: 7,7 giorni contro 15,4), conferma la sostenibilità come leva strategica per la competitività e la resilienza aziendale.
«Con Synesgy stiamo costruendo un ecosistema globale della sostenibilità in cui ogni azienda – indipendentemente da dimensione o settore – può misurare, migliorare e comunicare il proprio impatto ESG», afferma Simone Rampichini, Senior Director di Synesgy at Crif. «I dati confermano che la sostenibilità non è più solo un dovere etico, ma un vantaggio competitivo concreto».
Dal punto di vista settoriale, la maggior parte delle aziende analizzate appartiene ai servizi (30%), seguiti dalla manifattura (18%) e dal commercio (14% retail e 12% wholesale). In termini di fatturato, domina il manifatturiero (oltre 3.900 miliardi di euro), seguito da trasporti/utility e commercio all’ingrosso.
La metodologia dello studio si basa su questionari GRI-licensed integrati con i dati proprietari Crif. Un approccio che consente di analizzare nel dettaglio la correlazione tra pratiche sostenibili e performance aziendale, offrendo alle imprese – soprattutto alle Pmi – una bussola per orientarsi in uno scenario regolatorio e di mercato in continuo cambiamento.
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