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Piceno Consind, Confindustria: ‘Il tempo dell’attesa è finito. Serve responsabilità per tutelare le imprese e fermare l’emorragia di risorse pubbliche’ – Picus Online


Ascoli
Piceno, 19 giugno 2025 – Confindustria Ascoli Piceno torna a
sollecitare una presa di coscienza istituzionale. L’ente consortile,
nato con finalità
industriali in una fase storica completamente diversa, rappresenta oggi
un modello superato, il cui peso economico e operativo non è più
giustificabile né sostenibile per le imprese né per gli enti pubblici
coinvolti.

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“È inaccettabile – dichiara il Presidente
Simone Ferraioli – che si continui a mantenere in piedi una
struttura cronicamente in perdita, affidando alle imprese costi non più
riconducibili a servizi reali o strategici. Un ente pubblico non può
continuare a esistere solo per garantire la propria
sopravvivenza a danno del sistema produttivo e della collettività. È
ora che le sue funzioni tornino alle pubbliche amministrazioni locali
comunali”.

Rispetto a quanto dichiarato dal Presidente Procaccini, osserva Ferraioli
“Le recenti risorse erogate da Invitalia per il sostegno alle imprese
sarebbero state assegnate in ogni caso; il Piceno Consind non ha nulla a
che fare con i finanziamenti ricevuti
.
Quelle risorse sarebbero arrivate a prescindere in quanto assegnate
come area geografica area ex Casmez. Attribuire il merito
dell’operazione al Piceno Consind mistifica la realtà e impedisce un
confronto serio sul futuro. Tant’è vero ciò che le somme assegnate
alle imprese non sono transitate dal consorzio ma erogate alle stesse
direttamente da Invitalia; il Consind non ha avuto nessun ruolo in
questa vicenda, né formale né sostanziale.”.

La pura verità è la seguente:
“Il Fondo Contrasto alla Deindustrializzazione è stato istituito con
il DPCM 30 novembre 2021. Le risorse sono nazionali e sono gestite da
Invitalia per conto del Dipartimento per le politiche di coesione e per
il sud – Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il Piceno Consind è soggetto completamente estraneo. Esso è indicato
dalla norma ai soli fini dell’individuazione territoriale, non avendo
alcun ruolo attivo o competenza nel procedimento di attribuzione delle
risorse. È un soggetto di mera individuazione
territoriale privo di competenza procedimentale. Il Piceno Consind non
ha avuto e non ha alcun ruolo previsto dalla norma, nella fase di
istruttoria delle domande né tantomeno nella fase di liquidazione dei
contributi alle imprese”.

“Se tutto ciò non è la pura verità aspetto una replica formale dal Presidente Procaccini”
dichiara il Presidente Ferraioli.

“Procaccini
si chiede poi chi si occuperebbe dei servizi al posto di Piceno
Consind. Come mai non si chiede come fanno allora nel resto delle
province
marchigiane? Si preoccupa del costo che sosterrebbero i cittadini nel
caso di scioglimento del consorzio. Anche in questo caso ci sembra che
nel resto della Regione Marche il problema non sussista minimamente,
anzi in realtà nel Piceno la situazione è molto
più grave.

Infatti – aggiunge Ferraioli – qualcuno dovrà farsi carico di
coprire il disavanzo dell’ente. E quel qualcuno sarà la collettività,
nella quota parte di ogni Comune socio. Già oggi molti Comuni, in
applicazione del principio di prudenza amministrativa,
stanno accantonando risorse per far fronte alla chiusura dell’ente:
parliamo di fondi pubblici sottratti a scuole, strade, servizi, che si
continuano a destinare a un contenitore vuoto. Per questo ribadiamo: è
necessario intervenire ora, prima che la situazione
peggiori ulteriormente”.

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Confindustria
Ascoli Piceno rinnova dunque la richiesta alle istituzioni di assumere
una decisione risolutiva e coraggiosa, che metta fine all’incertezza
e liberi il territorio da un vincolo inefficace.

“Non possiamo più assistere inermi a questa emorragia di risorse,” conclude
Ferraioli. “Chiediamo con urgenza alla Regione Marche di prendere
atto della situazione oggettiva, confermata anche da analisi esterne, e
di procedere con lo scioglimento o il commissariamento del Piceno
Consind. È il momento di dare un segnale chiaro al
mondo produttivo, liberando le imprese da un fardello insostenibile. È
l’unica via per salvaguardare il futuro industriale del Piceno. Crediamo
in un modello di sviluppo moderno, snello, competitivo, in rete con le
migliori esperienze europee. Non possiamo
permettere che le nostre imprese vengano zavorrate da una macchina
amministrativa anacronistica. Il tempo dell’attesa è finito”.

 



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