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boom di produzione e export nel 2024


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Il 2024 si è rivelato un anno cruciale per l’agroalimentare dell’Emilia-Romagna, che dopo un 2023 segnato da gelate e alluvioni ha registrato un’impennata significativa nella produzione e nelle esportazioni. Il rapporto regionale mette in luce come investimenti mirati e interventi sul territorio abbiano contribuito a rilanciare un comparto fondamentale per l’economia locale, che si conferma trainante nell’occupazione e nel valore economico.

I numeri della crescita nel sistema agroalimentare della regione

Il sistema agroalimentare emiliano-romagnolo ha superato nel 2024 i sei miliardi di euro di produzione, registrando una crescita del 13% rispetto all’anno precedente. Le colture frutticole hanno fatto segnare un aumento senza precedenti, con un +57% rispetto al 2023. Questo risultato fa emergere un recupero netto dopo le difficoltà dovute alle condizioni climatiche avverse della primavera dell’anno scorso. Anche il settore zootecnico ha visto un importante incremento, in particolare nel comparto del latte vaccino, che ha messo a segno un +19,3%.

Esportazioni in forte crescita

Parallelamente, il valore delle esportazioni ha raggiunto oltre 10,5 miliardi di euro, con un aumento del 7,6% sul 2023. Prodotti come le carni lavorate, i lattiero-caseari e i prodotti da forno si confermano tra i maggiori protagonisti della domanda internazionale. Il rafforzamento delle vendite all’estero si traduce in un sostegno concreto alle imprese locali, permettendo un consolidamento della presenza del territorio sui mercati globali.

Occupazione e imprenditoria: il settore che crea lavoro

I posti di lavoro legati all’alimentare e all’agricoltura sono aumentati sensibilmente. Complessivamente, il settore impiega circa 129.000 persone, divise quasi equamente tra agricoltura e industria alimentare . Rispetto al 2023, si registra una crescita del personale occupato del 3,8% in agricoltura e del 2,3% nell’industria alimentare.

Questo incremento riflette una ripresa della fiducia delle imprese, che hanno reagito alle crisi degli ultimi anni adottando misure di consolidamento. La presenza di nuove figure giovani, favorita da politiche di sostegno all’insediamento, contribuisce a ringiovanire un comparto tradizionalmente legato a metodologie consolidate. I dati fanno emergere un settore vitale, che non solo produce ricchezza ma rappresenta anche un importante presidio per il territorio.

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Investimenti pubblici e strategie di rilancio dopo le crisi del 2023

Le difficoltà del 2023, legate a eventi estremi come gelate e alluvioni, hanno spinto la regione a pianificare e mettere in campo risorse mirate. Sono stati stanziati 106 milioni di euro nel 2024, destinati a varie misure di sostegno: dal credito agevolato all’ammodernamento delle aziende agricole, dal supporto ai giovani agricoltori agli interventi per emergenze sanitarie e ambientali specifiche, come la peste suina africana e la presenza invasiva del granchio blu.

Queste azioni hanno permesso al settore di evitare una fase di stallo e addirittura di crescere, nonostante l’incertezza climatica e i rischi legati alle malattie animali. Il presidente Michele Pascale e l’assessore Alessio Mammi hanno sottolineato come questi investimenti non siano solo numeri, ma rappresentino una scelta concreta per sostenere il tessuto sociale e produttivo della regione, lungo un percorso di resilienza.

Azioni mirate per emergenze specifiche

Tra le misure più importanti vi sono interventi dedicati alla prevenzione della peste suina africana e al contenimento della diffusione del granchio blu, specie invasiva che minaccia gli ecosistemi locali.

Il ruolo di unioncamere e il sostegno continuo al settore agroalimentare

Unioncamere Emilia-Romagna ha confermato il proprio ruolo di supporto alle imprese. Il presidente Valerio Veronesi ha ricordato come, dopo un 2023 complesso, le aziende abbiano saputo ridare impulso alla produzione e all’export anche grazie ai finanziamenti regionali. I 106 milioni di euro messi a disposizione si aggiungono ai 635 milioni provenienti dai fondi Pac, destinati a rafforzare la capacità competitiva delle imprese.

Questo doppio intervento economico ha permesso un aumento non solo della produzione, ma anche dell’occupazione nel settore. Il sostegno conferma il peso dell’agroalimentare in Emilia-Romagna, che resta una delle realtà più rilevanti in Italia per quantità di addetti e volumi di fatturato. Il monitoraggio continuo e le schermaglie tra problemi climatici e opportunità di mercato rimangono centrali nel disegno per il futuro di questa importante parte dell’economia regionale.





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