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Intelligenza artificiale, crescono gli investimenti nei data center


Milano, 23 giugno 2025 – Nello sviluppo dell’IA, di cui tanto si parla e le cui potenzialità non sono state ancora ben comprese dal grande pubblico, vi è una componente tecnica fondamentale, intorno a cui si generano grossi investimenti: stiamo parlando dei data center. L’Italia sta compiendo progressi rilevanti per consolidare la propria posizione all’interno della “catena tecnologica dell’intelligenza artificiale” costituita dall’insieme di strumenti, framework, software e hardware necessari per progettare, implementare e gestire sistemi intelligenti, articolandosi in diversi livelli che rappresentano elementi fondamentali per l’efficienza e l’efficacia dei processi aziendali.

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I risultati dello studio I-Com

Tra i principali vantaggi di una catena tecnologica completa ci sono la scalabilità, l’automazione del flusso di lavoro e la modularità, caratteristiche che permettono alle organizzazioni di personalizzare le soluzioni in base alle proprie esigenze specifiche. Un tassello significativo è rappresentato come detto dal settore dei data center, infrastruttura chiave che nel 2024 ha confermato il trend positivo dell’anno precedente con nuove aperture che hanno registrando un incremento del 17% rispetto al 2023. A questo si affianca una crescita consistente degli investimenti, con 5 miliardi di euro già impiegati e ulteriori 10,1 miliardi previsti nel biennio 2025-2026. È quanto emerge dallo studio dal titolo “ItalIA, le ricadute dell’intelligenza artificiale sull’economia e sui territori” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) in collaborazione con Microsoft, con l’obiettivo di analizzare l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’economia e sui territori italiani, sottolineando la necessità di una governance efficace e coordinata a livello europeo per valorizzare e sfruttare le opportunità offerte da questa frontiera tecnologica. Secondo le elaborazioni I-Com, la crescita degli investimenti nei data center si tradurrà in un aumento complessivo pari a 5,8 miliardi di euro di indotto economico per la filiera italiana e 790 milioni di euro in entrate fiscali. A livello settoriale, i comparti che beneficeranno della realizzazione delle nuove infrastrutture sono numerosi. La maggior parte delle risorse ricadrà però sulla “Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica” (3,9 miliardi di euro).

L’impatto ambientale dei data center

Una parte dell’indagine ha riguardato l’impatto ambientale dei data center, che nel 2024 hanno rappresentato circa il 3% del fabbisogno elettrico complessivo dell’Unione europea. Il consumo energetico di queste strutture si distribuisce principalmente tra apparecchiature informatiche (40-50%), sistemi di raffreddamento (30-40%) e componenti ausiliari (10-30%). Un ulteriore elemento da considerare è il consumo idrico, legato sia alla produzione di energia elettrica sia ai sistemi di raffreddamento. Come sottolinea la ricerca, paradossalmente, è oggi l’IA stessa ad offrire una potente serie di applicazioni che possono migliorare in modo significativo gli sforzi di sostenibilità delle aziende. In conclusione, l’Italia sta avanzando nel campo dell’intelligenza artificiale grazie agli investimenti strategici da parte di grandi aziende tecnologiche. Tuttavia, per rafforzare la propria posizione, si legge ancora nello studio, è fondamentale superare le attuali fragilità strutturali attraverso investimenti mirati in infrastrutture, ricerca, formazione e politiche di supporto all’innovazione, in modo tale da avere tutti i tasselli utili per una catena tecnologica dell’IA il più possibile solida. Un ruolo chiave potrebbe essere svolto dall’iter parlamentare del ddl sull’IA.

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