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Sbloccare il potenziale dell’IA in Italia: l’adozione nelle aziende in uno studio AWS


L’Italia sta attraversando una fase di rapida espansione nell’adozione dell’intelligenza artificiale, con aziende di ogni dimensione che la stanno implementando per ottimizzare le operazioni, incrementare l’efficienza e scoprire nuove opportunità di innovazione. Secondo una ricerca commissionata da Amazon Web Service (AWS), questa crescita è particolarmente notevole: nell’ultimo anno, un’azienda italiana ha adottato l’IA ogni 75 secondi, il che si traduce in circa 420mila nuove aziende che hanno integrato questa tecnologia.

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In totale, oltre 2 milioni di aziende in Italia utilizzano l’IA. Il tasso di crescita annuale dell’adozione ha raggiunto il 30%, superando la media europea del 27% e superando persino la rivoluzione della telefonia mobile in Europa negli anni 2000. Attualmente, quasi un terzo (30%) delle aziende italiane utilizza costantemente l’IA, un traguardo significativo sebbene sia ancora al di sotto della media europea del 42%.

I benefici concreti dell’IA per le imprese italiane

I vantaggi derivanti dall’adozione dell’IA sono chiaramente percepibili dalle aziende italiane. Una stragrande maggioranza (93%) delle aziende che hanno adottato l’IA ha registrato un aumento dei ricavi, con un incremento medio del 27%. Questo dimostra la reale capacità dell’IA di potenziare la competitività delle aziende. Inoltre, il 64% degli utenti ha riportato miglioramenti significativi o addirittura trasformativi nella produttività. In particolare, il 41% degli adottanti italiani ha notato un miglioramento dell’esperienza del cliente grazie all’IA, mentre il 31% ha visto una maggiore automazione e un altro 31% ha riscontrato uno stimolo all’innovazione.

Nonostante gli investimenti in IA siano cresciuti del 15% nell’ultimo anno, leggermente al di sotto della media europea del 22%, le aziende prevedono che entro tre anni l’IA rappresenterà il 15% del loro budget IT complessivo. È inoltre rilevante che il 71% delle aziende italiane abbia già un budget dedicato all’IA, superando la media europea del 64%.

Il ruolo del governo italiano e le iniziative strategiche

Il governo italiano sta attivamente supportando questa trasformazione, riconoscendo l’IA come un motore cruciale per lo sviluppo economico. Iniziative come la Strategia per l’Intelligenza Artificiale (2024-2026) delineano un piano solido per sfruttare le tecnologie IA al fine di promuovere innovazione e produttività, incoraggiando così le aziende a procedere con fiducia nell’adozione tecnologica.

Un risultato storico è stato raggiunto durante la Presidenza del G7 2024, dove il governo italiano ha guidato le nazioni del G7 nel riconoscere il cloud computing come un fattore cruciale per l’adozione dell’IA tra le Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI) e per l’implementazione dei servizi ai cittadini. Questo evidenzia la chiara intenzione dell’Italia di essere un leader globale nell’adozione e nell’innovazione dell’IA. Ulteriori passi includono il recente memorandum d’intesa con gli Stati Uniti, che promuove la cooperazione nella ricerca e nello sviluppo responsabile dell’IA.

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Ostacoli all’adozione e all’integrazione profonda dell’IA

Nonostante lo slancio positivo, le aziende italiane continuano a incontrare ostacoli che impediscono un’integrazione più profonda e strategica dell’IA. Tra le principali sfide, il 25% delle aziende italiane cita i costi iniziali percepiti come un impedimento fondamentale all’adozione dell’IA. Curiosamente, il 24% delle aziende dichiara di aver bisogno di una comprensione più chiara del ritorno sull’investimento dell’IA, nonostante il 93% di quelle che l’hanno adottata abbia già registrato un aumento significativo dei ricavi.

Un altro ostacolo critico è il divario di competenze digitali. Il 46% delle aziende italiane identifica la carenza di competenze come una barriera all’adozione più profonda dell’IA, e il 55% afferma che la mancanza di competenze ostacola l’innovazione. Il 53% indica che la carenza di competenze sta causando ritardi nei progetti, e un ulteriore 20% fatica ad attrarre talenti con le competenze digitali necessarie. Con le competenze IA che si prevede saranno richieste nel 48% dei nuovi posti di lavoro entro tre anni, colmare questo divario è fondamentale per il futuro economico dell’Italia.

L’incertezza normativa rappresenta un’altra sfida significativa. Il 70% delle aziende italiane non comprende i propri ruoli e responsabilità nell’ambito della legge europea sull’IA. Le startup sono particolarmente colpite, con il 25% che afferma che l’incertezza normativa ha ritardato o alterato le proprie strategie tecnologiche e di IA.

Con l’imminente attuazione a livello nazionale della legge europea sull’IA, vi è il rischio che l’onere e le incertezze aumentino, ostacolando la competitività internazionale delle aziende. Infine, i costi di conformità sono elevati: le aziende italiane spendono quasi un terzo (30%) della loro spesa tecnologica per la conformità, e il 70% prevede un aumento di questi costi nei prossimi tre anni. Per le startup, questa cifra sale al 41% della spesa tecnologica.

Velocità senza profondità: la necessità di un’integrazione strategica

Sebbene quasi un terzo delle aziende abbia adottato l’IA, una celebrazione esclusiva dei dati di adozione potrebbe mascherare una tendenza sottostante: la maggior parte delle organizzazioni italiane sta ancora utilizzando l’IA per scopi più elementari, piuttosto che sfruttarne il potere per fini trasformativi.

Il 60% delle aziende italiane si concentra ancora su usi più basilari dell’IA, mirando a guadagni incrementali, come l’uso di chatbot pubblici per attività di routine o l’acquisto di soluzioni IA preconfezionate. Un quarto (25%) ha raggiunto una fase intermedia, integrando l’IA in diverse funzioni aziendali per automatizzare i flussi di lavoro e reimmaginare l’esperienza del cliente. Solo l’11% delle aziende italiane ha raggiunto la fase più trasformativa, utilizzando l’IA per scopi avanzati, combinando più strumenti o modelli per compiti complessi, creando sistemi personalizzati che trasformano completamente le loro attività, dall’ottimizzazione della catena di approvvigionamento al lancio di nuovi prodotti/servizi o modelli di business basati sull’IA.

Per capitalizzare appieno sulla rivoluzione dell’IA, l’Italia deve passare dalla sperimentazione iniziale a un’integrazione più profonda e strategica dell’IA. La ricerca ha rilevato che l’IA abilitata dal cloud ha già contribuito a un aumento di oltre 363 milioni di dollari del PIL italiano nel 2023.

Casi di studio

Alcune aziende italiane stanno già dimostrando come l’IA possa portare a trasformazioni significative.

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Pirelli

Pirelli, un marchio iconico nel settore automobilistico, sta sfruttando le capacità dell’IA generativa di AWS per migliorare la sicurezza sul posto di lavoro nelle sue operazioni globali. Con 18 siti produttivi in 12 paesi e oltre 30.000 dipendenti, la sicurezza su larga scala rappresenta una sfida che Pirelli sta affrontando con soluzioni IA innovative. Il team di Data Science and Analytics di Pirelli, in collaborazione con AWS, ha implementato un approccio graduale, utilizzando Amazon Comprehend e AWS SageMaker Ground Truth per identificare entità relative alla sicurezza, raggruppare e sintetizzare rapporti, e implementare Retrieval Augmented Generation (RAG) con Amazon Bedrock e OpenSearch per interrogare i dati di sicurezza in linguaggio naturale. Questa soluzione è ora in produzione, consentendo una gestione proattiva dei rischi e contribuendo a ridurre l’indice di frequenza degli incidenti, servendo da modello per un uso esponenziale dell’IA nell’organizzazione.

xFarm Technologies

Un altro esempio è xFarm Technologies, fondata da un agricoltore, Matteo Vanotti, per aiutare le aziende agricole a prendere decisioni migliori. La piattaforma supporta oltre 500.000 aziende agricole in più di 100 paesi su sette milioni di ettari. Costruita su AWS, xFarm scala ed elabora rapidamente grandi quantità di dati agricoli, dalle immagini satellitari al monitoraggio della salute delle colture, rispettando gli standard europei sui dati. Gli agricoltori utilizzano l’app per gestire tutto, dall’irrigazione al controllo dei parassiti, con l’IA che aiuta a identificare malattie, prevedere focolai e persino tracciare insetti usando foto e modelli predittivi.

L’ecosistema delle startup: un motore di innovazione con le sue sfide

L’ecosistema italiano delle startup, seppur relativamente piccolo, è dinamico e sta emergendo come leader nell’uso dell’IA. Il 61% delle startup dichiara di sfruttare l’IA in tutta la propria attività, e molte la utilizzano a un livello avanzato. Nello specifico, il 23% delle startup sfrutta l’IA per i suoi scopi più avanzati (rispetto al 26% in Europa), il 25% ha l’IA al centro della propria proposta commerciale (rispetto al 38% in Europa), e il 29% ha lanciato un nuovo prodotto o servizio basato sull’IA.

Nonostante le startup italiane abbiano raccolto 900 milioni di dollari nel 2024, a fronte dei 43 miliardi di dollari raccolti dalle aziende tecnologiche dell’UE, l’IA offre un percorso chiaro per aumentare la loro competitività e i rendimenti per gli investitori. L’Italia conta attualmente un piccolo gruppo di sette “unicorni”, principalmente aziende tecnologiche, e una maggiore adozione dell’IA potrebbe portare altre startup a raggiungere questo traguardo.

Tuttavia, l’ecosistema delle startup affronta vincoli significativi che ne limitano il potenziale. Tra questi, gli oneri di conformità sono particolarmente gravosi: le startup spendono il 41% della loro spesa tecnologica per la conformità, rispetto al 30% per tutte le aziende italiane. Inoltre, il 49% delle startup identifica la carenza di competenze come uno dei principali ostacoli alla capacità di adottare e utilizzare l’IA in maniera esponenziale, una percentuale superiore alla media generale.

Latitudo40

Un esempio di startup italiana all’avanguardia è Latitudo40, la cui missione è rendere i dati satellitari accessibili a tutti, non solo agli esperti. Sfruttando le capacità dell’IA e l’infrastruttura scalabile di AWS, Latitudo40 elabora grandi volumi di dati satellitari in poche ore anziché in mesi. La loro piattaforma aiuta governi, investitori e industrie a trasformare le immagini satellitari grezze in informazioni utili per sostenere la resilienza climatica e la pianificazione urbana sostenibile.

Raccomandazioni per sbloccare il pieno potenziale dell’IA in Italia

Per garantire un’adozione su larga scala e una profonda integrazione dell’IA, AWS raccomanda ai responsabili politici e industriali italiani di adottare quattro fasi chiave:

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  1. Promuovere la collaborazione tra settore pubblico e privato: è essenziale espandere le iniziative di ricerca congiunte sull’IA e creare spazi di sperimentazione per l’innovazione tra istituzioni pubbliche e fornitori di cloud. Ciò include l’espansione degli incentivi fiscali per la R&S sull’IA e per i modelli di approvvigionamento “cloud-first” per incoraggiare la sperimentazione. Il rafforzamento del supporto all’infrastruttura e ai fornitori di cloud è critico, dato che quasi 7 imprese italiane su 10 (67%) hanno già adottato le tecnologie cloud e il 39% cita l’accesso al cloud computing e alle infrastrutture avanzate di IA come uno dei fattori più importanti per l’adozione dell’IA.
  2. Creare un ambiente normativo favorevole alla crescita: affrontare le preoccupazioni delle aziende italiane per i costi di conformità (30% della spesa IT) e la complessità associata alle nuove normative è cruciale. Con il 70% delle aziende che prevede un aumento di questa percentuale, una regolamentazione armonizzata e semplificata sarà fondamentale. Il disegno di legge sull’IA approvato dal Senato italiano deve evitare duplicazioni con la legge europea sull’IA e fornire invece chiarezza, prevedibilità e orientamento.
  3. Accelerare la trasformazione digitale nei settori industriali attraverso lo sviluppo delle competenze: promuovere un ciclo di investimenti e crescita incentrato sulla trasformazione digitale e sullo sviluppo di una forza lavoro altamente qualificata è vitale, dato che il 76% delle aziende ritiene che le competenze in materia di IA saranno fondamentali nei prossimi cinque anni. L’inserimento dell’IA e delle competenze digitali in tutti i livelli di istruzione, con attenzione alle competenze digitali di base, all’interpretazione dei dati e all’uso responsabile dell’IA, contribuirà a colmare il divario di competenze. Il 51% delle aziende ritiene che le iniziative di formazione diffusa stiano contribuendo a favorire l’adozione dell’IA. AWS e Amazon si sono impegnate a formare 200.000 studenti in Italia in ambito STEM entro il 2026.
  4. Promuovere il sostegno alle startup per un ecosistema vivace: per aiutare le startup italiane a crescere in maniera esponenziale, è necessario stabilire percorsi più rapidi e semplici per testare e lanciare le loro innovazioni. È fondamentale fornire finanziamenti o sovvenzioni mirate per le startup basate sull’IA, in particolare per quelle che risolvono problemi aziendali o sociali reali.

Conclusioni

Le aziende italiane che hanno adottato l’IA stanno già riscontrando benefici significativi, dall’aumento della produttività alla crescita dei ricavi. Con l’accelerazione dell’adozione, l’IA è destinata a diventare un fattore chiave per la trasformazione digitale e la competitività economica dell’Italia. Tuttavia, per sfruttare appieno questo slancio, le aziende devono andare oltre la sperimentazione e integrare l’IA in modo strategico.

Seguendo le raccomandazioni proposte, l’Italia può accelerare l’innovazione, attrarre maggiori investimenti e far crescere una nuova generazione di “unicorni”.



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