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Venture capital: con la nuova strategia la Regione Lazio intende diventare il polo più attrattivo per le startup


La Regione Lazio alza la posta sul venture capital, rinnovando la sua strategia e aumentando i fondi a disposizione di imprese innovative e startup. L’obiettivo è portare la regione ad essere uno dei territori più attrattivi in Italia, se non il più attrattivo in assoluto, per gli investimenti in innovazione, sfruttando il volano dei fondi pubblici per portare nel Lazio investitori privati e rafforzare la capacità di finanziare lo sviluppo, lo scaling up e l’exit di successo delle startup. 

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Progettata e gestita da Lazio Innova, la nuova strategia per il venture capital (VC) della Regione Lazio ha una dotazione complessiva di oltre 100 milioni di euro, ma l’intenzione è, grazie alla modifica del PR FESR 2021-2027 in corso, di incrementare queste risorse, in particolare per favorire la collaborazione con altri attori istituzionali. 

Inoltre, diventano quattro gli strumenti di venture capital (riuniti nel grande contenitore di FARE Venture 2, fondo di venture capital che fa capo al fondo di fondi FARE Lazio gestito dalla Regione Lazio) che agiscono in modo da coprire l’intera filiera dell’innovazione: Lazio Venture 2, Venture Tech Lazio, Innova Venture 2 e TT Venture Lazio.

Il raddoppio degli strumenti serve a garantire il raggiungimento degli obiettivi chiave, a partire da quello di sviluppare il mercato degli operatori professionali di venture capital nel Lazio, con la missione specifica di radicare la presenza dei gestori dei FIA (Fondi di investimento alternativi) nel territorio e di promuovere la nascita di almeno un FIA dedicato nel Lazio. I fondi, infatti, sono dedicati esclusivamente a imprese nella regione. Si punta anche a garantire uno scouting continuativo e ad attrarre, in generale, imprese innovative e tecnologiche nella regione. Infatti, tutte le imprese sono ammissibili, ma ci sarà un occhio di riguardo per gli ambiti del deep tech, hard tech, tech transfer e le Tecnologie STEP.

Venture Capital, la nuova strategia della Regione Lazio

La strategia VC della Regione Lazio, come indicato dai rappresentanti regionali, si inquadra in modo coerente con la recentissima Comunicazione della Commissione europea sulla “Strategia dell’Unione europea per le start-up e le scale-up”, perché, oltre a promuovere un ambiente favorevole all’innovazione, affronta specifici fallimenti di mercato e sostiene l’impresa che nasce dalla ricerca. Inoltre, investe attraverso il ricorso ad aiuti di Stato a condizioni tali da aumentare la propensione degli investitori privati ad assumere rischio, ovvero mette a loro disposizione, con modalità semplificate, risorse per investimenti a condizioni di mercato.

La nuova policy regionale sul venture capital sarà realizzata avvalendosi del PR FESR 2021-2027 e di risorse derivanti dai rientri della precedente programmazione, principalmente con investimenti diretti e indiretti in equity, prevedendo anche incentivi a fondo perduto e servizi di supporto. L’investimento in equity nel venture capital significa comprare una parte di una startup, diventandone socio – un tipo di investimento ad alto rischio, ma anche ad alto potenziale di guadagno.

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Gli strumenti della nuova policy: fondi “dedicati”

Quattro sono gli strumenti, diversificati e integrati, previsti dalla strategia: Lazio Venture 2, Venture Tech Lazio, Innova Venture 2 e TT Venture Lazio, tutti gestiti da Lazio Innova

Lazio Venture 2 è rivolto a gestori vigilati, ovvero società che investono soldi propri o di altri in startup, ma seguendo regole precise e sotto controllo pubblico, per garantire trasparenza e sicurezza. L’obiettivo è dare vita, per la prima volta, a fondi dedicati esclusivamente al Lazio con forti incentivi per ridurre il rischio e aumentare il coinvolgimento degli investitori privati. Sono previsti anche fondi paralleli che operano sul mercato. Le risorse 2021-2027 ammontano a 60 milioni di euro.

Venture Tech Lazio è rivolto ai “venture accelerators” (programmi o organizzazioni che aiutano le startup nelle primissime fasi di vita a crescere più velocemente) e sostiene le fasi iniziali (seed) degli investimenti, offrendo anche servizi a valore aggiunto. Le risorse sono di 12 milioni.

Innova Venture 2 si concentra su investimenti diretti in startup selezionate attraverso le attività di scouting di Lazio Innova e ha risorse per 5,5 milioni.

TT Venture Lazio è pensato per investimenti ad alto rischio nati da un programma di accelerazione nel campo del Tech Transfer, gestito da Lazio Innova e rivolto al mondo della ricerca. Le risorse a disposizione sono 11,5 milioni.

Vanno considerati anche 2,3 milioni di euro come sovvenzione dei costi di esplorazione a fondo perduto abbinata a Lazio Venture 2 e Venture Tech Lazio. E 12 milioni dal Nuovo fondo patrimonializzazione rivolto anche a startup innovative (finanziamenti a tasso zero abbinati a Aucap).

La pubblicazione delle prime due call, relative a “Lazio Venture 2” e “Venture Tech Lazio”, è prevista entro la fine di giugno 2025, mentre la pubblicazione delle altre due call avverrà entro settembre.

Vediamo i dettagli per le prime due.

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Il fondo di fondi Lazio Venture 2 di Lazio Innova

Lazio Venture 2 (“LV2”) è un fondo di fondi, gestito da Lazio Innova, che ha l’obiettivo di sviluppare il mercato degli operatori professionali di venture capital nel Lazio, con la missione specifica di radicare la presenza dei gestori di tali Fondi di investimento alternativi o FIA nel Lazio, garantendo uno scouting continuativo sul territorio e l’attrazione sullo stesso di imprese innovative e tecnologiche.

La dotazione da investire per la sottoscrizione delle quote di uno o più FIA è di 60,1 milioni di euro.

Obiettivo prioritario di LV2 è promuovere la nascita di almeno un FIA Dedicato, che investa esclusivamente in Imprese Ammissibili LV2 nel Lazio. A tal fine è prevista la possibilità di riconoscere aiuto di Stato ai sensi dell’art. 21 del Reg. (UE) 651/2014.

Almeno il 20% (preferibilmente il 30%, affinché il fondo possa autonomamente investire in tutte le tipologie di imprese) del capitale raccolto dai FIA Dedicati deve provenire da investitori privati indipendenti ai quali il Comitato di investimento può offrire incentivi economici previsti dalla normativa europea, privilegiando la ripartizione asimmetrica degli utili, ottenendo così una quota maggiorata dei profitti rispetto al capitale investito. È un approccio più vantaggioso rispetto alla semplice protezione contro le perdite, perché aumenta l’attrattività dell’investimento e stimola la partecipazione privata in operazioni ad alto potenziale anche se ad alto rischio. 

Fermo l’obiettivo di cui sopra, LV2 può investire anche in FIA Paralleli (o forme similari), il cui utilizzo è stato introdotto per la prima volta da Lazio Innova nel 2017, che operano senza aiuti di Stato, e pertanto esclusivamente nel rispetto del principio dell’operatore di mercato (MEOP). Il FIA Parallelo deve essere gestito dal medesimo GEFIA che gestisce il FIA principale e i due FIA investono congiuntamente alle stesse modalità e condizioni, anche in termini di exit (pari passu), e co-investono al 50%.

Gli investimenti dei FIA nelle imprese ammissibili devono avvenire entro il 2029 (inclusi i follow-on): solo per i FIA Dedicati sono possibili follow-on oltre il 2029 con una dotazione ad hoc di 5 milioni di euro. Ai FIA Dedicati è anche riservato, ove richiesto, un ulteriore ammontare, pari a 900.000 euro, come contributo a fondo perduto per la copertura al 50% dei costi finalizzati a rafforzare le attività di scouting sulla base di uno specifico programma, con un massimo pari al 3% del commitment sottoscritto da LV2 nel relativo FIA.

Riguardo alle imprese ammissibili, non ci sono vincoli predefiniti se non il rispetto dell’art. 21 del Reg. (UE) 651/2014 (ossia PMI non quotate) e della strategia di specializzazione intelligente della Regione Lazio insieme all’obbligo di sviluppare il loro business plan nel Lazio: nel processo di selezione dei FIA verranno privilegiati gli ambiti del deep tech, hard tech, tech transfer e le Tecnologie STEP.

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La call LV2 sarà pubblicata sia sulla Gazzetta Europea, per estratto, sia sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio oltre che sui siti www.lazioeuropa.it e www.lazioinnova.it.  

La pubblicazione è prevista entro fine giugno e la call resterà aperta per almeno 60 giorni dalla pubblicazione. L’investimento di LV2 per ciascun FIA Cofinanziato deve essere: nel caso di FIA Dedicati, pari o superiore a 10 milioni di euro; nel caso di FIA Paralleli compreso tra 5 milioni di euro e 12 milioni di euro.

La selezione dei FIA sarà condotta dal Comitato di Investimento di FARE Venture 2, formato da tre componenti esperti e indipendenti, selezionati mediante una procedura aperta trasparente, proporzionata e non discriminatoria.

Il fondo Venture Tech Lazio di Lazio Innova: i “venture accelerators”

Venture Tech Lazio (“VTL”) è un fondo gestito da Lazio Innova che opera come aiuto di Stato ai sensi dell’art. 22 del Reg. (UE) 651/2014 e ha l’obiettivo di sviluppare la presenza nel Lazio di Investitori attivi quali venture accelerators, venture builder o similari, che, sulla base di uno specifico programma pluriennale di accelerazione, oltre a investire nelle startup offrono loro servizi tali da accrescerne il grado di maturazione e il potenziale di innovazione. La dotazione da investire per la sottoscrizione degli accordi è di 12 milioni di euro.

VTL opera sottoscrivendo con gli Investitori attivi selezionati un accordo – nella forma di un contratto di associazione in partecipazione – che prevede un apporto di capitali di VTL fino a un massimo del 70% a fronte dell’apporto di capitali degli Investitori Attivi nella misura minima del 30%.

Nell’ambito delle regole previste dall’Accordo, gli Investitori attivi sono autonomi nell’investire, gestire e disinvestire le risorse di VTL nelle singole imprese. Gli investimenti devono avvenire tutti entro il 2029 (inclusi i follow-on).

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Agli Investitori attivi non sono riconosciuti da VTL commissioni o costi di gestione. Tuttavia questi investitori possono proporre meccanismi di work-for-equity (limitati alla quota non finanziata da VTL, consentendo agli investitori attivi di ricevere quote nelle startup in cambio di servizi e riducendo così l’investimento iniziale in denaro) e, inoltre, richiedere un contributo a fondo perduto per la copertura al 50% dei costi finalizzati a rafforzare le attività di scouting sulla base di uno specifico programma, con un massimo pari al 11,5% del commitment sottoscritto da LV2 nell’accordo e una dotazione di 1,4 milioni.

Riguardo alle imprese ammissibili, vale quanto detto per LV2: non ci sono vincoli predefiniti se non il rispetto del citato art. 22 (ossia Piccole Imprese non quotate costituite da non oltre 5 anni) e della strategia di specializzazione intelligente della Regione Lazio insieme all’obbligo di sviluppare il loro business plan nel Lazio. Nel processo di selezione degli Investitori attivi verranno privilegiati gli ambiti del deep tech, hard tech, tech transfer e le Tecnologie STEP.

La call VTL sarà pubblicata sia sulla Gazzetta Europea, per estratto, sia sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio oltre che sui siti www.lazioeuropa.it e www.lazioiInnova.it. La pubblicazione è prevista entro fine giugno e la call resterà aperta per almeno 60 giorni dalla pubblicazione.

L’investimento di VTL in ciascun Accordo con gli Investitori attivi deve essere compreso tra 1,5 milioni di euro e 6 milioni di euro.

La selezione degli Investitori attivi sarà condotta dal Comitato di Investimento di FARE Venture 2, formato da tre componenti esperti e indipendenti, selezionati mediante una procedura aperta trasparente, proporzionata e non discriminatoria.

Il venture capital in Italia: il punto

La spinta al venture capital in Italia è sempre una buona notizia per il nostro mondo dell’impresa innovativa. Il mercato italiano del VCsta crescendo, ma ancora a ritmi moderati che non ci permettono di salire al livello degli altri grandi Paesi europei.

Nel 2024 i finanziamenti alle startup italiane sono tornati a salire, sfiorando gli 1,5 miliardi di euro (+32% rispetto al 2023), come ha rilevato l’Osservatorio Startup & Scaleup Hi-Tech del Politecnico di Milano in una ricerca diffusa a dicembre 2024 in collaborazione con InnovUp – Italian Innovation & Startup Ecosystem. In quell’anno i round d’investimento sono stati 417, pari a un aumento del 31% rispetto al 2023. La crescita è stata pari al 28% rispetto al 2023.

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Un po’ diverse, ma sostanzialmente sulla stessa lunghezza d’onda, sono le cifre sul venture capital diffuse da EY a gennaio 2025 con il suo EY Venture Capital Barometer: nel 2024 il mercato del VC italiano ha raggiunto una raccolta complessiva di 1,127 miliardi di euro, superando per il quarto anno consecutivo il miliardo di euro. Questo valore, si sottolinea nella ricerca, segna una crescita del 7,5% rispetto all’anno precedente, con un incremento del +11,0% per numero di round.

Le operazioni nel 2024 sono state 292, contro le 263 del 2023. Il ticket medio di raccolta è rimasto stabile a circa 3,9 milioni di euro, confermando la continuità rispetto al 2023.

Entrambi gli studi confermano una sostanziale stabilità del mercato italiano. Nonostante la moderata crescita delle risorse destinate a realtà innovative, il VC in Italia fatica a intraprendere un percorso di crescita accelerata e resta dimensionalmente limitato, sostiene EY, con investimenti che rappresentano solo lo 0,06% del PIL (Prodotto interno lordo) a fronte dello 0,20% della Germania, 0,26% della Francia e 0,12% della Spagna.

Secondo “State of Italian VC”, report di P101presentato il 25 febbraio 2025 a Milano, l’Italia sale al decimo posto in Europa per investimenti realizzati negli ultimi cinque anni, ma scivola al quart’ultimo posto per quelli pro-capite. In dieci anni il nostro Paese ha duplicato la sua capacità di raccolta fondi, ma rappresenta ancora una piccola frazione del totale europeo (4%).

Non servono solo soldi e investitori: molte imprese emergenti nel nostro Paese hanno difficoltà ad attrarre capitali a causa della mancanza di una cultura dell’investimento. Inoltre, diverse startup italiane hanno ancora bisogno di migliorare la loro capacità di attrarre e trattenere talenti: anche le competenze aiutano a sostenere lo sviluppo e lo scaling-up.



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