Il 23 giugno, alle 23:25 italiane, dallo spazioporto di Vandenberg, SpaceX ha effettuato un nuovo lancio del programma Rideshare, che consente a diversi clienti di condividere lo stesso Falcon 9. Classificata come Transporter-14, si tratta di una missione molto importante, soprattutto per l’Europa e l’Italia. A bordo del Falcon 9 si trovavano 70 satelliti in totale e fra questi i primi sette satelliti della costellazione IRIDE per l’osservazione della Terra.
Questi primi sette satelliti fanno parte della prima, delle varie costellazioni che compongono IRIDE. Questa si chiama HEO e la sua costruzione è affidata ad Argotec. Il 14 gennaio, sempre grazie a una missione Rideshare, era già arrivato in orbita HEO-01, un satellite utilizzato per effettuare i primi test della costellazione.
Fra i satelliti italiani a bordo (fra quelli resi pubblici prima del lancio) erano presenti anche due ION di D-Orbit, un’altra azienda italiana che realizza Orbital Transfer Vehicle (OTV) per il dispiegamento preciso di CubeSat e per eseguire esperimenti in orbita.
Per questa missione, SpaceX ha riutilizzato il primo stadio con numero di serie B1071, che ha così volato per la 26esima volta. Dopo la separazione dal secondo stadio, il booster è rientrato correttamente sulla chiatta Of Course I Still Love You.
L’inizio della costruzione della costellazione IRIDE
IRIDE è un’iniziativa sostenuta dal Governo italiano e resa possibile grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Si tratta di uno dei più rilevanti programmi europei per il monitoraggio del nostro pianeta, il cui sviluppo è curato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), con il contributo dell’industria italiana.
Gli otto satelliti coinvolti nella missione Transporter-14 si chiamano HEO (Hawk for Earth Observation) e sono stati realizzati da Argotec. I satelliti HEO hanno una massa di circa 70 kg e sono dotati di camere in grado di ottenere immagini con una risoluzione al suolo di 3 metri per pixel.
Una volta completata, IRIDE sarà una “costellazione di costellazioni”. Il progetto prevede infatti l’immissione in orbita di satelliti capaci di acquisire immagini utilizzando diverse tecnologie: non solo strumenti ottici, ma anche radar ad apertura sintetica (SAR). Questo permetterà di osservare la Terra, e in particolare l’Italia, in modo estremamente dettagliato, ottenendo così numerosi dati. Tali informazioni saranno utilizzate in diversi ambiti, come il monitoraggio dei cambiamenti climatici o a fini commerciali, ad esempio per l’ottimizzazione dei processi agricoli.
Mission Possible
Il “cake topper”, ovvero il carico posto in cima alla pila di satelliti, è la capsula realizzata dall’azienda europea The Exploration Company (TEC). La loro missione prende il nome di Mission Possible e ha l’obiettivo di testare le tecnologie per lo sviluppo della futura capsula Nyx. Questa sarà una delle prossime capsule europee per il trasporto di carichi nello spazio, ma non solo. Durante il Paris Air Show 2025, infatti, TEC ha presentato una versione di Nyx destinata al trasporto umano. Secondo gli attuali piani dell’azienda, questo sarà l’ultimo test nello spazio prima del lancio di una capsula Nyx che avrà il compito di attraccare alla ISS.
La capsula di TEC è l’ultimo carico rilasciato dal secondo stadio del Falcon 9, dopo circa 2 ore e 43 minuti dal lancio. Con una massa di 1,6 tonnellate e un diametro di 2,5 metri, la capsula ha il compito di rimanere in orbita solamente per circa tre ore. È dotata di paracadute, che le permetteranno di effettuare un ammaraggio controllato nell’Oceano Pacifico. I paracadute sono realizzati dall’azienda Airborne Systems, lo stesso fornitore di SpaceX per la sua Dragon.
A bordo della capsula di TEC si trovano anche circa 300 kg di carico utile. Questi comprendono diversi esperimenti per i settori cosmetico, farmaceutico, ma anche alcolici. Vi è inoltre un particolare carico, composto da 150 piccole capsule contenenti resti cremati e campioni di DNA. Si tratta di un servizio offerto dall’azienda Celestis, attiva dal 1994, che ha portato nello spazio anche i resti di quattro ex presidenti degli Stati Uniti: George Washington, Dwight D. Eisenhower, John F. Kennedy e Ronald Reagan.
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